Paganoni Tony
2018/1, p. 1
L’opinione pubblica italiana guarda sbigottita agli approdi sulle coste italiane dei numerosi barconi, colmi di uomini, donne e bambini (anche cadaveri!) e tutti quegli occhi sbarrati. Ma dimentica che il dramma è stato affrontato dai nostri bisnonni o trisnonni, a partire dall’unità d’Italia.
Papa Francesco
2018/1, p. 4
Pace a tutte le persone e a tutte le nazioni della terra! La pace, che gli angeli annunciano ai pastori nella notte di Natale, è un’aspirazione profonda di tutte le persone e di tutti i popoli, soprattutto di quanti più duramente ne patiscono la mancanza. Tra questi, che porto nei miei pensieri e nella mia preghiera, voglio ancora una volta ricordare gli oltre 250 milioni di migranti nel mondo, dei quali 22 milioni e mezzo sono rifugiati. Questi ultimi, come affermò il mio amato predecessore Benedetto XVI, «sono uomini e donne, bambini, giovani e anziani che cercano un luogo dove vivere in pace».
Kelly Michael
2018/1, p. 5
Padre Michael Kelly, da Bangkok dove è direttore esecutivo dell’agenzia cattolica Ucanews, traccia un panorama sulla pressione e persecuzione esercitata nel continente asiatico, a carico delle religioni e gruppi etnici di minoranza.
Conferenza episcopale tedesca
2018/1, p. 6
Il 29 novembre la Conferenza episcopale tedesca, nell’ambito della solidarietà con i cristiani perseguitati, ha reso noto uno studio sulla Nigeria (Arbeitshilfen, n. 295). 180 milioni di abitanti, 400 gruppi etnici, uno dei più grandi produttori di petrolio dell’Africa: la Nigeria è da un decennio nei primi posti relativamente alla persecuzione contro i cristiani.
Cabra Piergiordano
2018/1, p. 9
Un anno nuovo: dove siamo arrivati? La risposta dipende dal punto di partenza. Se contiamo sul periodo breve, siamo all’anno numero 2018. Se partiamo dal periodo lungo, siamo al numero 13 miliardi di anni, più alcuni spiccioli (in centinaia di milioni di anni). Siamo piuttosto vecchiotti, da qualsiasi punto di vista partiamo. Per di più stiamo viaggiando su un piccolo punto dell’universo (il puntino che sta sotto il grande punto interrogativo?), su un convoglio che va non sappiamo dove… E siamo pieni di paure (molte) e di speranza (meno) per il nostro futuro immediato e persino per quello del nostro puntino sul quale viaggiamo.
Prezzi Lorenzo
2018/1, p. 10
La forma più tradizionale è quella delle vergini consacrate che continua a vivere in alcune diocesi e ambiti. Un secondo modello è rappresentato dalle congregazioni religiose femminili, ossia da famiglie religiose con un forte ancoraggio storico. Un terzo modello è costituito da congregazioni di recente fondazione diocesana.
Dall'Osto Antonio
2018/1, p. 11
Il 4 novembre scorso a Indore, in India, è stata proclamata “Beata” sr. Rani Maria Vattalil, clarissa francescana, assassinata nel 1995. Tra i presenti al rito, anche Samander Singh, il suo assassino, un povero tribale, poi pentitosi e perdonato dalla famiglia, e convertitosi al cristianesimo. Accanto a lui, in prima fila, c’era anche la sorella di sr. Rani, sr. Selmy Paul, anch’essa suora.
Glenday David
2018/1, p. 13
Una sfida ancora da scoprire nei nostri carismi fondanti. Per i nostri Fondatori, il loro carisma era un dono di relazione e di cooperazione? E in quale modo la nostra fedeltà ci spinge oggi ad avere relazioni simili e a cooperare? Conversazione di p. Glenday.
Gellini Anna Maria
2018/1, p. 16
Matté Marcello
2018/1, p. 17
L’intera esperienza di fede trova espressione nell’accoglienza: accogliere Dio e sapersi da lui accolti. Coinvolge la vita personale, civile e di Chiesa e costituisce una dinamica dirimente rispetto alla vita di fede.
Basso Aldo
2018/1, p. 20
Non ci si deve illudere che la vita consacrata assicuri facilmente di per se stessa l’esperienza della gioia. La possibilità che la vita consacrata testimoni “la profezia della gioia” è legata anche ad alcuni accorgimenti e condizioni che non si possono affatto ignorare.
Boenisch Johanna
2018/1, p. 21
Sr. Johanna Boenisch è una benedettina tedesca del monastero Mariä Heimsuchung (Visitazione della Beata Vergine Maria) nella regione dell’Eifel e vive da oltre 32 anni in monastero. Parlando con le sue consorelle dà loro del “lei”. Per quale ragione e come vede il futuro della vita monastica? Lo racconta in questa intervista.
Brena Enzo
2018/1, p. 23
Dal 28 al 30 ottobre 2016 si è tenuto a Roma il convegno per i Vicari episcopali e delegati per la Vita consacrata, organizzato dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica. Quale relazione promuovere per aiutarsi a camminare insieme e a fare Chiesa?
Prezzi Lorenzo
2018/1, p. 26
La memoria dei 100 anni dalla rivoluzione d’ottobre (7-8 novembre) si è svolta in Russia in toni minori, con tratti di analogia ed elementi di discontinuità rispetto alla conquista del potere da parte dei rivoluzionari bolscevichi.
Chiaro Mario
2018/1, p. 29
Il Documento sottolinea quanto sia urgente umanizzare l’educazione, favorendo una cultura dell’incontro e del dialogo. A questo sforzo condiviso possono contribuire scuole e università cattoliche presenti in tutto il mondo, attraverso un’offerta formativa capace di integrare scienza e coscienza.
Cozza Rino
2018/1, p. 32
I religiosi/e per uscire dal posto marginale che oggi di fatto detengono nella coscienza collettiva, hanno soprattutto bisogno di trovare nuove tracce di senso che rendano evidente la loro funzione di “segno” all’interno della storia corrente, alla quale si è fedeli se di essa si accetta il continuo divenire.
Gellini Anna Maria
2018/1, p. 34
Gellini Anna Maria
2018/1, p. 34
Rosati Domenico
2018/1, p. 35
“Una guerra da un milione di morti”: un titolo di giornale rende così l’idea di quel che ci aspetta se tra Corea del Nord e Stati Uniti si scatena il conflitto nucleare. Naturalmente la stima riguarda il primo giorno. Del secondo e dei successivi giorni di guerra non si parla neppure. Perché non si sa se ci saranno.
Dall'Osto Antonio
2018/1, p. 37
Difficile ritorno dei cristiani I cristiani del Myanmar Le suore di Gesù Buon Pastore
Mazzolari Primo
2018/1, p. 39
VOCE DELLO SPIRITO HO PERDUTO IL SIGNORE Il Signore lo si perde col peccato, ma lo si può perdere come l’hanno perduto Giuseppe e Maria. Si perde Gesù perché Egli vuol «perdersi». Prima del bene particolare di Maria e di Giuseppe, c’è la volontà del Padre. «Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» «È bene che io me ne vada» dirà nel suo discorso di commiato. Io gli posso dire: «resta con me»: ma Egli resta con me pur portandosi dove la sua carità di Pastore lo chiama. Tutto il mondo lo chiama perché tutto il mondo è suo. Ma quello che è «suo» è anche «mio»: quindi, s’Egli va ed io penso che l’ho perduto non è Lui che m’ha lasciato, ma chi non sa tenergli dietro ove Egli mi ha dato appuntamento, col passo della sua carità.
Guccini Luigi
2018/1, p. 40
La realtà del carisma, se preso nel suo vero significato, può molto aiutare a capire la vera natura della vita consacrata considerata in se stessa e nella sua dimensione verso gli altri, dentro la Chiesa e in comunione con tutte le vocazioni nella Chiesa.
Gellini Anna Maria
2018/1, p. 46
Il libro è parte del Progetto secondo annuncio, guidato e coordinato da fratel Enzo Biemmi ed è frutto di un nuovo lavoro maturato in una settimana di laboratorio, svolta a Santa Cesarea Terme, nella diocesi di Otranto, nell’estate 2017. Vi hanno partecipato più di 140 persone, vicari generali e della pastorale, direttori degli uffici catechistici, équipe diocesane per la catechesi, operatori pastorali in rappresentanza di 42 diocesi italiane e diverse istituzioni accademiche.
Gellini Anna Maria
2018/1, p. 47
Amedeo Cencini, sacerdote canossiano, psicologo e psicoterapeuta, è docente alla Pontificia Università Gregoriana e all’Università Pontificia Salesiana, e da diversi anni maestro di formazione nel suo istituto. Dal 1995 è consultore della Congregazione vaticana per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. Con il suo libro offre una riflessione sulla formazione permanente in corso nella Chiesa e nelle sue istituzioni educative coinvolgendo consacrati, presbiteri e laici