Arrighini Angelo
In programma importanti eventi della Vita Consacrata
2017/7, p. 4
Nel corso dell’assemblea USG, il 25 maggio, la celebrazione eucaristica conclusiva della giornata è stata presieduta dal Segretario del dicastero vaticano sulla vita consacrata, mons. José Carballo, già ministro generale dei frati minori. Commentando i doni messianici del Cristo risorto, nella sua omelia, si è soffermato soprattutto su quelli della pace, della gioia, della profezia e della testimonianza. Tutte queste dimensioni, insieme a quella della speranza, ha detto, «non possono mancare nella vita di un consacrato; diversamente rischieremmo di diventare dei gestori di un’azienda, prima o poi, destinata alla chiusura».

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In programma importanti eventi della Vita Consacrata
Nel corso dell’assemblea USG, il 25 maggio, la celebrazione eucaristica conclusiva della giornata è stata presieduta dal Segretario del dicastero vaticano sulla vita consacrata, mons. José Carballo, già ministro generale dei frati minori. Commentando i doni messianici del Cristo risorto, nella sua omelia, si è soffermato soprattutto su quelli della pace, della gioia, della profezia e della testimonianza. Tutte queste dimensioni, insieme a quella della speranza, ha detto, «non possono mancare nella vita di un consacrato; diversamente rischieremmo di diventare dei gestori di un’azienda, prima o poi, destinata alla chiusura». Riferendosi al tema dell’assemblea in corso sul discernimento vocazionale, citando l’istruzione “Ripartire da Cristo”, ha invitato i superiori generali a essere «liberi dalla tentazione del numero o dell’efficienza». Purtroppo, ha aggiunto, in questi ultimi 13 anni, la media degli abbandoni della vita consacrata è di circa 2.200 all’anno. Di fronte a questa “emorragia”, che nell’anno in corso potrebbe ulteriormente dilatarsi, è facile lasciarsi prendere dal “pessimismo”. «Il Signore, ha concluso, ci conceda di essere abitati da questi doni pasquali della pace, della gioia, della profezia, della speranza e della testimonianza, per fare della nostra vita una fiaccola che illumina il cammino degli uomini del nostro tempo».
Al termine poi della celebrazione eucaristica, direttamente dall’altare, mons. Carballo, ha ricordato alcuni eventi più immediati riguardanti il mondo della vita consacrata. Entro quest’anno, dovrebbe essere portata a termine la revisione delle “Mutuae relationes”, su cui sta lavorando da tempo una commissione mista (Cei-Dicastero vaticano) con una consistente presenza di religiosi. Prima dell’estate la bozza definitiva dovrebbe essere trasmessa al papa. Nella nuova edizione del documento, si vorrebbe evidenziare anche nel titolo (non più “Mutuae relationes”, ma “Direttorio”?), una maggiore forza vincolante dei suoi contenuti. Un altro documento in gestazione riguarda le “Linee orientative sulla gestione dei beni ecclesiastici da parte dei religiosi”, comprendente due parti: una carismatico-teologica, l’altra tecnica. Anche questo documento è già a buon punto. Sono in preparazione, inoltre, due Istruzioni del dicastero, una sull’Ordo Virginum e l’altra sulle Contemplative. Infine sono già stati programmati due congressi, il primo (a fine novembre-inizio dicembre), un mini-congresso, con 60-100 invitati, sul tema della Consacrazione, e il secondo (maggio 2018) un Congresso internazionale sulla vita consacrata aperto a tutti. Senza ulteriori dettagli soprattutto su quest’ultimo evento, mons. Carballo, ha infine salutato e ringraziato tutti i superiori generali presenti per quanto fanno per il bene della vita consacrata nel mondo, ricordando loro che il dicastero, compatibilmente con i sovrabbondanti impegni dell’agenda quotidiana, rimane sempre e comunque la “loro casa” dove saranno sempre i “benvenuti”.
Nella mattinata conclusiva di venerdì 26 maggio, in continuità con i temi delle prime due giornate, i superiori generali si sono confrontati soprattutto sulla bozza di lavoro di quello che dovrebbe essere il contributo della USG al prossimo Sinodo dei vescovi sui giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Al tema i superiori generali avevano già precedentemente dedicato un pomeriggio intero nei gruppi linguistici. Sulla base dei resoconti di questi incontri, don Francesco Cereda, vicario generale dei salesiani, aveva elaborato la bozza di lavoro presentata in aula. Dall’ultimo confronto in aula è emerso un forte disagio per il “risultato molto deludente” sul documento in preparazione. Di quali giovani, ci si è chiesto a voce alta, si sta parlando? Solo di quelli che frequentano i “nostri” ambienti? E tutti gli altri giovani emarginati e lontani? Questa “salutare provocazione” ha in qualche modo stimolato tutti i presenti non semplicemente a rivedere i contenuti della bozza di lavoro, ma a dedicare convintamente tutta la prossima assemblea di novembre alla problematica giovanile, simulando, per quanto possibile, con una eventuale presenza variegata e significativa di giovani, l’assise sinodale.