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Per dialogare, ha detto, occorre una “apertura del cuore”.
Così, con uno stile rispettoso, ma sincero, davanti al Corpo
diplomatico, le autorità dello stato, i rappresentanti della
società civile, ha mandato a tutti un messaggio cristallino
e inequivocabile.
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Il grande desiderio di Papa Francesco di compiere un
viaggio apostolico in India non si realizzerà. Mancano
le condizioni. Eppure, nell’ottobre 2016, di ritorno
dall’Azerbaijan, parlando a braccio con i giornalisti,
aveva definito questo viaggio “almost sure”, quasi sicuro,
confermando che la visita in India e Bangladesh
rientrava nei suoi progetti per il 2017. Ma, per almeno
due anni, fino a dopo le elezioni politiche del 2019, e in
base al loro andamento, non se ne parlerà.
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Ancora prima di apprendere il latino, potevo ripetere a memoria la prima pagina
del Vangelo di Giovanni, proprio dall’Initium sancti evangelii secundum
Joannem. Non che fossi particolarmente dotato, ma, servendo Messa, lo sentivo
recitare tutti i giorni, o quasi, e il brano era entrato spontaneamente nella
mente, come una musica continuamente ascoltata.
I più giovani non sanno che la Messa, prima del Concilio, non terminava con la
benedizione e l’Ite missa est, ma continuava con la lettura “In principio erat
Verbum, che si interrompeva a “plenum gratiae et veritatis”. Il testo, che stava
scritto sulla “cartagloria” posta sulla sinistra dell’altare, per me chierichetto,
doveva essere molto importante, se era recitato alla fine di ogni Messa.
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La grande sfida che ci sta davanti è, una volta di più,
quella di evitare una lettura delle differenze esistenti,
anche profonde, come uno scontro tra il bene e il male, e
di rifiutare la demonizzazione dell’altro.
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Nel corso della 57° Assemblea dei superiori maggiori
d’Italia che si è tenuta a Salerno dall’8 al 10
novembre sul tema Fedeltà e perseveranza, a cui hanno
partecipato 120 superiori maggiori di tutti gli ordini
religiosi presenti in Italia, sono stati forniti alcuni dati
sull’andamento attuale della vita consacrata.
«Nel suo insieme – ha affermato mons. José Rodriguez
Carballo, segretario della Congregazione per gli istituti
di vita consacrata e le società di vita apostolica – la
vita consacrata è una realtà che gode buona salute: ha
vitalità, esprime significatività ed è scuola di santità.
Ma è innegabile che ci sono dei lati oscuri, come gli abbandoni
che, come dice Papa Francesco, sono una
emorragia tra frati e suore.
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Che ha da dire la Chiesa sul lavoro, nell’Italia che ancora
soffre le conseguenze della crisi economica? Conosciamo
livelli record di disoccupazione giovanile. Inoltre tra nord
e sud si consuma un divario statistico non solo per
l’occupazione, ma anche per la carenza di opportunità di
formazione.
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Se la presenza della Chiesa d’oltralpe nelle situazioni di
disagio e povertà aveva una lunga storia, i tempi erano
maturi per intensificare l’azione: i bisogni che emergono
dalla società si moltiplicavano a vista d’occhio e diventava
sempre più necessario riuscire ad intercettarli.
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“Prima di essere un momento di riflessione sulle questioni
pratiche, un Capitolo è l’esperienza spirituale comune di
un ritorno alla sorgente della chiamata, personale e
comunitaria.” (Papa Francesco, udienza alle piccole sorelle
di Gesù, 2 ottobre 2017). Eletto un Consiglio generale
completamente nuovo.
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Che ne è del vissuto di fede di molti uomini e donne che
non si sposano né si consacrano? La loro voce non ha
corso nella pastorale ecclesiale. Domande e suggestioni
anche per la vita consacrata.
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L’obbedienza e la pratica dell’obbedienza nella vita
consacrata ripropongono la valenza cristologica e liberante
del terzo voto. Intervista a p. Ugo Sartorio.
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Madre Caterina ha ben armonizzato in sé clausura e
missione unificate in un medesimo zelo che voleva a tutti
i costi dilatare il regno eucaristico. È definita una
“missionaria dell’Ostia”, di quel Gesù che è creduto con
fede presente nel prossimo, in ogni uomo e donna che
cerca il senso del proprio andare, una parola che ne
incoraggi il cammino.
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Il territorio è come paralizzato da un groviglio
inestricabile di conflitti in contrasto tra loro. Molti sono
determinati da ragioni soprattutto economiche che
vedono la presenza di multinazionali interessate alle
ricchezze forestali e del sottosuolo congolese. Il ruolo
importante della Chiesa cattolica.
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In questi ultimi mesi ci sono stati eventi ecclesiali di
grande rilevanza per l’educazione e la scuola e in modo
particolare per la scuola paritaria cattolica. Tra questi ne
ricordiamo alcuni.
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I religiosi sono chiamati a sperimentare e mostrare che
Dio è capace di colmare il nostro cuore e di renderci
felici. Ma quali sono i presupposti e quali le condizioni che
anche le persone consacrate devono tenere presenti se
vogliono fare l’esperienza di una gioia autentica?
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Dio è venuto per redimerci, per unirci a lui, per unirci
tra di noi, per rendere uguale alla sua la nostra volontà.
Egli conosce la nostra natura, ne tiene conto, e ci ha dato
quindi quanto ci può aiutare a raggiungere la meta.
Il divin Bambino si è fatto maestro e ci ha detto ciò che
dobbiamo fare per compenetrare di vita divina un’intera
vita umana, non basta inginocchiarsi una volta
l’anno davanti al presepe e lasciarsi commuovere dal
fascino della notte santa.
Bisogna vivere l’intera
vita in quotidiana
comunicazione con
Dio, ascoltare le parole
che Dio ha pronunciato
e che ci sono state
tramandate, e seguire
queste parole.
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La liturgia oggi è in stato di sofferenza: abbisogna di una parola autorevole
e chiara che confermi la riforma, di un nuovo soffio che le ridia dinamica,
che il rinnovamento attuale della Chiesa, voluto e propiziato da papa
Francesco, sia accompagnato da un rinnovamento della vita liturgica.
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