Il mistero del Natale
Il racconto cristiano
L'amore che chiama
2017/11, p. 47
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Testimoni
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Edith Stein, Il mistero del Natale EDB, Bologna 2017
Nel mirabile scritto di Edith Stein, discepola poi assistente e quindi critica acerrima del fondatore della fenomenologia, Edmund Husserl, fattasi, da ebrea tedesca, cattolica e suora, deportata e uccisa dal nazismo ad Auschwitz e infine portata, da Giovanni Paolo II, alla gloria degli altari, non esita a osservare che «tutto il Vangelo di Giovanni è un balbettìo di parole intorno alla luce eterna, che è amore e vita. Dio in noi e noi in lui». Con il Natale il Verbo si incarna, prende un corpo, ne sottolinea i limiti, ma ne giustifica nello stesso tempo, e in qualche modo ne «divinizza», la presenza. In questa prospettiva, il mistero dell'incarnazione è il primo, essenziale passo verso la comprensione totale della vita. È in questo da vedersi il cambiamento rivoluzionario. Il Verbo che si fa carne è Dio, che decide di abitare tra gli uomini. Edith Stein coglie questo momento fondamentale con estrema chiarezza: «Bisogna vivere l'intera vita in quotidiana comunicazione con Dio».
Luciano Monari Il racconto cristiano EDB, Bologna 2017
Monari, vescovo di Brescia, si propone con il suo libro di testimoniare che il Vangelo di Cristo è uno stimolo a vivere umanamente e non un impedimento; una provocazione ad aprirsi agli altri, una sollecitudine ad amare, a perdonare e non a vendicarsi, ad accettare la verità e a non deformarla per paura o per interesse. Nei primi 14 capitoli viene delineata la vita di Gesù così come la racconta la fede cristiana: una vita nella quale Dio si è fatto vicino all'uomo; una vita che ha il suo compimento nel dono di sé. Il racconto è motivato dalla sua capacità di illuminare, sanare, orientare, la vita dell'uomo. Nel capitolo 15 si parla del cosmo, mistero e dono di Dio, di fronte al quale cade ogni autosufficienza umana. Nei capitoli 16 e 17 è delineato lo scheletro essenziale dell'esistenza dell'uomo come un processo che, di passo in passo, tende verso il superamento di sé nell'atto di amore. L’amore autentico si realizza nel mondo ma non è mondano: viene da Dio e a Dio tende.
Anna Maria Canopi L’amore che chiama EDB, Bologna 2017
Madre Canopi, abbadessa del monastero benedettino Mater Ecclesiae, sull’Isola San Giulio, propone una ricca riflessione sulla vocazione e la vita monastica. «Lo scopo della consacrazione monastica è infatti quello di essere al servizio di Dio non solo per i membri della propria comunità, ma anche per tutti i fratelli, ovunque essi si trovino e a qualunque condizione sociale, politica e religiosa appartengano». Quella del monaco e della monaca è una vita offerta per portare al cospetto di Dio l'esperienza quotidiana di tanti fratelli e sorelle. Un primo dono fatto al mondo dalle persone consacrate è la testimonianza che ogni uomo e ogni donna hanno una vocazione e che «il nostro compito è quello di cercare umilmente di scoprirla e riconoscerla». Non ci sono vite senza valore, si tratta solo di comprendere quello che rende unica la propria: «Ognuno ha un suo posto, per piccolo che sia: siamo tutti chiamati, tutti scelti. Bisogna saperlo riconoscere e accoglierlo, dicendo: "Eccomi!"».