Cosini Marco
Chiamati a "raccontare"
2017/9, p. 14
Dal 19 al 29 luglio 2017 si è celebrato a Sassovivo il IV Capitolo Generale dei Piccoli Fratelli di Jesus Caritas. Un evento speciale per una comunità che vive una vita molto ordinaria. Nel corso dei lavori è stato eletto anche il nuovo priore.

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IV Capitolo dei Piccoli Fratelli di Jesus Caritas
CHIAMATIA “RACCONTARE”
Dal 19 al 29 luglio 2017 si è celebrato a Sassovivo il IV Capitolo Generale dei Piccoli Fratelli di Jesus Caritas. Un evento speciale per una comunità che vive una vita molto ordinaria. Nel corso dei lavori è stato eletto anche il nuovo priore.
Come si può intuire dal nome, i "Piccoli Fratelli di Jesus Caritas" fanno parte della famiglia spirituale di Charles de Foucauld e costituiscono uno dei venti rami che formano questa grande famiglia di comunità e associazioni legate alla spiritualità del Beato del Sahara. Il denominatore comune di tutte queste realtà è indubbiamente la spiritualità del loro fondatore, legata indissolubilmente alla vita ordinaria e "nascosta" del Beneamato e Fratello Signore Gesù. Per questo motivo parliamo di comunità che affondano le radici della loro vita non tanto in forme di pratiche spirituali straordinarie, quanto nella vita ordinaria che ha caratterizzato gli anni di Gesù a Nazaret. I Piccoli Fratelli di Jesus Caritas ritrovano la fonte del loro vivere nelle dimensioni più autentiche e più antiche della spiritualità cristiana, quelle che si riscontrano nella tradizione biblica e patristica e che l'ultimo Concilio ha riscoperto in modo eminente ed ha "restituito" alla vita della Chiesa tutta: la Parola e l'Eucaristia.
Partendo da queste premesse ci accingiamo a raccontare l'esperienza del Capitolo Generale da poco celebrato. "Quale è stato il tema del vostro incontro?" questa è stata una delle domande più diffuse. Si tratta però di una domanda inappropriata se si prendono sul serio le affermazioni fatte in apertura. Non c'è stato un unico tema che ha guidato le nostre riflessioni; piuttosto abbiamo cercato di vivere in modo straordinario quello che ogni fraternità vive nel suo ordinario. Oppure, se si preferisce, i temi che abbiamo trattato sono quelli individuati dalle nostre Costituzioni come dimensioni essenziali della vita dei Piccoli Fratelli: la fraternità, la preghiera, il lavoro-servizio. Precisamente in quest'ordine, così come le Costituzioni stesse presentano in sintesi l'ideale della vita di questa comunità.
Ritrovarsi insieme,
accogliersi e raccontarsi
La fraternità è stata l'argomento e lo stile con cui abbiamo vissuto i giorni del Capitolo, riscoprendo i legami che tengono uniti i fili del nostro vivere quotidiano. Siamo una piccolissima realtà e questo ha permesso che il Capitolo radunasse tutti i Piccoli Fratelli distribuiti in quattro fraternità. Ritrovarsi insieme, accogliersi e raccontarsi, sono stati il primo obiettivo del nostro incontro. «Al loro ritorno gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto» (Lc 9,10): «Queste parole sono state il punto di partenza e l’ispirazione fondamentale che ci ha guidati nei giorni di confronto e di preghiera che hanno costituito il Capitolo. Ci siamo ritrovati per “raccontare” e per “raccontarci” quanto il Signore ha operato in noi e per mezzo di noi. Abbiamo raccontato la presenza del Signore che ha accompagnato la vita della nostra Comunità, ritrovandoci in pieno nelle parole del salmista: “Affida al Signore la tua via, confida in Lui ed Egli agirà” (Sal 37,5)» (dal Documento Finale).
«Raccontare» è senza dubbio un verbo impegnativo e importante per i discepoli di Gesù. In fondo, la storia della rivelazione, si può sintetizzare in questo verbo: è un raccontarsi di Dio all'uomo e un narrarsi dell'uomo a Dio. È quanto si vive e si riscopre in ogni celebrazione eucaristica: nella proclamazione della Parola riascoltiamo Dio che si racconta e si rivela all'uomo, attualizzando una salvezza della quale diveniamo ogni volta partecipi; nella preghiera liturgica anche l'uomo parla di sé al suo Signore e suo Dio manifestando il bisogno di redenzione e guarigione, chiamando Dio con il suo nome proprio di Padre.
«Raccontare» e «raccontarsi» sono stati dunque l'unico grande tema che ha guidato i nostri passi nei giorni che hanno costituito il IV Capitolo Generale.
La preghiera è la seconda delle dimensioni che le Costituzioni individuano come ideale della nostra vita. Essa ha scandito le giornate di incontro straordinario, proprio nella stessa misura in cui scandiscono quelle della nostra vita ordinaria. Tale preghiera si fonda, molto semplicemente, sulla Parola e l'Eucaristia, senza cercare forme particolari per caratterizzare questo momento di per sé eccezionale. Un ritiro di tre giorni ha introdotto il Capitolo, guidati dalla parola sapiente di mons. Pasquale Cascio, vescovo della diocesi di Sant'Angelo dei Lombardi, nella quale si trova una delle nostre fraternità. In questo contesto, i brani che hanno ispirato le sue riflessioni, sono stati quelli che normalmente guidano la nostra lectio. Abbiamo potuto riassaporare il valore provvidenziale della Parola che avrebbe guidato in ogni caso quelle giornate, anche qualora ci fossimo trovati nel contesto ordinario della vita fraterna. La fraternità come tema e come stile, la preghiera ordinaria come ispirazione per le riflessioni. Non poteva che essere così per la nostra piccola comunità.
Questo stile vissuto nella più grande semplicità apre alla dimensione del servizio. Non il servizio teorizzato in importanti conferenze, ma quello che si è vissuto anzitutto tra di noi nel quotidiano di quei giorni: dall'aiuto per la cucina, alla pulizia degli ambienti, al lavoro di segreteria, all'assistenza dei piccoli fratelli malati e in stato di necessità. Il servizio che, prima di rivolgersi all'esterno, ha caratterizzato le relazioni tra di noi, consapevoli che la vita religiosa presenta come prima urgenza quella di riscoprire il valore di un vivere insieme autentico, nel quale il fratello è avvertito anzitutto e, permettetemi di dire, prima degli altri, appunto come fratello e come amico.
In questo stile così delineato non poteva mancare quella forza “centrifuga" che è l'amore e che costringe ad uscire da se stessi per aprirsi al servizio degli altri, in particolare degli ultimi.
La costituzione delle nuove fraternità si fonda sul principio appena delineato, sempre se rimane ferma la determinazione a vivere l'amore scambievole anzitutto al nostro interno. E così quest'anno, questo stesso amore a Dio e alla Chiesa, come pure ai più poveri, ci ha chiesto un contributo impegnativo, prestando uno dei nostri fratelli al servizio della Chiesa di Roma. E l'amore che Gesù chiede ai suoi è un amore senza calcoli, quegli stessi calcoli che ci avrebbero fatto rispondere, educatamente ma decisamente: "siamo così pochi da non poterci permettere di lasciar partire uno di noi per un servizio al di fuori delle nostre fraternità". Ma non potevamo esimerci dal venire incontro al Vescovo di Roma che con tanta passione e, con lo stesso spirito di servizio e di sacrificio, ci mostra la via verso un modo nuovo, ma sempre antico, di essere Chiesa.
Eletto
il nuovo priore
Il IV Capitolo Generale è stato inoltre per noi un evento storico, in quanto ha visto il passaggio di consegne dal fondatore e priore emerito, fratel Gian Carlo Sibilia, che ha guidato fin dall’inizio i passi della nostra storia, al suo primo successore, fratel Paolo Maria Barducci che ha accolto con responsabilità e gioia questa nuova chiamata da parte del Signore. «Mi sono sentito portato» sono state le parole del nuovo Priore, ripetute innumerevoli volte durante quei giorni: portato dalla storia stessa in cui ci collochiamo, una storia fatta della squisita delicatezza del Signore Gesù che mai ci ha fatto mancare la sua fedeltà e la sua grazia; portato dagli stessi fratelli che hanno espresso in ogni modo la loro stima e la loro riconoscenza a motivo della sua pronta disponibilità.
Ci ha particolarmente impressionato il numero e la qualità dei messaggi che hanno raggiunto la nostra piccola comunità nei giorni del Capitolo, in particolare a motivo di questa nuova pagina del libro della sua vita: dal più semplice dei nostri amici al Segretario di Stato del Vaticano, mons. Parolin, che ha manifestato le sue felicitazioni e ci ha assicurato la preghiera e la benedizione di Papa Francesco.
In definitiva ci sentiamo confermati dal Signore, dai suoi poveri e dalla Chiesa e desideriamo gridare al mondo che è possibile vivere la fraternità e vivere da fratelli, e che il contenuto del nostro messaggio, il nostro carisma, coincide con il nostro stile di vita che è la fraternità stessa vissuta nel nome e nella persona del nostro Beneamato Fratello e Signore Gesù.
fratel Marco Cosini jc