Cabra Piergiordano
La vittoria del "Sì"
2017/7, p. 12
Parlando della “Vittoria del sì”, vorrei riferirmi ad una persona concreta, incontrata nella sala d’attesa di un ambulatorio medico. Era una suora piuttosto avanti negli anni, ma giovanile e spiritosa, che stava curando un’incipiente deformazione del mento che si abbassava verso il petto. Non l’avevo mai incontrata. “Cara Sorella,- mi capitò di dire scherzando - questi sono i rischi del dire sempre di sì. A forza di abbassare il capo, questo non si alza più”.

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LA VITTORIA DEL Sì
Sebbene fossero i giorni della “vittoria dei sì “al referendum in Irlanda, non sto alludendo a quel fatto, anche perché questa vittoria è stata considerata una sconfitta per l’umanità.
Non alludo neppure alle carriere costruite da chi sa dire sempre di sì a coloro che stanno in alto, dagli “yesmen”, dagli “uomini del sì”, che hanno il torcicollo a forza di guardare in alto per spiare i minimi desideri del potente di turno, per assecondarli e possibilmente prevenirli, con lo scopo di entrare nelle sue grazie e quindi salire in alto, entrando nel giro di chi conta. Il torcicollo è una deformazione dei carrieristi di ogni istituzione, non esclusa quella ecclesiastica, prodotta dal “guardare al piccolo dall’alto” delle piccole scale umane, trascurando le altre direzioni, guardando le quali, il collo avrebbe mantenuta la sua elasticità.
Parlando della “Vittoria del sì”, vorrei riferirmi ad una persona concreta, incontrata nella sala d’attesa di un ambulatorio medico. Era una suora piuttosto avanti negli anni, ma giovanile e spiritosa, che stava curando un’incipiente deformazione del mento che si abbassava verso il petto. Non l’avevo mai incontrata.
“Cara Sorella,- mi capitò di dire scherzando - questi sono i rischi del dire sempre di sì. A forza di abbassare il capo, questo non si alza più”.
E lei, dopo una gustosa risata: “E’ vero, è da cinquant’anni che sono in Africa e ho sempre detto di sì a tutta quella povera gente. E sono lieta d’averlo fatto e vorrei farlo ancora”. E lo disse con slancio.
Allora mi sembrò davvero che a forza di guardare in basso, anche la testa si ostinasse a non guardare altrove. Altro che torcicollo! Mi commossi. “Come si chiama, Sorella”?
“Sono suor Vittoria”
“Sorella, Lei sì che è “la Vittoria del sì”
“Grazie Padre, scommetto che Lei scriverà qualche cosa sui rischi del dire sì”.
“Ecco, Sorella, ho corso il rischio di dire cose banali, sul suo “sì” così vero da essere scolpito nel suo corpo. Il suo “sì” è una vittoria dell’umanità”.
Per questa volta mi scuserà, se ho parlato di Lei?
Piergiordano Cabra