2017/6, p. 1
Nel loro complesso, le forme nuove di VC hanno
consapevolezza dell’appartenenza ecclesiale. Particolarmente
sottolineata è la dimensione carismatica e il ruolo dello
Spirito Santo nella vita del credente. Ma la mancanza di
normative canoniche lascia eccessivi margini di incertezza.
2017/6, p. 4
L’ultima volta che durante l’ora di adorazione eucaristica è stato intonato
l’inno Adoro Te devote, mi ha sorpreso la frequenza della parola
“latitanza”.
In un primo momento ho pensato alle mie latitanze durante queste ore,
quando l’attenzione tende a vagare altrove, ora con scarso stupore, ora con
motivato timore, ora con tiepido fervore.
Eppure questa volta la mia attenzione non si ferma sulla mia latitanza,
perché è la divinità che si nasconde: Adoro Te devote latens deitas. Si
nasconde per farsi cercare, lasciando larghe tracce.
Quel pezzo di pane bianco è qualche cosa di stupefacente, che parla del
lungo cammino, pieno di sorprese che dal Big bang iniziale ha portato al
formarsi, solo pochi millenni or sono, le condizioni delle coltivazioni del grano.
Il Creatore latita in quell’ostia, come dietro ogni sua opera, ma qui si aspetta
un grazie frutto di ammirato stupore.
2017/6, p. 5
Padre David Kinnear Glenday, Segretario generale
dell’Unione superiori generali (USG), ed ex superiore
generale dei Comboniani, ci parla della grande gratitudine
con cui vive i 150 della fondazione del suo Istituto che
s’intreccia anche con i 40 anni del suo sacerdozio.
2017/6, p. 6
Nella storia dell’istituto comboniano, come scrive il
Notiziario mensile Familia Comboniana dello
scorso mese di aprile in un inserto, a firma di Romeo
Ballan, vi sono quattro avvenimenti strettamente legati
tra di loro: la divisione (1923), la riunificazione e la
nuova Regola di vita (1979), la canonizzazione di Comboni.
La divisione è stata certamente una dolorosa ferita
quando nel 1923 avvenne la spaccatura dell’Istituto in
due Congregazioni separate e autonome. «La data –
scrive il Notiziario – ha il valore di uno spartiacque, una
linea di confine fra un prima e un dopo nel cammino
verso la riunificazione che culminò nel 1979».
2017/6, p. 9
2017/6, p. 10
L’esperienza dura ormai da 21 anni ed è aperta a tutti. In
questo tempo non sono mancati momenti difficili. Alti e
bassi sono diventati normali, ma sempre la Parola ha vinto
su tutto e tutti. Non siamo stati noi a vincere, ma la
Parola, che opera “con la potenza dello Spirito” (1Ts 1,5).
2017/6, p. 14
I primi 15 anni dopo l’ordinazione o la professione
perpetua, sono il tempo entro cui, normalmente,
avvengono gli “scossoni” più grossi di assestamento. È il
momento di misurarsi sulla propria tenuta di fronte alle
difficoltà e possibili crisi. Ci sono dei “sì” e dei “no” da
dire: sette concrete indicazioni operative.
2017/6, p. 16
«La risposta concreta a questa fondamentale domanda
è nascosta senza equivoci nei nostri quotidiani
“si” e nei nostri quotidiani “no”. Ripercorrendo
i “consigli evangelici”, che abbiamo scelto come mezzo,
come modalità di percorso per la nostra missione di
consacrati e di sacerdoti, desidero indicare, anche se in
maniera molto parziale, alcuni “sì” e alcuni “no” che, a
mio parere, dobbiamo dire e mettere in pratica se vogliamo
essere coerenti, se vogliamo dare un senso e se
vogliamo che questa opzione di vita abbia un’efficacia
nel nostro vivere quotidiano».
2017/6, p. 18
Difficile fare delle ipotesi per rispondere a cosa si
potrebbe fare. Purtroppo la più realistica è quella che
vede il perdurare dell’attuale realtà e quindi l’incancrenirsi
di una situazione, con poche speranze d’uscita.
2017/6, p. 20
Nella chiesa evangelica tedesca, nata dalla Riforma di
Lutero, le comunità religiose e gli Ordini monastici erano
del tutto scomparsi. Era rimasta però un’eredità latente
che ha ripreso a vivere nelle nuove comunità sorte nei
sec. 19° e 20°, e oggi considerate “un tesoro”.
2017/6, p. 22
Che posto occupa la Madonna nel pensiero di Lutero
e in quello degli altri riformatori? Ne parla
Katholische Kirche in Deutschland in un breve intervento
nel servizio on line del 10 maggio scorso, in cui si
avvale anche del contributo di Michael Heymal, parroco,
professore di teologia e collaboratore scientifico
presso l’archivio centrale della Chiesa evangelica di
Hessen e Nissau.
Nella Chiesa evangelica per lungo tempo, osserva
katholisch.de, alla domanda su Maria, i cristiani della
Riforma scuotevano il capo come per dire: “Maria? Ma
è qualcosa che riguarda i cattolici”. Era un modo di
pensare che si era sviluppato dopo la separazione secolare
avvenuta con la Riforma ed esprimeva pregiudizi
che ne erano derivati.
Ma il catechismo per gli adulti della Chiesa unita evangelica-
luterana della Germania del 1989 risponde in
maniera più precisa: «Maria non è soltanto “cattolica”;
è anche “evangelica”.
2017/6, p. 24
L’anno della vita consacrata e i due Sinodi dedicati alla
famiglia non potevano passare senza provocare una
riflessione sulla relazione che intercorre tra queste due
vocazioni all’interno della Chiesa.
2017/6, p. 26
2017/6, p. 27
Una grande sfida in atto è la sopravvivenza delle
organizzazioni nate con finalità apostoliche. Oggi qualcosa
o molto sta cambiando. Da qui la domanda: come si
pongono i religiosi e le religiose di fronte a questa sfida?
2017/6, p. 29
Francesco e Giacinta Marto, i primi bambini non martiri
ad essere proclamati santi. Testimoni delle verità del
vangelo e della fede, messaggeri di pace, per una umanità
riconciliata nell’amore.
2017/6, p. 32
I vescovi parlano della necessità di una conversione che
induca a riflettere prima di tutto sulla questione di giustizia
e sul senso del lavoro. Il lavoro ha una tale valenza
antropologica da non poter essere ridotto alla sola
dimensione economica. Occorre costruire un’economia
capace di sviluppo sostenibile.
2017/6, p. 34
Mettere ordine nella propria vita e nella realizzazione dei
nostri bisogni appare una condizione molto importante
per sperimentare quella gioia di vivere a cui tutti
aspiriamo. Come l’uomo non potrebbe vivere in società
senza la verità, così nemmeno senza la gioia.
2017/6, p. 37
2017/6, p. 38
Una suora in difesa dei dalit
Detenuti cristiani invitati a convertirsi all’islam
Rapimento di una suora colombiana
Oltre ai conflitti, ora anche la fame
2017/6, p. 40
Maria apre ma anche chiude la storia evangelica. Presentata
prima del figlio nell’annunciazione, appare, dopo
la sua ascensione, ancora alle soglie dell’era apostolica,
nel momento conclusivo dell’opera di Cristo. La
prima volta che la Chiesa nascente, il collegio dei dodici
e i fedeli, si presenta radunata, Maria è in mezzo ad
essi. Lei è la madre di Gesù, ma anche la loro madre.
La presenza di Maria
in mezzo a questa
smarrita comitiva
che affolla, paurosa,
il cenacolo,
non risponde soltanto
ad esigenze
«familiari», tocca
soprattutto uno dei
definitivi momenti
della sua missione
sulla terra.
2017/6, p. 41
Nella formazione iniziale c’è molta confusione tra le diverse tappe e
mancanza di chiarezza negli obiettivi propri di ciascuna di esse. Nella
formazione permanente non si distinguono le diverse tappe che sta
vivendo la persona consacrata. Si offre una formazione che vale per tutti,
con il rischio che non risponda alle esigenze di nessuno.
2017/6, p. 46
“La tua Parola mi fa vivere” è il
libro scritto da Erio Castellucci,
arcivescovo di Modena-Nonantola,
per insegnare la Lectio divina
agli studenti universitari. Ma può essere
letto e gustato da tutti, anche per
la vivacità e la freschezza del linguaggio,
attualizzato nella concretezza di
diversi passaggi di vita e orientato a
stimolare il cammino verso l’incontro
con la Parola che dà vita.
2017/6, p. 47
L’A. di questo
volume è sacerdote
basco, docente
di Cristologia
alla Facoltà
teologica di Vitoria.
In 7 capitoli
propone al lettore
alcune domande
e altrettante
piste di riflessione,
di verifica,
di nuove
possibili vie da percorrere per continuare
ad annunciare Dio e il vangelo di Gesù
come buona notizia.