Spagnuolo Mabel
Testimoni gioiose della carità
2017/7, p. 30
Riunite in Capitolo, le suore di don Orione hanno riflettuto sul tema: “Donarsi tutte a Dio, per essere tutte del prossimo!”: discepole-missionarie, testimoni gioiose della carità, nelle periferie del mondo. Un’esperienza sintetizzata in quattro parole: gioia, comunione, corresponsabilità e impegno.

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Testimoni
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XII Capitolo generale delle suore di don Orione
TESTIMONI GIOIOSE
DELLA CARITÀ
Riunite in Capitolo, le suore di don Orione hanno riflettuto sul tema: “Donarsi tutte a Dio, per essere tutte del prossimo!”: discepole-missionarie, testimoni gioiose della Carità, nelle periferie del mondo. Un’esperienza sintetizzata in quattro parole: gioia, comunione, corresponsabilità e impegno.
Il nostro Istituto da poco ha celebrato 100 anni della sua presenza nella Chiesa. Il nostro Fondatore, san Luigi Orione ha dato ufficialmente inizio al ramo femminile della Piccola Opera della Divina Provvidenza il 29 giugno del 1915 a Tortona, nella Casa di San Bernardino, dove qualche anno prima nel Collegio per i ragazzi poveri aperto nella periferia della città, gli si è rivelato il Sacro Cuore lasciando questo messaggio: “Da qui partirà la mia misericordia e la mia gloria”.
Da questa casa in periferia, negli anni della guerra e della grande povertà sono uscite tante suore con questa missione: “Ogni abbandonato trovi in voi una sorella in Gesù Cristo e una madre, e mentre sanerete i dolori del corpo, donate alle anime la luce e il conforto di Dio. Ad ogni passo trasfondete fede, purezza, dolcezza, amore di Dio! Donatevi tutte a Dio, per essere tutte del prossimo, e non lasciate di istruirvi per rendervi capaci di illuminare le menti per acquistare le anime” (Don Orione, 18 agosto 1921).
Successivamente don Orione cogliendo le ispirazioni del Signore e le provocazioni provenienti dalle circostanze del tempo, offre anche alle ragazze non vedenti la possibilità di consacrarsi nel suo Istituto nelle comunità delle Suore Sacramentine (1927) chiamate a pregare per coloro che avendo la vista del corpo non riescono a vedere ed accogliere Dio nella loro vita.
E così oggi, le PSMC, come parte viva dell’unica Famiglia carismatica orionina, definita dallo stesso Don Orione come una “pianta unica, ma con molti rami, tutti vivificati dalla stessa linfa” (Figli della Divina Provvidenza, Istituto Secolare Orionino, Movimento Laicale Orionino), portiamo con audacia e con gioia il Vangelo della carità nei quattro continenti, in 17 nazioni.
Un’esperienza
di comunione
Il XII Capitolo generale, celebrato nel mese di maggio 2017, è stato un “kairòs” che ha messo tutto l’Istituto, ancora una volta, sotto la luce e la guida dello Spirito Santo, per riscoprire, nel discernimento e la lettura dei segni dei tempi e delle culture, l’attualità dei principi del nostro carisma specifico e riproporlo in forme nuove e profetiche di espressione evangelizzatrice, sempre più rispondenti alle sfide di questo momento storico.
L’esperienza capitolare può sintetizzarsi in queste quattro parole: gioia, comunione, corresponsabilità e impegno.
Abbiamo vissuto un Capitolo caratterizzato da uno spontaneo clima di gioia, di fraternità e di serenità che ha facilitato lo svolgimento dei lavori, il superamento delle differenze e la discussione matura delle decisioni. La Congregazione avanza in un crescente cammino di maturità, evidenziato dal senso di appartenenza, dall’integrazione delle diversità e dalla libertà delle scelte.
Sono stati particolarmente significativi e motivanti alcuni momenti specifici:
– L’apertura del Capitolo a Tortona, rivisitando le nostre origini nella Casa Madre, dalla quale abbiamo voluto “ripartire”, attualizzando simbolicamente le parole del Sacro Cuore a Don Orione: “da qui partirà la mia misericordia e la mia gloria”.
– I quattro giorni di lavoro capitolare insieme agli invitati, sacerdoti e laici orionini, che hanno arricchito le riflessioni e ci hanno fatto esperimentare la bellezza e la complementarietà della Famiglia carismatica.
– Le luci giunte dai relatori intervenuti al capitolo: il card. João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica (CIVCSVA), il prof. Marco Guzzi, poeta, filosofo e ideatore dei Gruppi “Darsi Pace” e sr. Tiziana Longhitano sfp, Preside ISCSM - Pontificia Università Urbaniana.
– Le varie celebrazioni liturgiche vissute durante il Capitolo che hanno aiutato a situare i lavori e le riflessioni in un quadro simbolico, evangelico e spirituale.
L’incontro con Papa Francesco, che ha coronato le nostre riflessioni con la sua vicinanza e affetto paterno e, soprattutto, con la sua profetica parola per noi.
Ma, l’esperienza capitolare si è diffusa a tutte le PSMC che, attraverso la comunicazione sistematica e puntuale, avviata con l’utilizzo delle varie tecnologie a nostra disposizione, ha fatto vibrare, vivere e seguire, in prima persona, lo svolgimento del XII Capitolo generale, non solo alle nostre Suore ma anche a tutta la Famiglia orionina e alle diverse chiese locali in tutto il mondo.
Questo coinvolgimento, favorito anche dalla metodologia, ha fatto sentire tutte parte viva e attiva del Capitolo, e ha già predisposto le persone all’accoglienza e alla corresponsabilità nella realizzazione di quanto abbiamo delineato per l’Istituto.
Nella dinamica
del Vangelo
La dinamica che ha orientato i lavori, già a partire dai Capitoli locali, ha camminato su due binari complementari: il Vangelo e il metodo.
Il binario del Vangelo: attraverso l’incontro di alcune “donne” con Gesù.
Nei Capitoli locali, la figura della “donna emorroissa” che, nel trovare e toccare Gesù, guarisce e recupera la libertà; nei Capitoli provinciali e regionali, la figura della “donna peccatrice” che nel lavare i piedi di Gesù, fa un’esperienza nuova dell’amore e della misericordia e riacquista la sua dignità. Per ultimo, il Capitolo generale, vissuto nello spirito e nell’atmosfera pasquale dell’incontro di “Maria Maddalena” con Gesù Risorto, ha immerso le riflessioni dell’assemblea nell’ottica della speranza, della bellezza, del coraggio e della profezia della Pasqua.
È stato Papa Francesco ad offrirci provvidenzialmente la quarta donna del Vangelo, la “Donna” per eccellenza: Maria! Così ha chiuso il suo discorso: “Concludo proponendovi come esempio per la vostra missione e per il vostro servizio ai poveri l’icona della Visitazione. Come la Vergine Maria, mettetevi in cammino, in fretta – non la fretta del mondo, ma quella di Dio – e piene della gioia che abita il vostro cuore cantate il vostro magnificat”.
Abbiamo capito subito tutte, che lo Spirito ci vuole condurre ancora, nel “quarto tempo”, il “tempo post-capitolare”, il “tempo” dell’incarnazione e dell’azione, avendo come madre, come compagna e come luce, la figura di Maria nella Visitazione!
Il binario del metodo: attraverso i vari passaggi graduali, orientati al raggiungimento dell’obiettivo del Capitolo alla luce del motto e del tema.
I passaggi metodologici sono stati principalmente quelli, ormai, collaudati dal cammino di rinnovamento che la Congregazione sta facendo da diversi anni. Il Capitolo generale ha potuto entrare in contatto con la realtà di tutto l’Istituto attraverso le diverse relazioni e le conclusioni dei Capitoli provinciali e regionali. Abbiamo rivisitato queste realtà alla luce del Vangelo, del carisma e dei documenti della Chiesa e siamo arrivate così, attraverso il discernimento, a definire con grande realismo e concretezza la “Situazione globale dell’Istituto” dalla quale sono state ulteriormente identificate le “Decisioni”. Queste si diversificano in otto Linee di azione corrispondenti alle aree della consacrazione, della formazione e del carisma, a quelle della missione, della pastorale giovanile vocazionale e del IV voto di Carità, e per ultimo le aree del servizio di governo e dell’amministrazione dei beni. Le Linee di azione sono accompagnate da specifiche “Priorità” e “Motivazioni”.
Il Capitolo, inoltre, ha approvato undici “Decisioni su argomenti vari”, corrispondenti ad alcune proposte pervenute al Capitolo generale.
Il tutto costituisce ora una grande sfida alla nostra responsabilità, al nostro impegno personale e comunitario e al nostro amore e fedeltà all’Istituto e al carisma fondazionale.
L’accoglienza dell’inedito:
le decisioni
Il Capitolo ha dedicato un importante spazio nelle riflessioni ad alcuni argomenti fondamentali per il nostro essere “discepole missionarie” orionine, e che sono stati inseriti fra le priorità per l’animazione del sessennio. Vorrei sottolineare in particolare:
– il bisogno di riqualificare tutti gli aspetti della vita consacrata e di riformare le strutture comunitarie perché siano a servizio della persona, della fraternità e dello spirito di famiglia;
– l’urgente bisogno di rivedere gli itinerari formativi inculturati; riproporre cammini “iniziatici” nel vissuto della fede, della VC e della spiritualità, più attenti alla persona e ai segni dei tempi;
– la necessità comune di riprendere, con rinnovato slancio, l’approfondimento e il vissuto del IV voto di Carità con un itinerario formativo comune e sistematico;
– l’urgenza di un discernimento sulle opere e servizi con la conseguente localizzazione del Progetto Apostolico dell’Istituto, per ricuperare la loro apostolicità e profezia, in cogestione con i laici, in apertura al territorio e alle nuove periferie esistenziali;
– la necessità di programmare, come Famiglia carismatica, una “Pastorale giovanile vocazionale” più incisiva, più vicina ai giovani di oggi e di testimoniare nelle comunità la bellezza e la gioia della consacrazione;
– l’urgenza di essere concretamente una “congregazione in uscita” rischiando nuove forme di espressione evangelizzatrice nelle periferie esistenziali e nelle missioni “ad gentes”, con strutture più snelle e, anche, senza strutture, inserendoci nel lavoro in rete con altre istituzioni ecclesiali;
– il bisogno di riqualificare il servizio di autorità in chiave pastorale, curando la formazione e la scelta delle persone per questo servizio, anche per quanto riguarda il servizio di amministrazione dei beni e l’economia.
Di fondamentale importanza è stata la corale approvazione dell’istituzione dell’Assemblea post-capitolare di programmazione nelle Province e Delegazioni, che permetterà, attraverso una metodologia specifica, di elaborare i Progetti provinciali e regionali per il sessennio, per l’attuazione delle Decisioni del Capitolo generale e dei rispettivi Capitoli provinciali e regionali.
La sfida di una
“intimità itinerante”
Maria si alzò, e andò in fretta…” (Lc 1,39).
Maria, subito dopo l’annuncio dell’Angelo, ci insegna come è la personalità di chi, “donandosi tutta a Dio” si mette subito, “in fretta”, in cammino “per essere tutta del prossimo”, in una “intimità itinerante”, coraggiosa e gioiosa. Maria ci dice che il “dono” di Dio è per essere “donato”!
Nell’intimità del suo seno, gravido di Dio, Ella si mette in cammino, pellegrina, itinerante… L’esperienza personale di Maria “non è solitaria e intimistica, puramente individualistica, perché la Vergine Madre è consapevole di avere una missione da compiere per l'umanità e la sua vicenda”. L’esperienza dell’inedito di Dio in Lei, non la lascia chiusa nella paura, ma la rende “missionaria”!
Don Orione stesso ci invita a questa “intimità itinerante”: “Portiamo con noi, e ben dentro di noi, la divina fiamma di quella Carità che è Dio; e, pur dovendo andare tra la gente, serbiamo in cuore quel celeste silenzio che nessun rumore del mondo può rompere”.
Le Decisioni del XII CG, non possono essere accolte se non in questo atteggiamento mariano e orionino: entrare, con Maria e come Maria, in questa “dinamica” che esige credere e consegnarsi, accoglienza e donazione, qui e ora, “in fretta” perché “caritas Christi urget nos!”… la carità di Cristo ci brucia e ci spinge ad andare “subito” alle periferie esistenziali dove lo stesso Cristo ci attende nel volto dei poveri e dei sofferenti, dei nuovi scarti della società.
Caritas Christi
urget nos!
Certamente il tempo capitolare si è concluso, ma lascia aperta la porta ad un nuovo “tempo”, il tempo della concretezza, dell’impegno. Una tappa si chiude ma un’altra, ancora più impegnativa, inizia, e inizia da ciascuna di noi.
Tutte siamo oggi all’inizio di un tempo nuovo, carico di sfide, di speranze e di attese: il tempo della prontezza mariana!
Maria, “dopo l’annuncio dell’Angelo, è andata in fretta, non ha perso tempo, è andata subito a servire. È la Vergine della prontezza, la Madonna della prontezza. Subito è pronta... Lei non si fa aspettare: è la Madonna della prontezza, va subito a servire”.
Il tempo post-capitolare è il tempo “decisivo” dell’uscire, delle risposte, delle riforme concrete. Il Capitolo offre a tutto l’Istituto lo strumento prezioso con cui ripartire insieme e rischiare nuove risposte, nuove frontiere, nuove periferie nelle quali portare l’annuncio, come Maria, “con prontezza”, perché “Caritas Christi urget nos!” e la carità non conosce remore, non consente attaccamenti nostalgici, non accetta paure né pigrizia!
La domanda da farci è: siamo pronte per partire? Siamo pronte per “uscire”, in fretta e con gioia, verso le periferie del mondo? Siamo disposte a spogliarci dei vecchi “otri” per diventare “otri” nuovi che accolgano il “vino nuovo” che il Capitolo ci dona? Vogliamo giocare la nostra vita perché la Congregazione sia più bella e attraente per le giovani? Siamo disposte a lasciarci spingere dal fuoco della carità di Cristo?
Certamente sì! Don Orione ci dice: “fidando nella infinita carità del Signore, ora, nel nome di Gesù, comincio; mi umilio, ma non mi voglio avvilire; e voglio essere tutto e solo roba del Signore e delle anime”.
Allora, se non vogliamo rimanere ferme, bisogna correre con Maria e affrontare il cammino come Lei, come dice Papa Francesco: “con grande realismo, umanità, concretezza. Tre parole sintetizzano l’atteggiamento di Maria: ascolto, decisione, azione. Parole che indicano una strada anche per noi di fronte a ciò che ci chiede il Signore nella vita. Ascolto, decisione, azione”.
Vi chiamate e siete per vocazione “missionarie”, vale a dire evangelizzatrici, e nello stesso tempo siete al servizio dei poveri. Sorelle, siate missionarie senza frontiere. A tutti, ma specialmente ai poveri, nei quali siete chiamate a riconoscere la carne di Cristo, portate la gioia del Vangelo che è Gesù stesso. A tutti mostrate la bellezza dell’amore di Dio che si manifesta nel volto misericordioso di Cristo. Con questa bellezza riempite il cuore di quanti incontrate. La vicinanza, l’incontro, il dialogo e l’accompagnamento siano il vostro metodo missionario. E non lasciatevi rubare la gioia dell’evangelizzazione”.
Per noi, PSMC, ma per tutta la VC, è questione di vita o di morte!
sr. M. Mabel Spagnuolo
Superiora generale