2017/3, p. 1
Una visione a tutto campo sugli attuali problemi che la
vita consacrata attraversa, alla luce dei cambiamenti in
atto e delle prospettive aperte da papa Francesco. Braz de
Aviz è convinto che ci siano tanti elementi positivi in
movimento e che la vita consacrata sopravviverà se si
riaccende nei cuori la passione di seguire il Signore.
2017/3, p. 3
Molti sono i fattori
che condizionano la fedeltà in questo
che è un cambio di epoca e non solo un’epoca di cambio,
in cui risulta difficile assumere impegni seri e definitivi.
... Il primo fattore che non aiuta a mantenere
la fedeltà è il contesto sociale e culturale nel quale ci
muoviamo. Viviamo immersi nella cosiddetta cultura
del frammento, del provvisorio, che può condurre a vivere
“à la carte” e ad essere schiavi delle mode. Questa
cultura induce il bisogno di avere sempre delle
“porte laterali” aperte su altre possibilità, alimenta il
consumismo e dimentica la bellezza della vita semplice
e austera, provocando molte volte un grande vuoto
esistenziale.
2017/3, p. 5
Un mio giovane amico mi ha fatto dono di una copia di
un sereno crocifisso del ‘300. Ho pensato di appenderlo
alla parete che sta accanto ai piedi del mio letto, così
che mi sia ben presente.
All’inizio tutto è andato tranquillo: “Meglio addormentarsi
con la tua immagine che con quelle della TV”, gli dicevo
sorridendo.
Ma in questi giorni mi è capitato improvvisamente di
volerlo ignorare, di far finta che non ci fosse, fino al
punto di non riuscire più a guardarlo. E ne ero
dispiaciuto.
2017/3, p. 6
C’è in America una coscienza critica che rifiuta le
disposizioni che il neo presidente americano Donald
Trump sta emanando, soprattutto in tema di immigrazioni.
Fortemente critiche anche le suore che non hanno esitato
a manifestare al presidente il loro disappunto.
6 Testimoni
2017/3, p. 9
La Leadership Conference of Women Religious
(LCWR) è profondamente turbata da molti recenti
ordini esecutivi del presidente Trump. Le sue malriposte
priorità e il discredito dei valori che costituiscono
il fondamento di questa nazione minacciano tutti
noi.
Siamo profondamente preoccupate per gli ordini esecutivi
dell’amministrazione riguardanti l’immigrazione
e il reinsediamento dei rifugiati perché servono solo a
minacciare le comunità di frontiera, spingono ancor
più nella clandestinità i membri della nostra comunità
di immigrati e mettono in pericolo coloro che fuggono
dalla violenza.
2017/3, p. 10
La sfida che oggi si pone in Italia riguarda una
strutturazione meno provvisoria degli Istituti superiori di
scienze religiose (ISSR) e di un possibile riconoscimento
da parte dello Stato italiano dei titoli di studio erogati.
2017/3, p. 12
2017/3, p. 13
L’insegnamento della religione cattolica uscito dalla
revisione del Concordato, nel 1984, ha retto bene alla
prova della facoltatività. A 30 anni dall’avvio ha confermato
un’adesione che sfiora l’88% degli studenti delle scuole
statali.
2017/3, p. 15
Nel martirio di oggi oltre all’aspetto cristologico ed
eucaristico, c’è anche un lato escatologico e apocalittico,
perché il martire anticipa la fine per il suo tempo ed è
capace con il suo sacrificio di essere giudizio non solo per
il mondo ma anche per i cristiani e la chiesa pellegrinante.
2017/3, p. 16
Croyah significa Luogo della croce, nel dialetto sassou
parlato in Guinea (Conakry). Qui, nei pressi della città
di Kindia, a circa tre ore di viaggio dalla capitale verso
l’interno, si trova il Monastero della Santa Croce di Friguiagbé.
È il primo monastero femminile della Guinea,
fondato nel 1996 dalle Suore benedettine di Maumont.
Oggi vi convivono sei sorelle, tre francesi e tre guineane.
Le diversità di età, cultura, formazione e condizione
canonica (2 novizie e quattro professe) costituiscono
una sfida che si aggiunge alle richieste esigenti della
vita monastica e rendono emblematico il progetto,
spirituale ed esistenziale, del monastero di Croyah.
2017/3, p. 19
Nella Quaresima la Chiesa e ogni credente può riscoprire
la verità della propria chiamata e il senso fondamentale
della sua vocazione. Significa riacquistare i tratti perduti
del volto di Cristo, restaurare, sotto l’azione dello Spirito
l’immagine di lui plasmata in noi nel nostro Battesimo.
2017/3, p. 20
Iniziando proprio dalla terminologia, crediamo che la
dicitura “opere di misericordia” non si riveli la più appropriata
a definirle. Propendiamo infatti a sostituire il
termine “misericordia” con “giustizia”.
Quando parliamo di misericordia infatti risulta evidente
a tutti la connotazione della gratuità di un gesto, di
una parola, posti in atto per prendersi cura di chi ha bisogno
di qualcosa.
In questo senso, parlare di misericordia significa riferirsi
innanzitutto al rapporto di Dio con l’uomo
2017/3, p. 23
Insieme alle due guerre mondiali e al fenomeno del
totalitarismo hitleriano, la rivoluzione russa del 1917 è
stata certamente uno degli elementi che maggiormente
hanno contribuito a determinare il volto dell’Europa e del
mondo nel XX secolo.
2017/3, p. 25
La storia di Emmanuel è tragica. Per la sua morte, per le
circostanze in cui è avvenuta, per il persecutore. Un sogno
infranto, una donna lasciata sola, un clima ostile, un suo
persecutore nemmeno cosciente di come agiva e di che
cosa è responsabile.
2017/3, p. 27
Il codice paterno e maschile è sotto sospetto nella
mentalità diffusa. La pregiudiziale si insinua nel vissuto
quotidiano e raggiunge anche le premesse antropologiche
(e teologiche) della spiritualità cristiana e della prassi
ecclesiale. Abbiamo interpellato in proposito Osvaldo Poli,
psicologo.
2017/3, p. 29
La vita religiosa in Germania è costantemente in
declino. Va verso l’estinzione o un nuovo futuro?
È l’interrogativo che ci si pone osservando le statistiche.
In questi ultimi 50 anni il numero degli Istituti religiosi
femminili in Germania è diminuito dell’85%. Una
drammatica situazione che può essere attribuita a diverse
cause, tra cui la secolarizzazione. E questa emorragia
non si arresta.
2017/3, p. 30
2017/3, p. 31
È stato pubblicato il documento preparatorio al prossimo
Sinodo dei vescovi sul tema “I giovani, la fede e il
discernimento vocazionale”. La domanda cui rispondere è:
come aiutare i ragazzi ad incontrare il Dio e la Chiesa di
Gesù, senza poter fare più troppo affidamento sulle
dinamiche familiari e a quelle della socialità diffusa?
2017/3, p. 34
La Conferenza COP22, più che provvedimenti concreti, ha
finito per fissare le procedure e il piano di lavoro per il
monitoraggio degli impegni presi da ciascun paese e
l’istituzione del Fondo Verde per aiutare i paesi in via di
sviluppo nella lotta al riscaldamento globale.
2017/3, p. 36
2017/3, p. 39
Il silenzio non è che un mezzo al servizio dell’ascolto
e della Parola.
L’uso della parola non è qualcosa di spontaneo né facile
da conquistare. Domanda una buona conoscenza
di sé e una padronanza delle sue reazioni istintive. Esige
soprattutto di sviluppare in sé una vita interiore abitata
dalla presenza del Signore.
Il silenzio non è una
consegna, una disciplina
che venga imposta.
Il silenzio è qualcuno
che si guarda, lo si vive,
qualcuno che si respira
e la cui presenza,
giustamente, suscita di
continuo lo stupore e il
rispetto.
2017/3, p. 40
Da un piccolo seme, è iniziata una storia incredibile, che ci ha portato in
giro per il mondo con migliaia di progetti di sviluppo. Siamo andati lì
dove il cuore ci suggeriva, perché l’opera della pace cresce attraverso
gesti concreti, azioni e relazioni buone.
2017/3, p. 46
Luigi Gioia, monaco benedettino e
docente di ecclesiologia e teologia
al Pontificio Ateneo s.Anselmo di Roma,
ha analizzato con notevole realismo
vari aspetti del monachesimo, letti
come colonne portanti della vita ecclesiale:
l’evangelizzazione, l’agire cristiano,
il celibato e la castità, la leadership,
la sofferenza e la prova, la vita
spirituale e l’esperienza di Dio, la riforma
delle strutture e l’attività teologica.
2017/3, p. 47