Il tempo
2017/1, p. 5
Quando voi mortali indagate sul tempo, rischiate di perdere il vostro tempo.
Lo intuiva già sant’ Agostino: “Che cos’è il tempo? Se nessuno mi interroga, lo
so. Se volessi spiegarlo a chi mi interroga, non lo so”.
Voi siete ossessionati dal vostro tempo, fatto di nostalgia del passato, di
attaccamento al presente, di timore e speranza per il futuro. Voi vivete nel
tempo del creato, che ha avuto un’origine e avrà una fine, senza mai
fermarsi e tutto travolgendo.
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IL TEMPO
Quando voi mortali indagate sul tempo, rischiate di perdere il vostro tempo.
Lo intuiva già sant’ Agostino: “Che cos’è il tempo? Se nessuno mi interroga, lo so. Se volessi spiegarlo a chi mi interroga, non lo so”.
Voi siete ossessionati dal vostro tempo, fatto di nostalgia del passato, di attaccamento al presente, di timore e speranza per il futuro. Voi vivete nel tempo del creato, che ha avuto un’origine e avrà una fine, senza mai fermarsi e tutto travolgendo.
Dicono gli esperti che questo tempo ha avuto inizio 13,8 miliardi di anni fa e, a quanto pare, ne avrà, più o meno, altrettanti prima di concludere la sua vicenda. Per gli antichi era Cronos, il terribile padre che divorava i suoi figli.
Eppure questo tempo mostruoso per durata e inesorabilità, è un semplice “grido tra due silenzi”, una breve nota musicale, che rompe il silenzio sovrumano del tempo del Creatore.
Dal silenzio viene quanto esiste e nel silenzio si avvia ad immergersi.
Dal silenzio è uscita la Parola creatrice e nel silenzio riecheggerà.
Vorrei ascoltare questi immensi silenzi del prima e del dopo, per comprendere questo mio fluttuare nel tempo.
Vorrei fare silenzio dentro di me per ascoltare Colui che li abita e li riempie.
Vorrei immergermi in questi silenzi per ascoltare i battiti del cuore di Colui che mi ha voluto nel tempo che scorre per avermi vicino a sé nel suo tempo che riempie.
Tempi perduti quelli in cui, agli altri, dico: "Non ho tempo", perché vuol dire che mi lascio divorare dal tempo. Il cronometro mi acceca, Cronos divora ancora i suoi figli!
Tempi d’oro quelli donati a chi ne ha bisogno, perché il tempo di Dio li accoglie e li conserva nel suo seno.
O piccolo mio cuore, come ti sento grande, quando mi immergi in questi silenzi!
E come mi fai sentire felice quando mi ricordi che un giorno la Parola creatrice si è data un cuore umano, per sorreggere ed accompagnare il mio tumultuoso ed evanescente viaggio nel tempo, fra i sovrumani e appaganti silenzi!
Piergiordano Cabra