Gellini Anna Maria
Fine corsa. La crisi del cristianesimo come religione confessionale
2017/4, p. 47
Lo studio della religione come fenomeno sociale, se vuole avere utilità analitica, deve de-centrarsi dalla religione cristiana e ri-centrarsi. È in atto un rinnovamento profondo, che sarà lungo e complesso, ma che già si è mostrato fruttuoso.

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Luca Diotallevi Fine corsa. La crisi del cristianesimo come religione confessionale EDB, Bologna 2017
Lo studio della religione come fenomeno sociale, se vuole avere utilità analitica, deve de-centrarsi dalla religione cristiana e ri-centrarsi. È in atto un rinnovamento profondo, che sarà lungo e complesso, ma che già si è mostrato fruttuoso. Di quanto - grazie a questa nuova e «deparrocchializzata» sociologia della religione - possiamo comprendere, quasi nulla avremmo potuto se avessimo ancora impiegato in via esclusiva o prevalente la strumentazione analitica che così bene aveva funzionato sino agli anni Sessanta e anche dopo.
Sul versante della religiosità, si osserva che tra gli italiani i valori relativi a quattro delle sue dimensioni (credenza, partecipazione, identificazione, conoscenza) hanno proseguito la loro discesa, mentre segnali inversi sono continuati a pervenire dal campo della quinta e meno confessionalmente delimitabile dimensione, quella dell'esperienza. Le prime continuano un declino di antica data, l'ultima sembra tenere quando non addirittura crescere. La primissima parte del pontificato di Francesco non ha né inventato né frenato la crisi del neoconfessionalismo cattolico italiano, che ha le sue radici recenti nei due pontificati precedenti. Questa crisi anche con papa Francesco continua in modi tali da concedere sempre più spazio a un cattolicesimo ridotto a religione a bassa intensità.
È stata proprio l'inedita insistenza cristiana sulla trascendenza di Dio che da un lato ha fatto piazza pulita dei vecchi miti e di tutti gli dèi e, dall’altro, ha reso questo Dio identificato con la trascendenza (e dunque la differenza tra il suo esserci e il suo non esserci), sempre meno rilevante per i significati degli eventi sociali. A causa di questa difficoltà della religione, nella società globalizzata, la configurazione dell'ordine sociale è divenuta meno dipendente che in passato dalla religione, se non del tutto indipendente da essa, rendendo più difficile per la Chiesa influenzare processi extrareligiosi.