Dall'Osto Antonio
Comunità cristiane in Medio Oriente
2017/9, p. 34
Le Chiese del Medio Oriente sono oggi le più minacciate al mondo nella loro stessa esistenza. I cristiani che vivevano nelle terre che furono la culla del cristianesimo, corrono il pericolo di scomparire. Ma quali sono queste chiese? Presentiamo qui una breve panoramica, dello scorso aprile, a cura di Kilian Martin, redattore del sito internet della chiesa cattolica tedesca katholisch.de.

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Comunità cristiane in Medio Oriente
Le Chiese del Medio Oriente sono oggi le più minacciate al mondo nella loro stessa esistenza. I cristiani che vivevano nelle terre che furono la culla del cristianesimo, corrono il pericolo di scomparire. Ma quali sono queste chiese? Presentiamo qui una breve panoramica, dello scorso aprile, a cura di Kilian Martin, redattore del sito internet della chiesa cattolica tedesca katholisch.de.
EGITTO
Non ci sono numeri sicuri sulla popolazione cristiana nella maggioranza dei paesi musulmani. Il Consiglio ecumenico delle Chiese parla, tuttavia, di 11 milioni di copti che vivono in Egitto, cifra che corrisponde a un buon 12% della popolazione. La chiesa copta è la seconda più grande delle cosiddette chiese orientali. Una minoranza di circa un milione di fedeli vive al di fuori dell’Egitto, soprattutto in Europa e negli stati anglosassoni. Delle altre chiese in Egitto fanno parte il Patriarcato greco-ortodosso di Alessandria e la Chiesa cattolica copta unita a Roma con circa un quarto di milione di fedeli.
Nella loro patria di origine, l’Egitto, i cristiani copti da lungo tempo vivono nella repressione, persecuzione e nel terrorismo. La loro condizione è leggermente migliorata da quando il governo del presidente Abdel Fattah as-Sisi ha preso il potere nel 2014 e con la riforma della Costituzione, ma i cristiani sono oggetto di una continua esperienza di discriminazione quotidiana. «Soprattutto nella professione, non godono delle stesse opportunità dei loro concittadini musulmani” scrive “Aiuto alla Chiesa che soffre”. La maggiore minaccia viene loro oggi dal terrorismo di matrice islamica del cosiddetto “Stato Islamico”.
Il capo supremo della Chiesa copta è il Patriarca di Alessandria, che porta il titolo di “papa”. Secondo la tradizione ecclesiastica, egli siede come successore sulla cattedra dell’evangelista Marco. Come tutte le chiese orientali, la Chiesa copta riconosce solo i primi Concili ecumenici e si differenzia dogmaticamente su alcuni punti dalla Chiesa cattolica, in particolare sulla cristologia. In quanto monofisita, confessa che in Gesù, Dio e uomo sono uniti in una sola natura. La chiesa cattolica e le chiese ortodosse riconoscono invece la dottrina del Concilio di Calcedonia secondo cui in Gesù sono presenti due nature: la vera natura divina e la vera natura umana, unite tra di loro in una sola Persona.
IRAQ
Forse in nessuna regione la persecuzione contro il cristianesimo è così drastica come in Iraq. Il nord del paese costituisce una delle prime terre cristianizzate. A partire dalla seconda guerra dell’Iraq (2003), e decisamente con maggiore intensità, dopo l’espansione dello “Stato Islamico” (2014) questo patrimonio è stato in più luoghi cancellato, e nel Paese il cristianesimo è minacciato nella sua stessa esistenza. Particolarmente drammatica è la situazione dei cristiani nelle regioni controllate dall’organizzazione terroristica (e ora in via di liberazione), che rappresenta circa un terzo del territorio dello stato. I cristiani sono vittime di emarginazione, espulsione, asservimento, di attentati mortali ed esecuzioni. Nell’estate 2014, nel giro di pochi giorni, l’intera popolazione cristiana è stata praticamente espulsa dalla città di Mosul.
La maggiore chiesa cristiana dell’Iraq è attualmente la Chiesa cattolica caldea, una chiesa di rito orientale unita a Roma. Ad essa fanno capo circa mezzo milione di fedeli, che però nella maggioranza non vivono più nella loro terra di origine. Negli anni scorsi decine di migliaia sono fuggiti nei paesi vicini. In seguito a queste emigrazioni oggi esiste una numerosa comunità caldea negli Stati Uniti. La Chiesa è presieduta da un Patriarca che risiede a Bagdad.
La chiesa sorella autonoma dei caldei è la Santa, Apostolica e Cattolica chiesa assira dell’Oriente, o più brevemente Chiesa assira. Secondo i dati del Consiglio mondiale delle Chiese, dei circa 320.000 fedeli, la maggior parte non vive più in Oriente. Lo stesso Patriarca, dal 1940, a causa delle difficoltà politiche, ha la sua sede negli Stati Uniti.
Per quanto si riferisce alla liturgia e alla dottrina, esistono tra la Chiesa assira e la Chiesa cattolica notevoli differenze. Gli assiri riconoscono soltanto i primi due Concili ecumenici. Condividono la stessa professione di fede, ma si differenziano sulla dottrina riguardante la natura di Cristo.
SIRIA
Prima dell’inizio della guerra civile vivevano in Siria, in base alle varie stime, da due a tre milioni di cristiani. Secondo “Aiuto alla Chiesa che soffre”, una parte notevole – si parla di un quinto– è nel frattempo morta in guerra o è fuggita. Nello scorso mese di aprile l’alto commissariato delle Nazioni Unite per i profughi parlava di cinque milioni di profughi di guerra che dalla Siria si sono rifugiati nel paesi vicini. L’Organizzazione cristiana “Open doors” parla (fine 2016) di solo 800.000 cristiani rimasti. La Repubblica araba sarebbe perciò uno dei luoghi di permanenza più pericolosi del mondo.
Questa terra costituisce anche la culla del cristianesimo. “Ad Antiochia, come è scritto negli Atti degli Apostoli, i discepoli furono chiamati per la prima volta “cristiani”. L’antica metropoli (oggi Antakya in Turchia) occupava nel cristianesimo delle origini un posto di primo piano. Secondo la tradizione, sarebbe stato lo stesso Paolo a erigere la prima sede episcopale di questa città.
La maggiore comunità cristiana della Siria oggi è il Patriarcato greco-ortodosso di Antiochia e dell’intero Oriente. Fa parte dell’ortodossia bizantina e costituisce una Chiesa autocefala. Il Consiglio mondiale delle Chiese attribuisce ad essa 4,3 milioni di membri sul piano mondiale, di cui solo 1,2 milioni vivono in Medio Oriente. Il capo supremo è il Patriarca di Antiochia, e risiede oggi nella capitale siriana di Damasco.
La seconda maggiore chiesa in Siria è quella melchita, unita a Roma. È una chiesa sorella del patriarcato ortodosso bizantino. Comprende da 1,2 a 1,5 milioni di fedeli la cui maggioranza vive nei paesi del Medio Oriente. Riconosce come capo supremo il vescovo di Roma, ma la guida della chiesa locale è soggetta al patriarca melchita di Antiochia.
Anche la Chiesa ortodossa assira fa riferimento alla Tradizione del patriarcato antiocheno. Il capo supremo di questa Chiesa a cui fanno capo, secondo il Consiglio mondiale delle Chiese, 1,4 milioni di fedeli, risiede oggi a Damasco. Come la Chiesa copta appartiene alle Chiese orientali e condivide anche gli antichi accordi dogmatici del cristianesimo.
Da oltre un secolo molti suoi fedeli hanno lasciato la loro terra di origine in Mesopotamia. La ragione è dovuta ai massacri del regno osmanico nel 1915 e alle successive guerre civili in Siria e nella regione curda. Gruppi numerosi di fedeli vivono oggi nei paesi occidentali.