Maria in Lutero e nei riformatori
2017/6, p. 22
Che posto occupa la Madonna nel pensiero di Lutero
e in quello degli altri riformatori? Ne parla
Katholische Kirche in Deutschland in un breve intervento
nel servizio on line del 10 maggio scorso, in cui si
avvale anche del contributo di Michael Heymal, parroco,
professore di teologia e collaboratore scientifico
presso l’archivio centrale della Chiesa evangelica di
Hessen e Nissau.
Nella Chiesa evangelica per lungo tempo, osserva
katholisch.de, alla domanda su Maria, i cristiani della
Riforma scuotevano il capo come per dire: “Maria? Ma
è qualcosa che riguarda i cattolici”. Era un modo di
pensare che si era sviluppato dopo la separazione secolare
avvenuta con la Riforma ed esprimeva pregiudizi
che ne erano derivati.
Ma il catechismo per gli adulti della Chiesa unita evangelica-
luterana della Germania del 1989 risponde in
maniera più precisa: «Maria non è soltanto “cattolica”;
è anche “evangelica”.
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MARIA IN LUTERO E NEI RIFORMATORI
Che posto occupa la Madonna nel pensiero di Lutero e in quello degli altri riformatori? Ne parla Katholische Kirche in Deutschland in un breve intervento nel servizio on line del 10 maggio scorso, in cui si avvale anche del contributo di Michael Heymal, parroco, professore di teologia e collaboratore scientifico presso l’archivio centrale della Chiesa evangelica di Hessen e Nissau.
Nella Chiesa evangelica per lungo tempo, osserva katholisch.de, alla domanda su Maria, i cristiani della Riforma scuotevano il capo come per dire: “Maria? Ma è qualcosa che riguarda i cattolici”. Era un modo di pensare che si era sviluppato dopo la separazione secolare avvenuta con la Riforma ed esprimeva pregiudizi che ne erano derivati.
Ma il catechismo per gli adulti della Chiesa unita evangelica-luterana della Germania del 1989 risponde in maniera più precisa: «Maria non è soltanto “cattolica”; è anche “evangelica”. I protestanti lo dimenticano troppo facilmente. Maria infatti è la Madre di Gesù, ed è più vicina a lui dei suoi più prossimi discepoli”.
Due anni dopo i luterani tedeschi assieme alla Federazione mondiale luterana hanno pubblicato un manuale evangelico intitolato “Maria la Madre di Nostro Signore” allo scopo di informare sulla venerazione di Maria nelle altre confessioni, ma anche sulla propria dottrina e pietà mariana. In questo manuale si dice che non esiste nessuna particolare mariologia e nessuna forma di invocazioni alla Madonna. Tuttavia si critica anche il fatto che gli evangelici “si scandalizzino facilmente della devozione mariana dei cattolici”, e la percezione “approssimativa” che ne hanno. Scopo del libro è presentare Maria da un punto di vista ecumenico.
Anche Michael Heymel nelle sue conferenze alle comunità ecclesiali, si propone lo stesso scopo quando parla di “Maria dal punto di vista evangelico” oppure quando spiega come si possa tenere una predica su Maria dal punto di vita evangelico. Heymal, da poco pastore emerito della Chiesa evangelica di Hessen e Nassau, ritiene importante formulare una particolare posizione su Maria e non solamente dire che cosa essa non è rispetto ai cattolici. A questo scopo egli approfondì ciò che dicono al riguardo nei loro scritti Lutero, Giovanni Calvino e Zwingli. Scrive: «Una delle maggiori scoperte per me è stata di costatare che esiste una certa forma di “lode a Maria nei riformatori”. Martin Lutero infatti ha predicato che Maria fu illuminata dallo Spirito Santo e come essa nel Magnificat esprima la sua esperienza delle grandi cose compiute in lei da Dio. Lutero l’ha chiamata senza alcuna difficoltà Madre di Dio e ne ha esaltato l’umiltà: è colei che porta in sé l’Altissimo, che compie le cose di tutti i giorni, va a piedi da Elisabetta, anche se le sarebbe convenuto essere trattata come una regina. “Secondo Lutero, tuttavia, Maria non vuole che la si preghi, ma che si preghi Dio insieme con lei”. Ciò avviene anche ora quando insieme con Maria si esegue uno dei tanti canti ispirati al Magnificat. In essi si evita di rivolgersi a Maria in quanto interceditrice – come per esempio nella Salve Regina – cosa che Lutero rifiuta. Per i protestanti, infatti, sottolinea Heymel, Cristo è l’unico mediatore e perciò per i fedeli non è comprensibile che si debba pregare Maria perché interceda.
Biblicamente fondata oppure no?
Nell’epoca successiva alla Riforma Maria costituì teologicamente un argomento di controversia nei confronti del cattolicesimo, scrive Heymel. Tuttavia i giorni di festa mariana, biblicamente fondati, furono conservati fino all’illuminismo. In seguito, Maria rimase semplicemente un argomento dei teologi di professione, finché nei dialoghi ecumenici del 20° secolo venne riscoperto anche ciò che ci unisce, cioè Maria in base ai testi biblici e alla professione di fede. Heymel osserva che nei calendari liturgici luterani è previsto che si possa ricordare Maria, come nella quarta domenica di Avvento, nel tempo di Natale e della Passione e inoltre a Pentecoste. Inoltre sono indicati alcuni particolari giorni mariani, in cui le letture e le preghiere possono essere scelte al posto dei testi domenicali: la Presentazione di Gesù (2 Febbraio), l’Annunciazione della nascita del Signore (25 marzo), la Visitazione di Maria (2 luglio). Saranno naturalmente celebrate come feste di Cristo, ma offriranno la possibilità di mettere l’accento sulla figura di Maria nei canti, nelle preghiere e nella predica.
Il Magnificat, cantico di Maria riportato nel Vangelo di Luca, ha un grande significato in molte confessioni.
Heymal ha esaminato anche gli scritti dei fondatori delle Chiese evangeliche riformate. G. Calvino ha una posizione più distaccata rispetto a Lutero e ha rifiutato qualsiasi atto di culto a Maria, pur ammettendo che Maria come Madre del Signore è grandemente da lodare. Il riformatore di Zurigo, Ulrich Zwingli, ha fondato invece il suo modo di presentare Maria sul fatto che tutte le donne devono essere onorate e rispettate. Si è opposto a che le donne fossero costrette a vivere in una grande povertà e nella riservatezza.
“C’è in Zwingli un tratto sociale nella spiegazione dei testi mariani”, afferma Heymel. Tuttavia anch’egli accettò una devozione mariana biblicamente fondata.
Un’altra confessione che non rifiuta la venerazione a Maria è costituita degli anglicani. Dall’Inghilterra, dove la venerazione a Maria ha dietro di sé una lunga tradizione, si è sviluppata lungo i secoli un’ampia gamma di forme di pietà mariana. Ciò che è sempre rimasto, nonostante gli influssi dei Puritani, è la preghiera o canto del Magnificat ai vespri.
Un deciso rifiuto invece trova la devozione a Maria in molti movimenti evangelicali e liberali. Per costoro, tali pratiche sono un’idolatria contraria alla Bibbia. Tuttavia, conclude Heymel, il fatto che Maria sia una donna tutta particolare, chiamata o scelta da Dio per una grande missione, non è seriamente contestato da nessuna comunità cristiana.
La stessa fonte katholisch.de dedica alcune considerazioni anche alla comprensione che ne hanno le chiese ortodosse. Queste si differenziano nettamente dalle chiese della Riforma, ma si distinguono, almeno in parte, anche dalla Chiesa cattolica. La maggior parte degli orientali, gli ortodossi e i cattolici professano che Maria non è solo madre di Cristo vero uomo, ma anche di Cristo vero Dio, come è stato definito nel concilio di Efeso del 431. Anche gli ortodossi professano il dogma di Maria sempre vergine prima, durante e dopo la nascita di Gesù. E oltre che genitrice di Dio (Theotokos) e sempre vergine, è ritenuta anche la loro interceditrice e ausiliatrice: è colei che sta al di sopra delle potenze celesti e dei santi poiché Dio l’ha scelta “fin dall’eternità” ad essere Madre del suo Figlio. Ma nella dogmatica ortodossa, diversamente da quella cattolica, non esiste alcuna specifica mariologia; il ruolo di Maria è trattato all’interno della cristologia. Tuttavia Maria occupa un posto del tutto significativo in particolare nella liturgia. Quattro delle maggiori feste, sulle dodici celebrate dagli ortodosssi, si riferiscono a lei: la Nascita di Maria (8 settembre), la sua Presentazione al tempio (21 novembre), l’Annunciazione (25 marzo) e la morte di Maria (Dormitio) il 15 agosto. Inoltre ogni sabato è dedicato in linea generale alla sua memoria.
Ma anche se la liturgia proclama Maria intemerata e senza macchia di peccato, l’ortodossia non professa la dottrina della immacolata concezione perché ha una comprensione diversa del peccato originale rispetto alla chiesa cattolica. Nella morte di Maria, i teologi ortodossi trovano un argomento che contrasta con l’esenzione dal peccato originale, poiché, secondo la lettera ai Romani 6,23, la morte è definita “il salario del peccato”. Nel concepimento di Anna, ritenuta secondo il protovangelo di Giovanni madre di Maria, l’ortodossia non parla di una concezione immacolata, ma vede il segno di Dio per il fatto che una coppia anziana e sterile come Gioacchino e Anna ha generato un figlio.