La tratta degli organi
2018/12, p. 33
Ecco delle informazioni concrete sul fenomeno verificato
in loco di recente. Molta gente, in diverse province del
Mozambico, vive oggi con angoscia e impotenza per questi
crimini. Colpiti soprattutto gli albini. Impotenza o
disinteresse del governo?
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Testimoni
.
Orrori in Mozambico
LA TRATTA
DEGLI ORGANI
Ecco delle informazioni concrete sul fenomeno verificato in loco di recente. Molta gente, in diverse province del Mozambico, vive oggi con angoscia e impotenza per questi crimini. Colpiti soprattutto gli albini. Impotenza o disinteresse del governo?
Domenica 4 febbraio 2018, Casa madre delle Serve di s. Maria del Cenacolo, bairro n. 4 della Aldeia Comunale “3 Fevereiro”, località di Nuvunguene, Posto Amministrativo di Chicumbane, Distrito del Limpopo, provincia di Xai-Xai, sud del Mozambico. Verso le ore 21 sento dei frastuoni di spari ravvicinati, e la mia mente, con affanno, torna indietro nel tempo, a quegli anni della guerra fratricida tra i mozambicani, quando noi frati siamo arrivati a Matola, Missione di S. Gabriele, nei dintorni di Maputo (anni 1984-1995), e durante mesi, all’imbrunire del sole, incominciavano le sparatorie, con armi pesanti, tra la guerriglia e l’esercito mozambicano. Per fortuna, questa volta non si tratta di spari da guerra, ma di spari della Polizia Militare di Pronto Intervento per disperdere la folla che, inferocita, appicca il fuoco ad alcune case perché ritengono che lì abitino delle persone “speciali”, “i taglia-teste”, che si arricchiscono grazie al traffico di organi umani.
Suor Yolanda mi spiega cosa sta succedendo a poche centinaia di metri da dove dimorano le sorelle, ed io ospite. Questi trafficanti si arricchiscono tagliando la testa di persone, che poi vendono in Sudafrica o Zimbabwe per rituali di magia. La gente qui non smette di parlare di casi di questo genere. E infatti il traffico di organi per scopi di stregoneria è molto preoccupante nella regione. Al contempo però, la popolazione di Chicumbane-Nuvunguene, ma non solo, è stanca della passività, “silenziamento”, da parte delle Forze dell’ordine, e presa dall’esasperazione ha pure incendiato una caserma di poliziotti. Ecco delle informazioni concrete riguardo al fenomeno oggetto di questo articolo verificate in loco di recente. Molta gente, in diverse province del Mozambico, vive oggi con angoscia e impotenza per questi crimini.
Denuncia di una comunità
monastica osm
Anni 2002-2004, Monastero delle Serve di Maria, Nampula, Mozambico. La tragedia del traffico e commercio di organi umani arriva perfino alle porte del Convento delle nostre sorelle contemplative, che immediatamente incominciano una campagna di informazione e di denuncia del fenomeno portando delle prove concrete e chiedendo l’intervento delle autorità locali e provinciali e del Procuratore di Nampula, dietro delega di quello nazionale. Una campagna che diventerà voce nazionale ed internazionale, grazie anche ai mezzi di comunicazione spagnoli, di un fenomeno sommerso, pieno di silenzi complici, di depistaggi, di minacce, di rischi. Suor Juliana Calvo, allora priora, e con lei il resto della comunità, diventano denuncia di un olocausto infame contro bambini, giovani e adulti. In seguito, l’Ordine dei Servi dette il suo appoggio a questa denuncia coraggiosa ed inviò un frate al monastero di Nampula, fra Claudio Avallone, allora direttore della Rivista “Le Missioni dei Servi di Maria”, per sostenere le monache e verificare i fatti, più tardi confermati. Le monache incontrarono un primo cadavere, mutilato, di una ragazza di 12 anni, in uno dei campi del monastero: gli mancavano il cuore, i polmoni ed i reni. Le autorità locali chiesero di dare sepoltura al cadavere e non si avviò investigazione alcuna. Parecchi ragazzi e ragazze sparivano, e i famigliari arrivavano al monastero. Erano minori di età, tra i 12 ed i 15 anni, che più tardi apparivano morti e ai quali mancavano degli organi vitali. Anni dopo, il Governo del Mozambico confermava che annualmente sparivano nel Paese intorno ai mille bambini. Le denunce coraggiose delle monache aprono il primo capitolo di un fenomeno fino allora tabù, incredibile. Le monache documentano sequestri, raccolgono delle prove e al contempo denunciano le mafie del luogo, indicano un aerodromo clandestino dietro il monastero e le attività notturne dei criminali. Verso la fine del 2003, Maria Elilda dos Santos, una laica cattolica brasiliana, ospite nel monastero delle contemplative, presentò un informazione alla “Liga de Direitos Humanos de Moçambique”, nel quale si denunciavano persone sospette di assassinare bambini per vendere i loro organi a ricchi personaggi sudafricani. Alcuni ecclesiastici, politici europei e operatori dei Diritti Umani chiesero alle Autorità spiegazioni riguardo al supposto e illegale traffico di organi umani e la scomparsa di bambini nelle province di Manhica e Nampula.
Il 26 febbraio 2004, la presidente della Associazione per la Difesa dei Diritti Umani in Mozambico, denunciò l’esistenza in questo paese di “organizzazioni che trafficano con minori e organi umani, che poi sono venduti in altri paesi”. Grazie al servizio di denuncia delle monache, Diritti umani in Mozambico, il Parlamento Europeo e la Commissione dei Diritti umani delle Nazioni Unite, tra altri organismi, chiese, associazioni e governi, si coinvolsero nelle investigazioni e raggiunsero nuovi accordi con il Mozambico per proteggere i bambini contro questi delitti.
Guadagni per avvoltoi
e stregoni
Oggi si può acquistare e vendere qualsiasi cosa, pagando qualsiasi prezzo, e anche organi umani, che hanno la loro tariffa a seconda delle tabelle stabilite nei diversi paesi del mondo. Il traffico di organi è destinato a due settori di interesse, principalmente: a) Per finalità terapeutiche (trapianti), normalmente per recettori di paesi sviluppati. Nella Cina, Brasile e India, sono molte le persone che sono state truffate e anche assassinate per ottenere degli organi. Ma ora queste pratiche sono arrivate anche in Africa. b) Per Finalità rituali, cioè, stregoneria o medicina (“muti) tradizionale. La clandestinità è comune a queste pratiche criminali. La paura, il silenzio, la sottomissione per minacce contro i propri cari, fanno sì che queste pratiche siano silenziate nella coscienza sociale, perché si tratta realmente di un orrore immane.
Il commercio di organi avviene a livello internazionale, principalmente col Sudafrica, e anche dentro il Mozambico. I principali organi asportati dal corpo umano a fini di stregoneria, sono: i genitali, il cuore, gli occhi, la cassa cranica, il fegato, i polmoni, i reni, il pancreas... Si crede che questi organi servano per guarire malattie come l’impotenza, l’AIDS, l’infertilità, e per aumentare ricchezza e potere. Nel periodo 2004-2007 si denunciarono nella provincia di Nampula 52 scomparse di bambini, dei quali si trovarono in seguito diversi cadaveri e senza alcuni organi. Sono tanti i testimoni di sequestri e tentativi di vendere organi vitali di bambini e di adulti, informazioni che si possono trovare in internet.
Secondo il Dipartimento di Informazione degli USA sul Traffico di Persone, il governo del Mozambico sta realizzando sforzi per eliminare questa schiavitù, incluso il traffico di organi umani. Ma è evidente che la mancanza di risorse dello stesso governo (e anche di volontà politica sincera?) è una delle principali limitazioni in questa lotta contro il traffico di organi, dopo anni senza riconoscere ufficialmente la realtà, e quindi di porvi rimedio. Nel frattempo, ONG e associazioni religiose continuano a monitorare questo flagello. Dopo il 2003 e con il sostegno dell’UNICEF, grazie anche alle informazioni da parte del Monastero OSM di Nampula, il governo incominciò a dotarsi di strumenti legali per la salvaguarda dei diritti dei bambini. Nel 2003 si firmò il Protocollo della Convenzione dei Diritti del Bambino contro la vendita, la prostituzione e la pornografia sugli stessi, e nel 2000, la Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata. Il Mozambico aderì a tali Convenzioni solo nel 2006.
Il traffico di organi umani non è un fenomeno nuovo e neppure esclusivo dell’Africa ma si estende per tutto il mondo ed è parte di una “economia sommersa”. Questo nefasto “commercio” avviene soprattutto in paesi dove esiste una grande povertà e fortissime disuguaglianze, con un alto grado di ingiustizie e senza leggi che regolino la pratica dei trapianti e puniscano gli abusi.
Altri fattori che facilitano questo tipo di crimine sono lo sfaldamento delle famiglie, con migliaia di orfani, causati dalla epidemia dell’AIDS e dalle migrazioni forzate per ragioni economiche, la mancanza di istruzione e di lavoro, una sub-cultura arcaica e credenze religiose mitiche o importate, frontiere terrestri estese e difficili da controllare e la frequente corruzione di funzionari, oltre a guerre locali e regionali.
Mi ricordo
di Filomena
Filomena è una ragazza di 17 anni, albina, ospite delle Suore Serve di s. Maria del Cenacolo, a Chicumbane (Xai-Xai). Fa parte del gruppo delle ragazze interne accolte da queste sorelle. L’ho incontrata l’anno scorso. È stata accolta per ricevere protezione, formazione, frequentare la scuola, e… poter vivere senza la paura permanente di poter essere sequestrata, mutilata, violentata oppure assassinata da persone che vedono nelle persone albine “il capro espiatorio” di tradizioni inumane, credenze sataniche, concezioni ancestrali o moderne fondate nella stregoneria e nella sete di ricchezza e potere. E questo, non di rado, accade anche da parte di famigliari e vicini, disposti a vendere persone albine per dei soldi. Sono la “peste” di questi ambienti rurali interni alla savana del Mozambico e di altri paesi intorno (Zimbabwe, Africa del Sud, Kenia, Tanzania, Malawi, Swaziland….). Sono la maledizione incarnata degli spiriti, come gli handicappati, la feccia di queste società chiuse. E ci sono superstizioni che ammazzano, anche oggi: come ottenere le ossa di un bambino/a albino, perché si crede che portano fortuna. La paura e il nascondimento spingono questi minori e le loro madri a vivere in isolamento, per auto-proteggersi, per salvare la vita. I media raccontano tentativi di sequestri contro le persone albine, che soffrono di un disturbo genetico per il quale la pelle, i capelli e gli occhi non hanno pigmentazione. L’eccessiva luce solare può causare loro tumori alla pelle e problemi visivi. Dopo il sequestro, le vittime sono smembrate e vendute dai “curandeiros” (stregoni), i quali fomentano la falsa credenza, importata dai paesi vicini al Mozambico, come la Tanzania ed il Malawi, che possedendo le ossa di queste persone, avranno ricchezza e felicità. Secondo il giornale mozambicano “O Jornal do Domingo”, un unico osso di albino può valere circa mille euro, mentre un informazione delle Nazioni Unite afferma che un “gioco completo” di ossa albine può arrivare a costare i 60.000,00 euro.
Per i sequestratori è ancora meglio se si tratta di una vittima giovane. Spesso questi bambini albini non escono mai dalla loro casa. Inoltre, le donne albine si stanno convertendo in vittime di attacchi sessuali per la credenza che le relazioni intime con loro possono guarire dall’AIDS, oppure garantire fortuna e ricchezza. Molte persone credono che l’albinismo sia un castigo famigliare (p.e. che la madre ha fatto qualcosa di cattivo, come mantenere relazioni sessuali durante la mestruazione, o che è stata infedele con un bianco). Nel nord del Mozambico si calcola che una su 1.400 persone è albina, una cifra molto al di sopra della media mondiale. Nel 2015, 114 albini sono stati dati come spariti nel nord e centro del paese. Lichinga è una di queste province. Molti genitori li abbandonano (specialmente il padre), non vogliono che la gente sappia che un figlio o figlia sono nati dal loro componente genetico.
Il Mozambico è un paese in cui l’80% della popolazione dipende dal lavoro nel campo per sopravvivere e nel quale la metà dell’anno picchia il sole senza pietà durante la stagione secca, per cui la durezza di queste condizioni può finire con la vita di molti albini che non si proteggono con creme solari. Il governo ha adottato alcune misure positive per affrontare i problemi degli albini, firmando accordi con i paesi vicini per combattere il traffico oltre frontiera, ma l’apatia e la burocrazia davanti a queste problematiche è generale. Lo stigma e le superstizioni così fortemente radicate in questi ambienti rispetto le persone albine costeranno anni di formazione per cambiare mentalità e riscoprire valori umani, semplicemente valori umani.
Intanto, Filomena è felice al Cenacolo, va a scuola, ha degli amici, aiuta nelle faccende di casa. Le ho regalato un paio di orecchini e un orologio. Sorride! E le suore sono i suoi angeli, a nome di tutti. Grazie!
fra Honorio Martìn Sànchez, osm