Avolio Giuseppina
Con lo sguardo alle periferie estreme
2017/10, p. 10
“La gioia del Vangelo coinvolge, accompagna, fruttifica e festeggia”. Queste parole dell’esortazione apostolica di Papa Francesco, Evangelii gaudium, hanno dato il titolo all’Incontro Nazionale dell’Ordo virginum.

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Testimoni
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Incontro Nazionale dell’Ordo virginum delle diocesi italiane
CON LO SGUARDO
ALLE PERIFERIE ESTREME
“La gioia del Vangelo coinvolge, accompagna, fruttifica e festeggia”. Queste parole dell’esortazione apostolica di Papa Francesco, Evangelii gaudium, hanno dato il titolo all’Incontro Nazionale dell’Ordo virginum.
Un evento, accolto per la seconda volta dall’Arcidiocesi di Napoli, che si è tenuto dal 23 al 27 agosto presso il centro congressi “American Hotel” di Agnano Terme.I circa 230 partecipanti, tra consacrate dell’Ordo virginum, donne desiderose di conoscere più da vicino questa realtà ecclesiale, vescovi e loro delegati per l’Ordo, durante questa preziosa tappa di riflessione e condivisione, sono stati impegnati a fare dell’Evangelii gaudium un programma di vita personale, incarnando il desiderio di una Chiesa viva, cordiale, fiduciosa, capace di andare oltre i tradizionali spazi per affinare le sensibilità, e ridefinire, a partire dal Vangelo, le priorità. Una Chiesa umile, disponibile a cambiare e rinnovarsi a partire dall’incontro, dalla relazione e non preoccupata di auto preservarsi. Perché, come scrive il Pontefice: «Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze».L’attenzione è stata rivolta alle varie periferie esistenziali, per aprire sempre più lo sguardo al prossimo e accoglierne le domande, interpretare i suoi bisogni, appassionarsi alla sua vita. Perché “missione” non significa necessariamente partire per terre lontane, ma essere Chiesa “in uscita” là dove ci troviamo. È quanto sono chiamate a vivere le consacrate dell’Ordo virginum, che restano nel mondo, in un’esistenza apparentemente “normale”, intessuta di lavoro e di relazioni amicali e sociali, eppure straordinaria perché donata a Cristo e alla sua Chiesa attraverso il proposito di castità emesso nelle mani del Vescovo diocesano.
Uscire
all’incontro
Ad aprire l’incontro è stata la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Oscar Cantoni, vescovo di Como e delegato per l’Ordo virginum della Commissione Cei per il clero e vita consacrata. Nell’omelia mons. Cantoni ha definito l’Ordo «una grazia dello Spirito Santo che si manifesta attraverso un forte vincolo di comunione tra persone battezzate, che non si sono scelte tra loro, ma che si scoprono avvolte da un medesimo amore di predilezione da parte dell’unico Sposo, a cui si sono liberamente donate nella verginità, e per questo si ritrovano unite in un legame effettivo ed affettivo, in una comunione fraterna e solidale con molte altre sorelle, che vivono in Italia a servizio del Regno di Dio».
La relazione principale è stata affidata al cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, mentre Gloria Mari, consacrata della diocesi di Milano, ha offerto la propria testimonianza.
Il cardinale Bassetti ha letto il carisma dell’Ordo virginum alla luce delle sfide presenti nell’Evangelii gaudium invitando le vergini consacrate ad uscire incontro allo Sposo e incontro agli altri, per comunicare loro il tesoro del Vangelo con generosità e prossimità. Individuando nella sponsalità lo specifico del carisma dell’Ordo «antichissima forma di amore a Cristo, segno e strumento della sollecitudine dello Sposo alla Chiesa sua sposa», il cardinale si è soffermato sulle qualità dell’amore inteso non come sentimento vago e fuggevole, ma come impegno definitivo e dedizione totale di sé. Ogni amore cristiano trova il suo riferimento nella dedizione verginale di Cristo. La vergine consacrata dunque «per donarsi totalmente deve possedersi totalmente».
L’indifferenza
è l’estrema periferia
Alla luce della lettura dei segni dei tempi di papa Francesco, alle consacrate è stato suggerito che «l’estrema periferia è l’indifferenza», male dei nostri giorni che trova la sua radice nell’indifferenza verso Dio da cui scaturisce l’indifferenza verso il prossimo e verso il creato. «È questo uno dei gravi effetti di un umanesimo falso e del materialismo pratico, combinati con un pensiero relativistico e nichilistico. L’indifferente chiude il cuore per non prendere in considerazione l’altro, chiude gli occhi per non vedere ciò che lo circonda o si scansa per non essere toccato dai problemi altrui». Per questo Bassetti ha chiesto alle consacrate dell’Ordo di non richiudersi nelle sacrestie, per raggiungere “le estreme periferie” con vicinanza e tenerezza, lottando contro «la globalizzazione dell’indifferenza» (EG 54), rendendosi protagoniste della conversione pastorale della Chiesa e diventando quel richiamo profetico che rende una vergine consacrata «sacramento efficace dell’amore di Gesù per gli altri, fontana che, pur se sigillata, disseta». Bassetti ha, poi, chiamato le consacrate a essere dono: custodi del tesoro della verginità capaci di dare al proprio cammino il ritmo della prossimità, sperimentando un impegno sempre più attivo nella vita ecclesiale, sociale, culturale e politica, e mostrando a tutti, specie i più “scartati”, il volto materno, tenero e accogliente della Chiesa.A conclusione del suo intervento il cardinale ha così esortato le consacrate: «Siate dunque ciò che per vocazione, per risposta generosa, per la preghiera e la grazia della Chiesa già siete. Con Cipriano di Cartagine, a nome dei vescovi italiani, vi invito: custodite ciò che siete. Vi attende una magnifica corona. Il vostro coraggio avrà la meritata ricompensa. Alla vostra castità sarà riservato un dono eccelso. Voi avete già cominciato ad essere quello che noi saremo. Voi avete già in questo mondo la gloria della risurrezione. Camminate attraverso il mondo senza contagiarvi di esso. Mantenendovi caste e vergini, siete uguali agli angeli di Dio. Conservate perciò intatta la vostra verginità, e ciò che con matura deliberazione avete abbracciato, fatelo perdurare inviolabilmente con chiara consapevolezza». Molte le domande a cui il presidente della Cei ha risposto sottolineando l’importanza di una formazione che si alimenta quotidianamente con la preghiera, la Parola di Dio, la direzione spirituale, l’approfondimento teologico, il sostegno reciproco, il servizio ecclesiale e l’approfondimento esistenziale dell’Evangelii gaudium.
La testimonianza
di Gloria Mari
Nella sua testimonianza Gloria Mari ha raccontato come attraverso la preghiera e l’ascolto della Parola abbia compreso che il Signore la chiamava a cambiare profondamente la propria vita ed impegno per gli atri. Geologa e responsabile dell’ufficio stampa dell’editrice Àncora, Gloria arriva per caso a Nosedo, area a sud di Milano, dove anticamente vi era un bosco di noci, cerniera tra la città e la campagna. Sentendo l’esigenza di momenti di preghiera più prolungati fu affidata a lei e a una delle più anziane consacrate italiane, Ancilla Beretta, una chiesetta che hanno fatto rivivere. Consapevoli che «la Parola si è fatta Carne ed è stata affidata a una donna», le due consacrate «hanno accolto questa opportunità e dopo un accurato ascolto del territorio hanno trasformato quel luogo in «sentinella nella città» e accolto il grido dei poveri e dei più disagiati. Dal 2001 a oggi il Centro Nocetum, che attualmente comprende un’Associazione privata di fedeli, un’Associazione Onlus e una Cooperativa sociale, ha ospitato e guidato verso l’autonomia più di 2000 persone, intercettando «il bisogno che il mondo ha non di discorsi, ma di vita» e divenendo testimonianza incisiva e provocatoria della chiamata della Chiesa a uscire verso le periferie. Centinaia di famiglie sono state accompagnate a trovare un lavoro dignitoso e una casa; più di 200 bambini inseriti a scuola; 170 ragazzi aiutati con il doposcuola; a più di 1770 persone vengono distribuiti pasti e medicine; più di 1000 persone hanno partecipato ad Happy hour multiculturali; varie centinaia di persone accolte per trascorrere il giorno di Natale, Pasqua e dell’Assunta.Attualmente Nocetum gestisce una Comunità educativa e un Alloggio per l’autonomia rivolto a donne con bambini in situazione di disagio e fragilità sociale. Eroga servizi lavorativi alle fasce deboli in ambito agricolo, trasforma prodotti e propone catering per feste e ricevimenti, attivando anche una bottega con prodotti a chilometro zero; organizza percorsi didattico-educativi per scuole e gruppi per far conoscere e apprezzare il territorio dal punto di vista ambientale, artistico e culturale; svolge attività di volontariato ed iniziative multiculturali per favorire l’integrazione e la coesione sociale del territorio.«Uscire verso gli altri per giungere alle periferie umane – ha concluso Gloria riprendendo l’Evangelii gaudium (n.46) – non vuol dire, dunque, correre verso il mondo senza una direzione e senza senso. Molte volte è meglio rallentare il passo, mettere da parte l’ansietà per guardare negli occhi e ascoltare, o rinunciare alle urgenze per accompagnare chi è rimasto al bordo della strada».
Una presenza
di numerosi Pastori
La calorosa accoglienza della Chiesa napoletana si è manifestata anche nella nutrita partecipazione di tanti Pastori che hanno presieduto le celebrazioni liturgiche e partecipato all’Incontro, mostrando attenzione nei confronti del carisma della verginità consacrata nel mondo. I momenti di preghiera sono stati presieduti dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, mons. Oscar Cantoni, mons. Gennaro Pascarella, Vescovo di Pozzuoli, mons. Salvatore Angerami, mons. Lucio Lemmo e mons. Gennaro Acampa, vescovi ausiliari di Napoli, mons. Francesco Alfano, arcivescovo di Sorrento Castellammare, padre Michele Petruzzelli, abate di Cava de’ Tirreni e don Dario Ferraro, vice delegato Ordo virginum di Napoli. Come consuetudine, ad anni alterni l’Incontro nazionale è preceduto da un Seminario di studio che ha approfondito il tema della “povertà nel carisma dell’Ordo virginum”, curato da padre Lamberto Crociani, dei Servi di Maria, e da Emanuela Consoli, consacrata della diocesi di Frascati. Crociani ha ricordato che la povertà è un’esperienza spirituale, un’esigenza del Regno che chiede di disfarsi «in modo deciso, immediato e totale di tutto quello che potrebbe impedire o intralciare il cammino» e che diventa per ogni vergine consacrata invito a vivere la fiducia nella Provvidenza e la fecondità della condivisione dei propri beni e dell’offerta di sé. Emanuela Consoli, partendo dall’invito che sant’Ambrogio rivolgeva alle vergini di pensare al frutto del proprio lavoro come a un «tesoro per il bisognoso», ha riflettuto sul rapporto tra la povertà di Cristo e quella delle vergini consacrate e sulle sfide relative alla povertà provenienti dal Rito di consacrazione e dalla Nota pastorale Cei.L’Incontro si è concluso, nella cattedrale di Napoli, con la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Sepe che nell’omelia ha invitato le consacrate a ripartire con rinnovato slancio per un impegno nel mondo che le renda incarnazione dell’amore di Dio. «Siate donne che sentono il bisogno di annunciare Cristo con la vita e non a parole. Donne che incarnano la gioia del vangelo senza paura di sporcarsi le mani. Donne che vivono nel mondo ma non sono del mondo, chiamate in prima linea a spendersi per il mondo». Ciò che ha caratterizzato l’Incontro è stato lo spirito di apertura dialogante alle attese dell’umanità contemporanea e il desiderio di condividere un tempo di ascolto reciproco e amicizia per tracciare vie di discernimento e profezia.
Giuseppina Avolio