Per i Giuseppini del Murialdo, un “anno speciale”
2017/7, p. 9
Per i Giuseppini del Murialdo il 2017 è un “anno speciale”
per i vari eventi che lo caratterizzano. «È speciale
– scrive il superiore generale p. Mario Aldegani, in
una lettera all’Istituto intitolata “Siate ricolmi di gioia”,
in occasione della festa liturgica annuale del Fondatore,
san Leonardo Murialdo, il 18 maggio scorso – perché insieme
al Murialdo, noi ricordiamo e veneriamo anche
un suo figlio e nostro fratello, p. Giovanni Schiavo, di cui
stiamo preparando la beatificazione, che si celebrerà a
Caxias do Sul (Brasile) il prossimo 28 ottobre.
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Per i Giuseppini del Murialdo, un “anno speciale”
Per i Giuseppini del Murialdo il 2017 è un “anno speciale” per i vari eventi che lo caratterizzano. «È speciale – scrive il superiore generale p. Mario Aldegani, in una lettera all’Istituto intitolata “Siate ricolmi di gioia”, in occasione della festa liturgica annuale del Fondatore, san Leonardo Murialdo, il 18 maggio scorso – perché insieme al Murialdo, noi ricordiamo e veneriamo anche un suo figlio e nostro fratello, p. Giovanni Schiavo, di cui stiamo preparando la beatificazione, che si celebrerà a Caxias do Sul (Brasile) il prossimo 28 ottobre. Il Beato p. Giovanni Schiavo ci testimonia che l’avventura della santità è possibile per tutti e ci impegna a prendere sul serio le parole del nostro Fondatore: “Fatevi santi… e fate presto!”».
Lo è inoltre «perché, mentre approfondiamo insieme il tema del “Carisma per fare famiglia”, con l’intento e il desiderio di rafforzare la consapevolezza e la gioia di appartenere ad una “Famiglia Carismatica”, stiamo preparando, insieme a tutta la Chiesa, il Sinodo dei Giovani dell’ottobre 2018, e stiamo avviando come congregazione la “stagione capitolare” che avrà il suo culmine (non la sua conclusione!), nel Capitolo Generale XXIII del giugno 2018, a Quito».
Per la scelta del tema di questo scritto, p. Aldegani si è ispirato alla prima Lettera di S. Pietro, là dove l’apostolo scrive: ¨Siate ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove...” (1 Pt 1,6).
È una gioia che si fonda sulla consapevolezza «che Gesù “cammina con noi”, sulle nostre strade a volte piene di delusione e di paura, come quelle dei discepoli di Emmaus, adeguando la velocità della Sua gioia alla lentezza dei nostri passi tristi».
Tre sono gli ambiti in cui, secondo il padre, si esprime questa gioia.
«È, anzitutto, la gioia della consacrazione. La gioia di una vita interiore intensa e autentica, capace davvero di interpretare le vicissitudini dell’esistenza dentro le certezze e la grazia che danno forma alla nostra esistenza. Il Signore ci ha chiamato, ci ha consacrato, senza per nulla guardare ai nostri meriti, ma per Grazia, solo per Grazia. Il Signore ci sostiene ad ogni passo, ci rialza con la sua misericordia, ci concede sempre fiducia e futuro. Ci invita a non temere, a non essere turbati, piuttosto a osare la speranza mettendo le mani nel segno dei chiodi, a camminare anche nel buio, a volte, senza perderci d’animo».
In secondo luogo, è la gioia della comunione. «Abbiamo una famiglia, siamo una famiglia di fratelli. E, nel carisma condiviso, di fratelli e di sorelle. La famiglia non è un ideale, ma un “concreto vivente”, con le sue povertà e i suoi miracoli quotidiani. Non un luogo di perfezione, ma un luogo di misericordia e di perdono.
È così per tutte le famiglie. È così per la nostra. Ma la gioia della comunione è il sapere che non siamo soli, siamo popolo, siamo comunità nella fatica e nella grazia dei giorni e del cammino».
Perciò, esorta p. Algedani «vogliamo bene a questa famiglia, che il Signore ci ha dato, amiamola con la sua storia ricca di santità, con il suo presente pieno di fecondità, con il suo futuro colmo di promesse. Amiamola anche nelle sue fragilità, che sono le nostre.
Quando Madre Teresa ricevette il Premio Nobel le fu chiesto: “Che cosa dobbiamo fare per migliorare il mondo”, lei risposte semplicemente: “Andate a casa e amate la vostra famiglia!”».
Il terzo ambito della gioia è la missione: «una missione semplice e bellissima, che ci ha lasciato il Murialdo e che ci ha preso il cuore e la vita: educatori cristiani dei giovani, specialmente poveri. Ognuno di noi è questa missione, questa passione, questo impegno. Lo viviamo in forme diverse nelle diverse stagioni della vita, a seconda delle condizioni di salute o dei ruoli che occupiamo, ma per noi giuseppini i giovani, specialmente quelli poveri, restano sempre il centro dei nostri pensieri, delle nostre fatiche e speranze, delle nostre aspirazioni: meritano ogni nostro sacrificio.
Incontrarli per noi è sempre una gioia, accompagnarli è una consolazione, dedicare la vita a loro la nostra passione. La vita di un giuseppino del Murialdo non può aver senso né gioia se non ha i giovani e i poveri nei pensieri, nelle azioni, nella preghiera! Penso che se nel cuore portiamo questa gioia rendiamo ai giovani il servizio più importante perché siamo come pagine aperte di Vangelo, diamo loro speranza e fiducia nella vita e nel futuro, spesso difficili per loro.
E siamo anche attrattivi: la gioia è contagiosa; fa bene incontrare persone allegre, serene, benevolenti, fiduciose, generose. Siamo così tutti noi, se alimentiamo nel cuore la gioia della consacrazione, della comunione e della missione.
La seconda parte della lettera è dedicata al Sinodo del 2018 «che stiamo preparando con tutta la Chiesa». P. Aldegani scrive: «Considero che sia una specie di “chiamata” per la nostra congregazione, che apre con la conferenza interprovinciale del prossimo giugno in Messico la stagione capitolare.
“I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”: per noi, figli del Murialdo, è come parlare la nostra lingua propria, assaporare il nostro pane». Perciò, «vi invito a partecipare in tutte le forme possibili a questo cammino della Chiesa che vuole ascoltare i giovani, “metterli al centro” (espressione ben nota a noi… da tempo!) e, come ha detto Papa Francesco, renderli protagonisti del prossimo Sinodo.
Chissà se noi saremo capaci di farli diventare anche un po’ protagonisti della nostra imminente stagione capitolare!».
P. Aldegani termina dicendo: «Per intercessione di san Leonardo Murialdo e con la forza della vostra preghiera, il Signore ci illumini per intravedere il cammino per il nostro futuro, costruendolo a partire dal nostro presente, come una comunità di consacrati nella Famiglia del Murialdo, testimoni dell’amore misericordioso di Dio, vicino ai giovani, dalla parte dei poveri, con la gioia del Vangelo».