Cabra Piergiordano
Il cielo
2017/2, p. 4
“In principio Dio creò il cielo” (Gen 1,1). Ci pensava da tempo, quando ancora non esisteva il tempo. Ci pensava, guardando perplesso quegli spazi vuoti, quando ancora non esisteva lo spazio né il vuoto. Pensava tra Sé e Sé, quasi in un consiglio di famiglia: “Se pensiamo ad allargare la famiglia, facendo l’uomo a nostra immagine e somiglianza, occorre fare le cose in grande, preparare un habitat maestoso e solenne, degno di Noi e del destino di quelli che potrebbero essere i futuri figli”. Quando decise di mettere su casa, per la sua futura famiglia, nacqui io, il cielo.

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IL CIELO
“In principio Dio creò il cielo” (Gen 1,1).
Ci pensava da tempo, quando ancora non esisteva il tempo.
Ci pensava, guardando perplesso quegli spazi vuoti, quando ancora non esisteva lo spazio né il vuoto.
Pensava tra Sé e Sé, quasi in un consiglio di famiglia: “Se pensiamo ad allargare la famiglia, facendo l’uomo a nostra immagine e somiglianza, occorre fare le cose in grande, preparare un habitat maestoso e solenne, degno di Noi e del destino di quelli che potrebbero essere i futuri figli”.
Quando decise di mettere su casa, per la sua futura famiglia, nacqui io, il cielo.
Aveva commissionato alla Sapienza, suo Architetto, di preparare un bel progetto abitazionale dove l’Eterno potesse vivere con quelli che venivano dal tempo, un luogo affascinante e desiderabile come la meta delle mete, gigantesco per ricordare che Egli è immenso e onnipotente. Stabile e ordinato, pur nella vertiginosa velocità di masse enormi, per dire che la sua legge funziona ed è affidabile. Splendido per razionalità e bellezza. Sorprendente per l‘armonia del tutto, tale da strappare la lode e l’adorazione.
Quando si passò alla realizzazione, fu un’esplosione di energia, di leggi, di materia, di tempo e di spazio, che nel breve giro di qualche miliardo di anni, attraendosi e respingendosi, formarono quel cosmo stupefacente, immenso, ordinato e terribile, magnifico e misterioso, al quale guardano gli umani con occhi incantati, con strumenti sempre più sofisticati, sempre con ammirazione e tremore.
Eppure, quello che voi vedete è soltanto una briciola del cielo. Io sono soltanto un cielo, messo lì per fare da scenario all’avventura umana. Io sono un cielo non illimitato, anche se è, e sarà difficile arrivare ai suoi confini.
Sono specchio di altri cieli smisurati, che, a loro volta sono un pallido riflesso di un cielo al di sopra dei cieli ove ha il trono il Creatore dei cieli. E’ lì che Egli ha preparato, accanto a Lui la vostra abitazione.
Io, sono solo l’anticamera. Sono stato creato come il cielo visibile per suggerirti quello invisibile. Perché tu sappia che sei atteso e Chi ti attende.
Quando “In principio Dio creò il cielo”, mi disse: “Canta la mia gloria. Chissà che qualcuno ti ascolti”! E così “I cieli narrano la gloria di Dio, l’opera delle sue mani annuncia il firmamento” (Salmo 20)
“O Signore nostro Dio, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra, voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza” (Salmo 8)
Piergiordano Cabra