Nella fedeltà al carisma
2017/1, p. 22
I consacrati sono chiamati a diventare profeti, a partire
dalla logica del dono e della gratuità, della fraternità e
della solidarietà con i più poveri e bisognosi. In questa
coerenza si gioca la credibilità del Vangelo che essi hanno
professato.
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Testimoni
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II Simposio internazionale sull’economia
NELLA FEDELTÀAL CARISMA
I consacrati sono chiamati a diventare profeti, a partire dalla logica del dono e della gratuità, della fraternità e della solidarietà con i più poveri e bisognosi. In questa coerenza si gioca la credibilità del Vangelo che essi hanno professato.
"Nella fedeltà al carisma ripensare l’economia degli Istituti di Vita consacrata e le Società di vita Apostolica": questo il tema del Secondo Simposio Internazionale sull'economia organizzato dalla Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di vita Apostolica, svoltosi a Roma dal 25 al 27 novembre presso la Pontificia Università Antonianum. L’evento, a cui hanno partecipato circa 1.000 economi ed econome generali, si pone in continuità con il percorso di riflessione sull'amministrazione dei beni intrapreso nel 2014 dalla CIVCSVA che, dopo il primo Simposio, ha redatto un testo con le Linee orientative per la gestione dei beni degli Istituti di vita consacrata e le Società di vita Apostolica, nel quale si raccomanda: «la formazione nella dimensione economica, in linea con il proprio carisma è di fondamentale importanza affinché le scelte nella missione possano essere innovative e profetiche».
Nella logica del dono,
della gratuità e fraternità
A proporre una profonda riflessione sulla fedeltà al carisma è stato il Messaggio inviato ai partecipanti dal papa Francesco: il carisma è una realtà sempre viva, chiamata a fruttificare. Anche nel campo dell'economia, raccomanda papa Francesco, i consacrati sono chiamati a diventare profeti, a partire dalla logica del dono e della gratuità, della fraternità e della solidarietà con i più poveri e bisognosi. Il Messaggio sottolinea anche la dimensione della fedeltà, invitando i consacrati a comprendere cosa il Signore chiede loro oggi e a metterlo in atto coraggiosamente: «Le opere proprie, di cui si occupa il Simposio, non sono soltanto un mezzo per assicurare la sostenibilità del proprio Istituto, ma appartengono alla fecondità del carisma. (...) Il criterio principale di valutazione delle opere non è la loro redditività, ma se corrispondono al carisma e alla missione che l'Istituto è chiamato a compiere». Nello sforzo di ripensare l'economia, tutti sono chiamati ad essere corresponsabili, vivendo una povertà personale fatta di amore per la giustizia e condivisione, ognuno è chiamato «a misurarsi con la povertà delle famiglie che sicuramente gli vivono accanto» (Francesco, Ai partecipanti al secondo Simposio internazionale sull’economia organizzato dalla CIVCSVA).
Salutando i partecipanti al Simposio il card. João Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per la Vita consacrata, ha auspicato che, in rapporto all’economia, i consacrati possano crescere sempre più nella competenza professionale e nella testimonianza dei valori evangelici. «Le esperienze personali e comunitarie, – ha detto – le nostre opere assistenziali, educative e sanitarie, le relazioni tra governo, incluso il consiglio, e comunità carismatica, hanno bisogno di una vera riforma. Si tratta di una nuova necessaria decisione di credere al Vangelo e di essere preparati, lavorando in sinodalità».
Anche mons. José Rodríguez Carballo, OFM, Arcivescovo Segretario CIVCSVA, ha sottolineato l'importanza di non separare la gestione economica dalla logica del dono: i beni della Chiesa devono servire a migliorare le risorse che la Provvidenza ha messo a disposizione e a sviluppare in modo più efficace la missione di servire Cristo e i poveri. Lo sviluppo economico, infatti, ha bisogno di essere autenticamente umano e di dare spazio al principio di gratuità come espressione della fraternità. «In questa coerenza – ha detto – si gioca la credibilità del Vangelo che abbiamo professato».
Opere assistenziali
educative e sanità
Significative, nella prima giornata del Simposio, sono state le tre comunicazioni sulle Opere dei consacrati, dalle quali è emersa l’importanza della fedeltà al carisma e la necessità per gli Istituti di acquisire competenze gestionali per affrontare le sfide che l’oggi propone. Sr Dismas, delle Suore Missionarie della Carità, invitata a parlare delle Opere assistenziali, ha messo in evidenza la radice da cui nascono : l’amore per Gesù e per i poveri. In tale contesto, l’economia non è, come recita il dizionario, “sistema che genera ricchezza”, bensì strumento per servire i poveri.
A parlare delle Opere educative è stato Robert Schieler, Superiore generale dei Fratelli delle Scuole Cristiane. Il ministero dell'educazione umana e cristiana, ha spiegato, è una componente essenziale della missione apostolica della Chiesa. Le scuole cattoliche devono sforzarsi di essere comunità in cui le persone possano conoscersi e rispettarsi e cooperare alla costruzione di una società più giusta e misericordiosa. È necessaria, quindi, una buona gestione finanziaria, programmi di formazione di qualità per migliorare le competenze degli amministratori.
Sr. Zelia Andrighetti, Superiora generale delle Figlie di San Camillo, ha affrontato il tema della sanità, particolarmente sentito oggi in ogni parte del mondo. Gli ospedali, sorti per ispirazione cristiana, si stanno trasformando in "Aziende ospedaliere" e tendono a considerare il malato come un "cliente", una fonte di guadagno. Il malato, invece, deve essere sempre considerato un fratello che ha bisogno di cure mediche, di affetto, di attenzione umana. Il pericolo di sottomettere la vita alla tecnica, generando problemi come la fertilità assistita, l'aborto eugenetico, l'eutanasia, motiva fortemente l’Istituto a rimanere negli ospedali. Occorre, però, essere adeguatamente preparati nella gestione economica delle strutture per perseguire il fine per cui esse sono nate, un obiettivo molto più alto del rapporto costo-beneficio: l'annuncio del Regno.
È di fondamentale importanza per i consacrati crescere in un discernimento maturo, che tenga conto delle diversità dei tempi e che consenta loro di trovare le soluzioni più appropriate. Lo ha ricordato il cardinale Montenegro, Presidente della Commissione Episcopale per il servizio della carità e la salute. «Non si può negare – ha detto – che il tema dell’amministrazione dei beni temporali rivesta una grande importanza nell’ottica ecclesiale, perché tali beni servono per la comunione e la missione della Chiesa. La gestione dei beni temporali deve infatti esprimere e servire quella comunione nella quale è costituito l’unico popolo di Dio». «Si tratta di essere più consapevoli della nostra debolezza, dei nostri limiti, anche dei nostri errori del passato, per chiedere più aiuto, stringere più alleanze non su ciò che “noi” crediamo giusto fare, ma su ciò che ci viene chiesto dalle condizioni di chi incontriamo e dalle opportunità, anche deboli, che i nostri territori fanno emergere».
Una gestione
con spirito profetico
Luigino Bruni, Professore Ordinario della LUMSA, intervenendo subito dopo, ha parlato di come gestire le opere degli Istituti con spirito profetico. Il segno (in questo caso l'opera) deve parlare e significare, altrimenti è vuoto. Le opere degli Istituti di vita consacrata o sono segno che “dice” il significato evangelico per cui sono nate, oppure sono vuote, manageriali. Le persone devono ricevere la testimonianza del carisma di un Istituto, per questo è importante ripensare l'economia con discernimento.
Sulla relazione tra superiore ed economo è intervenuto Pierluigi Nava, docente presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium». Superiori ed economi sono chiamati a cercare “nuovi equilibri”, ripensandoli nel paradigma della missione della Chiesa, per superare rischiose logiche di autoreferenzialità. «Se le relazioni istituzionali entrano nella “logica della gratuità” – ha affermato – sono pre-disposte al servizio del bene comune, diversamente rientrano nella “logica della formalità” che svuota di senso il servizio stesso».
Trasparenza
e vigilanza
Nel corso del Simposio, sono stati affrontati anche i temi della trasparenza e della vigilanza, delle autorizzazioni e controlli, nelle relazioni di Sebastiano Paciolla (Sottosegretario CIVCSVA), Mariella Enoc (Membro della Pontificia Commissione per le attività del settore sanitario delle persone giuridiche pubbliche della Chiesa) e Franco Anelli (Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore). «La testimonianza evangelica – ha detto Paciolla - esige che le opere siano gestite in conformità al carisma dell’istituto ed in piena trasparenza, nel rispetto delle leggi canoniche e civili, e siano poste a servizio delle tante forme di povertà. La trasparenza è fondamentale per l’efficienza e l’efficacia della missione, perché gli istituti di vita consacrata, in quanto persone pubbliche, agiscono in nome della Chiesa».
A conclusione dei lavori, il card. Braz de Aviz ha ribadito la necessità di continuare il percorso intrapreso, camminando nella sinodalità e nell’ascolto di Dio e ha affermato che nuovi cammini di speranza si sono aperti per i consacrati e le consacrate come frutto dell'Anno della vita consacrata. «La speranza di cui parliamo – ha detto – non si fonda sui numeri o sulle opere, ma su Colui nel quale abbiamo posto la nostra fiducia e per il quale nulla è impossibile».
I consacrati, che in virtù dei voti ricevono la grazia di ‘assumere il modo di esistenza di Cristo’, si sentono chiamati ad anteporre l’essere all’avere, lo stare davanti a Dio rispetto al “fare” per Dio. Lo ha affermato sr Nicla Spezzati, ASC, Sottosegretario della Congregazione nel corso della sua relazione, sottolineando come una costante magisteriale sia l’attenzione alla scelta di vicinanza e inserimento tra i poveri e di impegno per la giustizia. «Un religioso non può essere dedicato ad opere di giustizia sociale e ad alleviare il disagio dei poveri, senza che la propria vita tenda ad una effettiva povertà; così non si può coltivare una povertà individuale e comunitaria che non si esprima anche in una vicinanza ai bisognosi».
Criteri
e indicazioni operative
Mons. José Rodríguez Carballo ha poi indicato i criteri che dovranno essere alla base delle future scelte operative:
-Fedeltà al carisma: uso delle opere e delle risorse dell’Istituto al servizio del carisma.
-Tutela dei beni ecclesiastici: salvaguardia del patrimonio stabile (e, quindi, del complesso dei beni necessari per garantire l’autosufficienza economica e la sopravvivenza dell’Istituto, nonché per agevolare il conseguimento dei suoi fini).
-Sostenibilità delle opere: intesa come necessità di esame preventivo e verifica in merito alla capacità delle opere di mantenere, nel contempo, fedeltà al carisma ed equilibrio economico.
-Capacità di render conto: indicare gli obiettivi e specificare le modalità operative per raggiungerli; rispetto della disciplina canonica e civile; attitudine a rendere conto dei risultati di gestione.
-Povertà: uso dei beni secondo le finalità a cui sono destinati; distacco da una concezione proprietaria dei beni.
«Da tali criteri – ha concluso – possono essere ricavate alcune indicazioni operative, da declinare secondo le specifiche caratteristiche degli Istituti, con particolare riferimento a natura e attività svolte, dimensione e articolazione, contesto territoriale di operatività, legislazione statuale applicabile e scelte organizzative adottate».
Si attende ora la pubblicazione di un nuovo documento contenente gli orientamenti emersi dalle riflessioni del Simposio.
Vittoria Terenzi