A voi religiosi dico....
2017/4, p. 4
Quattro anni affascinanti e carichi di energia evangelica:
l’anniversario della elezione di Francesco
(13 marzo 2013 – 13 marzo 2017) si può fare sul fronte
del magistero, dei gesti e dei viaggi, del lavoro della sua
curia, delle decisioni prese e non prese, dei processi avviati
e delle iniziative pastorali e sinodali più rilevanti.
2 encicliche (Lumen fidei, Laudato si’), 2 esortazioni
apostoliche di peso (Evangelii gaudium, il testo di maggiore
riferimento per l’intero servizio petrino, Amoris
laetitia), 19 Costituzioni, 22 motu proprio, 20 lettere
apostoliche, oltre 100 lettere, 12 viaggi in Italia, 20 fuori
Italia. Per quest’ultimo anno (2016-2017) i punti di
maggior rilievo sono la post-sinodale sui due sinodi della
famiglia, Amoris laetitia, il viaggio ecumenico a Lund
(Svezia) per i 500 anni della Riforma, il viaggio a Lesbo
(Grecia) per il tema dei migranti e rifugiati e l’appuntamento
a Cracovia per la Giornata mondiale della gioventù
(tema del prossimo sinodo).
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A voi religiosi dico…
Quattro anni affascinanti e carichi di energia evangelica: l’anniversario della elezione di Francesco (13 marzo 2013 – 13 marzo 2017) si può fare sul fronte del magistero, dei gesti e dei viaggi, del lavoro della sua curia, delle decisioni prese e non prese, dei processi avviati e delle iniziative pastorali e sinodali più rilevanti.
2 encicliche (Lumen fidei, Laudato si’), 2 esortazioni apostoliche di peso (Evangelii gaudium, il testo di maggiore riferimento per l’intero servizio petrino, Amoris laetitia), 19 Costituzioni, 22 motu proprio, 20 lettere apostoliche, oltre 100 lettere, 12 viaggi in Italia, 20 fuori Italia. Per quest’ultimo anno (2016-2017) i punti di maggior rilievo sono la post-sinodale sui due sinodi della famiglia, Amoris laetitia, il viaggio ecumenico a Lund (Svezia) per i 500 anni della Riforma, il viaggio a Lesbo (Grecia) per il tema dei migranti e rifugiati e l’appuntamento a Cracovia per la Giornata mondiale della gioventù (tema del prossimo sinodo).
Si può fare anche attraverso le sue numerose interviste (oltre 30; cf. articolo da pag. 1). Ma, per quanto riguarda la vita consacrata, le risposte sono molto ridotte. Non perché il papa non ci pensi (basti accennare all’anno della vita consacrata), ma perché le domande dei giornalisti non incrociano la testimonianza dei religiosi, come non intercettano molti altri aspetti della vita ecclesiale (dalla liturgia ai movimenti ecclesiali, dalle questioni teologiche alla vita delle Chiese locali ecc.).
La parte più rilevante è contenuta nei testi dei dialoghi fra il papa e i religiosi\e (che si possono considerare interviste in termini molto approssimati) registrate in Civiltà cattolica (nn. 3918, 3925, 4000) e alcuni altri passaggi.
I punti nodali che tornano sono il carisma, la vita comune e la profezia. «Il carisma non è una bottiglia di acqua distillata. Bisogna viverlo con energia, rileggendolo anche culturalmente. Ma così c’è il rischio di sbagliare, direte, di commettere errori. È rischioso. Certo, certo: faremo sempre degli errori, non ci sono dubbi. Ma questo non deve frenarci, perché c’è il rischio di fare errori maggiori».
«La fraternità ha una forza di convocazione enorme. Le malattie della fraternità, d’altra parte, hanno una forza che distrugge. La tentazione contro la fraternità è ciò che più impedisce un cammino nella vita consacrata».
«La vita comunitaria? Alcuni santi l’hanno definita una continua penitenza. Ci sono comunità in cui la gente si spella e si spiuma! Se la misericordia non entra nella comunità non va bene». «La fraternità religiosa, pur con tutte le differenze possibili, è una esperienza di amore che va oltre i conflitti».
«I religiosi sono profeti… Nella Chiesa i religiosi sono chiamati in particolare ad essere profeti che testimoniano come Gesù è vissuto su questa terra, e che annunciano come il Regno di Dio sarà nella sua perfezione. Mai un religioso deve rinunciare alla profezia». «Svegliate il mondo! Siate testimoni di un modo diverso di fare, di agire, di vivere … Si tratta di lasciare tutto per seguire il Signore. No, non voglio dire “radicale”. La radicalità evangelica non è solamente dei religiosi: è richiesta a tutti. Ma i religiosi seguono il Signore in maniera speciale, in modo profetico. Mi attendo da voi questa testimonianza». «La profezia del Regno non è negoziabile. L’accento deve cadere nell’essere profeti, e non nel giocare ad esserlo».
L’unico luogo e il riferimento certo della vita consacrata è la Chiesa e il popolo santo di Dio. «E l’insieme dei fedeli è infallibile nel credere, e manifesta questa sua infallibilitas in credendo mediante il senso soprannaturale della fede di tutto il popolo che cammina … Non bisogna dunque neanche pensare che la comprensione del “sentire con la Chiesa” sia legata solamente al sentire con la sua parte gerarchica».
Alcuni altri temi possono essere accennati: la donna, la povertà, le nuove fondazioni.
«Bisogna approfondire meglio la figura della donna nella Chiesa. Bisogna lavorare di più per fare una profonda teologia della donna». «Le donne sacerdote: (la Chiesa) non può farlo. Il papa san Giovanni Paolo II, in tempi di discussione, dopo lunga, lunga riflessione lo ha detto chiaramente». «È vero che le donne sono escluse dai processi decisionali della Chiesa: escluse no, ma è molto debole l’inserimento della donne lì, nei processi decisionali … Per me è molto importante l’elaborazione delle decisioni: non soltanto le decisioni, ma anche l’elaborazione, e cioè che le donne, sia consacrate sia laiche, entrino nella riflessione del processo e della discussione. Perché la donna guarda la vita con occhi propri e noi uomini non possiamo guardarla così».
«Il problema soldi è un problema molto importante, sia nella vita consacrata, sia nella Chiesa diocesana. Non dobbiamo mai dimenticare che il diavolo entra per le tasche: sia le tasche del vescovo, sia le tasche della congregazione. … Io vi dico una cosa, e questo vale anche per altre situazioni, ma quando un istituto religioso si sente morire, sente che non ha capacità di attirare nuovi elementi, sente che forse è passato il tempo per il quale il Signore aveva scelto quella congregazione, la tentazione è l’avidità. Perché? Perché pensano, almeno abbiamo i soldi per la nostra vecchiaia. Questo è grave. … Ma mai, mai il denaro è una soluzione per i problemi spirituali». Alcune congregazioni dicono: “No. Ora che il convento è vuoto, facciamo un hotel, un albergo, e possiamo ricevere gente, così ci manteniamo e ci guadagniamo”. Ebbene, se vuoi fare questo, paga le tasse».
«Ma mi preoccupa anche un’altra cosa: il sorgere di alcuni nuovi istituti religiosi che sollevano alcune preoccupazioni. Non dico che non debbano esserci nuovi istituti religiosi! Assolutamente no. Ma in alcuni casi mi interrogo su che cosa stia accadendo oggi. Alcuni di essi sembrano una grande novità, sembrano esprimere una grande forza apostolica, trascinano tanti e poi … falliscono. A volte si scopre persino che dietro c’erano cose scandalose … Ci sono piccole fondazioni nuove che sono davvero buone e che fanno sul serio. Vedo che dietro queste buone fondazioni ci sono a volte anche gruppi di vescovi che accompagnano e garantiscono la loro crescita. Però ce ne sono altre che nascono non da un carisma dello Spirito Santo, ma da un carisma umano, da una persona carismatica che attira per le sue doti umane di fascinazione. Alcune sono, potrei dire, “restaurazioniste”: esse sembrano dare sicurezza e invece danno solo rigidità».
Lorenzo Prezzi