Cabra Piergiordano
Papa Francesco e il Diavolo
2018/10, p. 8
Papa Francesco non cessa di sorprendere. Mentre a tutto il mondo predica la pace, ai suoi predica la Jihad, la guerra santa, una guerra totale contro l’Impero del Male. Vuole il riarmo per avere una Chiesa militante, fatta non solo da ex combattenti che hanno vinto delle battaglie e che ora rischiano di perdere la guerra per aver deposto le armi, illudendosi che non ci sia più bisogno di lottare. Mentre fuori è pacifista, dentro è guerrafondaio, esaltando la bellezza della lotta e la festa della vittoria.

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PAPA FRANCESCO E IL DIAVOLO
Papa Francesco non cessa di sorprendere. Mentre a tutto il mondo predica la pace, ai suoi predica la Jihad, la guerra santa, una guerra totale contro l’Impero del Male. Vuole il riarmo per avere una Chiesa militante, fatta non solo da ex combattenti che hanno vinto delle battaglie e che ora rischiano di perdere la guerra per aver deposto le armi, illudendosi che non ci sia più bisogno di lottare. Mentre fuori è pacifista, dentro è guerrafondaio, esaltando la bellezza della lotta e la festa della vittoria. Ma quando individua i nemici nella “Triplice Alleanza Malefica” (il mondo, la carne, il diavolo) non sono pochi che dentro di sé pensano ad una guerra di retroguardia, o ad un’inutile fatica, soprattutto per via dell’evocazione del mito del diavolo.
Ma leggiamo il suo proclama: «La vita cristiana è un combattimento permanente. Non si tratta solamente di un combattimento contro il mondo e la mentalità mondana, che ci inganna, ci intontisce e ci rende mediocri, senza impegno e senza gioia. Nemmeno si riduce ad una lotta contro la propria fragilità e le proprie inclinazioni (ognuno ha la sua: la pigrizia, la lussuria, l’invidia, le gelosie, e così via). È anche una lotta costante contro il diavolo, che è il principe del male…la cui presenza ci permette di capire perché a volte il male ha tanta forza distruttiva».
Prima c’era il diavolo con tanto di corna e coda e tridente, causa di ogni malvagità, malocchio e stregoneria. Poi è stato declassato e ridotto a un mito, frutto della superstizione, da considerare quindi come una semplice espressione simbolica del male (come poteva l’uomo della razionalità credere all’esistenza di un simile essere? ).
Ma ecco arrivare Francesco che riafferma “papale papale”, che il diavolo è qualche cosa di più di un mito, «è un essere personale che ci tormenta, ci avvelena con l’odio e con la tristezza», contro il quale occorre combattere, «per resistere alle sue tentazioni e annunciare il Vangelo». «Questa lotta è molto bella, perché ci permette di fare festa ogni volta che il Signore vince nella nostra vita»… «Gesù stesso festeggia le nostre vittorie. Si rallegrava quando i suoi discepoli riuscivano a progredire nell’annuncio del Vangelo, superando l’opposizione del Maligno ed esultava: “Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore” (Lc 10,18)» (Gaudete et exsultate 158-163).
Il misericordioso Papa Francesco rilancia dunque la guerra santa contro l’Impero del Male, una superpotenza influenzata dal Principe di questo mondo, per non esporci al rischio del fallimento e della mediocrità. Ricordandoci anche che la lotta è impari. Nella guerra santa, infatti, solo la insuperabile potenza del Padre può permetterci di vincere, anzi di “fare festa ogni volta che il Signore vince nella nostra vita”. «Di fatto quando Gesù ci ha lasciato il “Padre Nostro”, ha voluto che terminassimo chiedendo al Padre che ci liberi dal Maligno». Non per aumentare le nostre paure, ma per rassicurarci che il Padre sta al nostro fianco per liberarci dallo strapotere del nemico mortale e per far festa grande con noi.
Padre nostro, liberaci dal Maligno!
Piergiordano Cabra