Cabra Piergiordano
Primo e due novembre:santi e morti
2017/11, p. 5
Se tutti i santi sono morti, non tutti i morti sono santi. Ma la moltitudine dei morti desidera passare dalla semplice categoria di defunto a quella più prestigiosa di santo. Defunto è l’aspirante santo rimandato ad ottobre, anzi a novembre. Per questo, quando si avvicina novembre, c’è fermento fra i defunti, che sperano d’essere aiutati da noi viventi a fare il grande salto di categoria. Negli ultimi anni sembra che i tempi di attesa si siano allungati, perché la nostra memoria si è accorciata e gli aiuti che inviamo sono appariscenti come i fiori, ma privi della influente raccomandazione della preghiera e della carità.

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PRIMO E DUE NOVEMBRE: SANTI E MORTI
Se tutti i santi sono morti, non tutti i morti sono santi.
Ma la moltitudine dei morti desidera passare dalla semplice categoria di defunto a quella più prestigiosa di santo. Defunto è l’aspirante santo rimandato ad ottobre, anzi a novembre. Per questo, quando si avvicina novembre, c’è fermento fra i defunti, che sperano d’essere aiutati da noi viventi a fare il grande salto di categoria. Negli ultimi anni sembra che i tempi di attesa si siano allungati, perché la nostra memoria si è accorciata e gli aiuti che inviamo sono appariscenti come i fiori, ma privi della influente raccomandazione della preghiera e della carità.
I santi che festeggiamo in questi giorni sono i santi anonimi, che non appaiono in nessun calendario, che non sapevano neppure loro d’essere santi, che sovente non sono stati neppure capiti. Sono persone che hanno vissuto la normalità cristiana, facendo investimenti coraggiosi e oculati dei propri beni, dei propri affetti, delle proprie aspirazioni, non schiacciati sul periodo breve del “qui e ora”, ma proiettati sul periodo lungo del “non ancora”.
Perché non tentare di diventare uno di questi santi normali, prima di essere un defunto qualunque, rimandato di novembre in novembre?
UNA STRANA PROPOSTA
Un esimio Professore di Storia medioevale, in un colloquio amicale, tra il serio e il faceto, ricordando che l’origine della Commemorazione dei Defunti del 2 novembre risale a circa mille anni fa, conclude con la proposta di aggiungere anche il 3 novembre: “Il 2 novembre è per ricordare i morti vivi, mentre il 3 novembre sarebbe riservato ai morti morti.
Il 2 novembre ricordiamo e preghiamo per i nostri morti che crediamo vivere nel Signore, anche se non sono ancora giunti alla meta. II 3 novembre sarebbe dedicato a coloro che non ricevono nessun aiuto dai loro cari, perché questi li considerano morti definitivamente.
Con i tempi che corrono, dove sembra che tutto si risolva quaggiù, non c’è da meravigliarsi se i morti sono considerati solo morti e basta,
Ma da cristiani, non possiamo abbandonarli alla loro desolata solitudine, aiutandoli con preci e suffragi. Del resto non si è sempre pregato per le anime più abbandonate del purgatorio?” Ma ora sono troppi quelli dimenticati e quindi è giusto dedicare un giorno per loro.
E conclude: “Sono convinto che i morti morti, una volta aiutati, aiuteranno quei mortali che dentro di sé stanno già morendo, per mancanza di prospettive oltre la morte”.
Ed io che inizialmente dubitavo che la proposta fosse un pretesto per allungare il ponte dei Santi e dei Morti!
UN SANTO
Ci sono diversi tipi di santi: ma tutti hanno qualche cosa in comune. Il santo è una persona fedele alla terra, ma che sa di non appartenere a questa terra. Egli cammina su questa terra, ma coltiva nel suo cuore il contatto con il luogo donde viene e dove è destinato, un luogo che è abitato dall’Amore, al quale dà tanti segreti appuntamenti.
Cammina sulle strade di tutti, assolate e piovose, ridenti e desolate, avviandosi sereno verso la fine, sapendo che quella è la meta, il momento di liberare le mani da ogni cosa, per aprirsi all’abbraccio tanto atteso.
E così, se vive tra gli uomini, è per aiutarli a scoprire questo Amore, più che vivere per se stesso, in questa vita mortale e umana, che ci è data “per amore, solo per amore”
Che tristezza non essere santo!
Piergiordano Cabra