Toutin Alberto
Il cammino che ci cambia
2018/11, p. 33
Il “filo rosso” della preparazione e della realizzazione del Capitolo dei fratelli è stata l’idea del cammino di Gesù che fa la strada con noi e per questo ci siamo ispirati al passo dei discepoli di Emmaus.

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Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria
IL CAMMINO
CHE CI CAMBIA
Il “filo rosso” della preparazione e della realizzazione del Capitolo dei fratelli è stata l’idea del cammino di Gesù che fa la strada con noi e per questo ci siamo ispirati al passo dei discepoli di Emmaus.
Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino…” (Lc 24,32). Tra il 28 agosto e il 28 settembre 2018 a Roma le suore e i fratelli della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria hanno celebrato rispettivamente il 35° e il 39° Capitolo generale. Suore e fratelli SSCC condividiamo una spiritualità e una missione comune e questa comunanza è simbolizzata proprio dalla riunione contemporanea di entrambi i Capitoli. E per la prima volta hanno partecipato alle sessioni congiunte dei nostri Capitoli, anche alcuni laici associati alla Congregazione. Ecco dunque suore, fratelli e laici sscc che camminano insieme!
L’idea
del cammino
Il “filo rosso” della preparazione e della realizzazione del Capitolo dei fratelli è stata l’idea del cammino, per l’appunto: Gesù che fa la strada con noi e per questo ci siamo ispirati al passo dei discepoli di Emmaus.
Il cammino intrapreso è cominciato due anni fa con la rilettura delle nostre Costituzioni, rieditate nel 2017, in occasione della ricorrenza del Bicentenario dell’approvazione pontificia della nostra Congregazione. Molto spesso le Costituzioni dei nostri Istituti le abbiamo lette e studiate durante il noviziato e rilette, nei migliori dei casi, quando ci chiedono un servizio nella formazione iniziale o nel governo. Per molti questa rilettura è stata una bella riscoperta dell’attualità dello Spirito che le pervade e le sorregge, uno stimolo a riappropriarsi oggi del loro linguaggio e dei loro vettori spirituali che ci aiutano a narrare chi siamo e qual è il nostro contributo alla missione della Chiesa.
Inoltre i desideri che ne abbiamo desunto (ad esempio, più fraternità, più audacia missionaria) li abbiamo fatti scintillare con la rilettura dell’Evangelii gaudium di papa Francesco. Sappiamo che un’esortazione di per sé programmatica non può istillare le sue energie in ognuno di noi e far ripercuotere le sue pressanti chiamate solo se acconsentiamo che essa scuota le nostre abitudini e risvegli i nostri desideri. Così i nostri desideri si sono arricchiti dei vasti campi della conversione pastorale e missionaria promossa da Francesco: il desiderio di evangelizzare e di lasciarci evangelizzare; il desiderio di toccare la carne sofferente di Cristo; il desiderio di addentrarsi nell’esperienza della misericordia di Dio; il desiderio di un vissuto rinnovato dei voti nel contesto di una fraternità gioiosa; il desiderio di lavorare di più in squadra e di camminare insieme alle persone dalle sensibilità ecclesiali diverse; il desiderio di attingere di più alle sorgenti della nostra tradizione spirituale e carismatica. Ecco il retroterra ben bonificato con cui siamo arrivati al Capitolo.
Ascoltando
ciò che Dio dice
E il Capitolo ha perseguito questa dinamica di ascoltare ciò che Dio ci dice nei nostri desideri più profondi. Nelle due prime settimane quindi c’è stata una fase di ascolto delle diverse relazioni delle comunità nei loro processi più significativi, dei rapporti del Governo generale e quelli dei servizi generali (economia, postulazione, segretaria).
Ogni giornata iniziava con l’eucaristia e finiva con un tempo sereno di adorazione. Soltanto tre sessioni di lavoro al giorno per favorire la decantazione personale di tutto ciò che veniva ascoltato. In mezzo ad ogni settimana c’era anche una sessione di rilettura spirituale per far risuonare nell’intimo di ognuno lo svolgimento del Capitolo. Da questa prospettiva, le nostre debolezze numeriche e di risorse e anche gli indizi di crescita e di apertura a nuovi fronti missionari, si apprezzavano sotto una luce diversa, cioè cercando di riconoscervi la brezza leggera di Dio che soffia come vuole con il suo Spirito.
Verso la fine di questa prima fase e in procinto di passare alla seconda è stata manifestata qualche perplessità sulla metodologia del Capitolo, mascherata da domande come: “dove andiamo?” “Quali sono i temi principali sui quali il Capitolo deve prendere una decisione?” Certuni erano assaliti da una frettolosa impazienza che li portava a desiderare di bruciare la tappa dell’ascolto. Bisognava far allora una sosta e dare qualche indicazione sul cammino già percorso e su quello ancora da esplorare. Ci vuole tempo per raggiungere le correnti profonde dello Spirito!
La fase
delle decisioni
Siamo poi entrati nella seconda fase del Capitolo, la fase delle decisioni. Ciò che è emerso nella prima fase – dai dibattiti e dagli scambi tra di noi e dal silenzio e dall’ascolto mutuo – sono due poli di un medesimo cammino orientati verso la conversione pastorale e missionaria della nostra Congregazione. Sono due poli che si illuminano e si rinforzano a vicenda.
Un polo è rinnovare giorno dopo giorno l’uomo interiore (Cf. 2 Co 4,6), che non è altro che decidere di lasciarsi trovare e modellare dal Signore che viene ad incontrarci nella sua Parola, nei poveri, nell’ardore missionario del cuore. Ecco la chiave di volta dell’edificio spirituale di ogni fratello e di ogni istituto, ciò appunto che dà saldezza e trasparenza alla vita di Dio che agisce in noi.
L’altro polo è il discernimento degli appelli che ci rivolge il Signore. Non si tratta di rimanere ad un’asettica distanza dalla realtà per poi fare dei discorsi bensì lasciarsi commuovere da ciò che ferisce tanti dei nostri fratelli e sorelle nonché la nostra “casa comune”. Sono le sfide che provengono dal mondo, tra tante altre, con la loro spiccata sensibilità alla pluralità culturale e nel contempo la loro crescente xenofobia; dai giovani dai sogni ambiziosi di rapporti fraterni ed inclusivi e anche in tanti privi della forza del Vangelo; dalle diversità delle famiglie con cui vogliamo camminare insieme e offrire ai loro desideri di amare e alle loro fratture una presenza riparatrice; dalla Chiesa che sta riscoprendo la bellezza del Vangelo e la gioia di condividerlo allorché prova in se stessa la necessità di essere guarita soprattutto dalla malattia del clericalismo; dalla nostra Congregazione chiamata ad allargare gli orizzonti missionari, nonostante gli ostacoli rappresentati dalla precarietà delle risorse e la diminuzione dei membri.
Gli appelli
in proposte
Abbiamo quindi cercato di tradurre questi appelli in proposte e linee di azione in diversi ambiti pastorali:
La pastorale nelle grandi città: desideriamo offrire in quest’ambito spazi di ascolto, di silenzio, di disponibilità ad un incontro a livello umano, tra noi e con il Signore.
Le parrocchie: considerate come una rete di comunità dove si promuova l’accompagnamento, la corresponsabilità e la partecipazione di tutti, dove fratelli e laici imparino a lavorare e a decidere insieme, dove accettiamo come normali i sistemi di valutazione e di rendiconto degli incarichi affidatoci.
In nuovi orizzonti missionari anche nel cuore dell’Europa, attraverso comunità dalle porte aperte e prossime alle fratture delle nostre società; affinché si avventurino a vivere la multiculturalità radicandosi nella forza del Vangelo.
Le scuole e l’educazione che mettono al centro dei processi educativi la trasformazione del cuore, seguendo i criteri della pedagogia di Gesù e mirano alla promozione umana in tutte le sue dimensioni.
I giovani e il discernimento vocazionale: uscendo ad incontrarli al di là dei soliti spazi ecclesiali, camminando con loro, si possono imparare i loro modi di abitare il nostro mondo e possiamo proporre loro il Vangelo come sentiero di realizzazione.
Le famiglie: intese come un luogo privilegiato di ascolto e di accompagnamento, dove scoprire insieme la forza delle promesse di Gesù: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?” (Mc 3,33).
Gli anziani e i malati: con loro impariamo a contare gli anni, a vivere questa fase della vita come una tappa di crescita spirituale e ad attraversarla nella gratitudine e la pace, contando sulla loro testimonianza di una vita vissuta secondo il Vangelo.
I due documenti
principali
Questi due poli sono raccolti nei due documenti principali del Capitolo generale che ispirano le altre decisioni (formazione iniziale, luoghi significativi dove Dio ha scritto la sua storia santa in mezzo a noi, amministrazione dei beni), facendone da cornice. Questi due documenti sono scritti appunto in uno stile più suggestivo che analitico, semplice e diretto. In una parola, come una lettera d’amore che la massima autorità della Congregazione rivolge ad ogni fratello e ad ogni comunità. Sono un invito a proseguire e ad attuare l’itinerario di ascolto, discernimento e le decisioni che avevamo intrapreso già nella preparazione e continuato poi durante il Capitolo. Le decisioni e gli orientamenti dati dal Capitolo sono dei nuovi cammini di Emmaus da percorrere insieme, fratelli, suore, laici e con tanti altri compagni di strada; cammini dove il Signore Risorto ci aspetta.
Ecco, all’incrocio dell’ascolto di queste sfide lanciate dalla realtà e dell’impegno per attuarle in un ambito pastorale in collaborazione con altri enti dentro e fuori della Chiesa, Gesù Risorto viene ad incontraci, ci chiede di cosa stiamo parlando durante il cammino, ci apre gli occhi offuscati e ci toglie il torpore del cuore. Ci rimette sulla strada verso i fratelli e le sorelle. Quindi il cammino continua, rimane aperto. La bussola è il cuore che si lascia ardere dall’incontro con il Signore e vuole condividere la sua amicizia, specie con quelli più lontani ed emarginati.
L’unica condizione affinché questi nuovi cammini di Emmaus ci cambino è, da un lato, lasciarsi sorprendere dalla pedagogia paziente del Risorto che percorre la strada con noi e, dall’altro, accettare di mettersi in discussione, ognuno di noi, sui nostri modi di fare e di portare avanti i servizi pastorali.
Speriamo così di assaporare di nuovo la gioia del Vangelo.
Alberto Toutin sscc
Superiore generale