Cabra Piergiordano
Perchè oggi prego
2017/9, p. 4
Quando guardo le nostre solenni montagne e l’immensità del mare e lo splendore del cielo e l’incommensurabile universo con le sue infinite leggi che lo ordinano e le forze che lo muovono verso forme sempre più complesse e sorprendenti, non posso non dire: Come sei bravo! E vorrei dirglielo anche per quelli che non glielo dicono mai e lo rendono forse un poco triste per non essere capito proprio da coloro per i quali ha dispiegato tante meraviglie. Oggi vorrei fargli compagnia, col dirgli la mia ammirazione, cercando le parole più belle che sono state dette a sua lode, in tutte le lingue e in tutti i tempi.

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Testimoni
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PERCHÉ OGGI PREGO
È strano se oggi non trovo strano di sentirmi spinto a pregare per far compagnia al Padrone dell’universo? Non perché immagini che Egli sia solo, d’accordo, ma perché non vorrei comportarmi come fanno quei figli che non sanno apprezzare le cose belle e le fatiche di papà, salvo rimpiangerlo quando è troppo tardi.
Quando guardo le nostre solenni montagne e l’immensità del mare e lo splendore del cielo e l’incommensurabile universo con le sue infinite leggi che lo ordinano e le forze che lo muovono verso forme sempre più complesse e sorprendenti, non posso non dire: Come sei bravo!
E vorrei dirglielo anche per quelli che non glielo dicono mai e lo rendono forse un poco triste per non essere capito proprio da coloro per i quali ha dispiegato tante meraviglie.
Oggi vorrei fargli compagnia, col dirgli la mia ammirazione, cercando le parole più belle che sono state dette a sua lode, in tutte le lingue e in tutti i tempi.
Ma avverto che, avendo creato tutto con la sua Parola, non ha bisogno di molte parole ed è contento che gli dica anche un semplice “grazie”.
Vorrei fargli compagnia per dirgli almeno con calma che sono contento di Lui, anche se non sempre mi viene di dirglielo con tanta convinzione.
Vorrei fargli compagnia, perché lo immagino anche deluso dell’andamento delle cose così come le stiamo gestendo noi suoi figli, noi che stiamo facendoci del male con la ricerca incontrollata delle nostre soddisfazioni personali, senza considerare quello che fa soffrire l’altro.
Come può essere contento un padre che vede i componenti della sua famiglia dilaniarsi, chiudendo il cuore alle mostruose conseguenze della volontà di asservire, del fanatismo, dell’indifferenza?
Vorrei fargli compagnia per sussurrargli di aver pazienza con noi, perché, come Lui ben sa, siamo stati tratti dal fango e quindi siamo attratti dal fango.
Vorrei continuare a fargli compagnia, anche se mi dicesse che avrà pazienza e non intende castigare nessuno, ma che non può impedire che stiamo castigandoci da soli, con la nostra libera corsa all’autodistruzione.
Vorrei fargli compagnia a lungo per riuscire ad avere la confidenza e il coraggio di dargli un consiglio: “Perché non ci mandi una nutrita schiera di uomini e donne che manifestino di vivere nella certezza del tuo Amore, anche quando questo tuo modo di amarci sembra incomprensibile? Uomini e donne che vivono mossi dall’amore verso di Te, che ci innalza e dall’amore verso i nostri simili, che ci immette sulla via della pulizia interiore, dell’onestà, della lealtà, dell’aiuto reciproco?”
Vorrei fargli compagnia, anche se so che poi mi dirà: “Perché non cominci tu?”
Ma è proprio per questo che vorrei fargli compagnia, per essergli talmente vicino da sentire queste parole venire dal suo cuore ed essere toccato nel profondo del mio cuore.
Così mi sarà più spontaneo cominciare personalmente ad accogliere il suo Mistero, suscitando in altri il desiderio di gustare di questa incomparabile compagnia.
E allora, è proprio così strano se oggi desidero fargli un poco di compagnia?
Piergiordano Cabra