Alleluia in terra straniera
2017/5, p. 8
Mi sembra d’essere diventato un “Bastian contrario”. Se
in Quaresima mi piaceva cantare (privatamente) almeno
qualche volta l’Alleluia, ora nel tempo pasquale ho
qualche difficoltà a cantarla tranquillamente tutti i giorni.
La cosa è nata così: nel recitare il salmo 137, giunto al
punto dove si dice “Come cantare i canti del Signore in
terra straniera?”, mi sono sentito come gli esuli di Sion
sui fiumi di Babilonia: “Come cantare l’Alleluia, il canto
del Signore vittorioso, in questa terra che alimenta
tranquillamente costumi detestabili, che considera un
progresso di civiltà l’abbandonare più o meno
silenziosamente la pratica cristiana, quando addirittura
non si vanta di essere un’era postcristiana?
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Testimoni
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ALLELUIA IN TERRA STRANIERA
Mi sembra d’essere diventato un “Bastian contrario”. Se in Quaresima mi piaceva cantare (privatamente) almeno qualche volta l’Alleluia, ora nel tempo pasquale ho qualche difficoltà a cantarla tranquillamente tutti i giorni.
La cosa è nata così: nel recitare il salmo 137, giunto al punto dove si dice “Come cantare i canti del Signore in terra straniera?”, mi sono sentito come gli esuli di Sion sui fiumi di Babilonia: “Come cantare l’Alleluia, il canto del Signore vittorioso, in questa terra che alimenta tranquillamente costumi detestabili, che considera un progresso di civiltà l’abbandonare più o meno silenziosamente la pratica cristiana, quando addirittura non si vanta di essere un’era postcristiana?
Come cantare il canto di vittoria in una terra ove ti fan sentire straniero o tollerato?
“Ma come - protesta il mio angioletto - non sai che l’Alleluia è il canto di vittoria di uno sconfitto? Di uno che è venuto in casa sua e i suoi non l’hanno accolto? Non sai che tu devi cantare l’Alleluia proprio quando ti senti in terra straniera, là dove il Signore e i suoi seguaci sono messi più o meno elegantemente in disparte, o quando vengono rifiutati?
E poi: da quando un cristiano non è straniero, pellegrino e ospite su questa terra? Hai dimenticato di essere cittadino del cielo? Quando anni fa, ti sentivi a tuo agio a casa tua, era facile per te cantare i canti del Signore. Umano, un po’ troppo umano!
Eppure proprio ora che ti fanno sentire straniero, il tuo Alleluia dirà, con più evidenza, che la tua gioia non è legata solo alla terra e alle sue condizioni favorevoli.
E a quegli esseri umani che, a tuo avviso, si stanno allontanando dalle vie del Signore, dirà che ovunque essi vadano troveranno sempre il loro Creatore misericordioso ad attenderli, per cantare assieme l’insuperabile e perenne Alleluia.
Perché se essi l’abbandonano, Lui non li abbandona, se essi lo scarteranno come pietra d’inciampo, Lui sarà pietra solida di ogni ricostruzione, anche per loro.
E tu non essere lamentoso. Tu canta Alleluia e il Signore completerà per te l’opera sua (cf Sal 137)”.
Grazie, angioletto mio! Meno male ci sei tu!
Piergiordano Cabra