Servi di Cristo e dei poveri
2016/9, p. 22
Sono sette le linee di azione maturate nel corso dei lavori
per il sessennio 2016-2022: l’umanità del religioso,
il religioso vive di Dio, il religioso identificato nel carisma,
la relazione vitale con la comunità, il religioso in missione,
l’apostolato, verso le periferie esistenziali del mondo.
Il 14° Capitolo generale degli Orionini <p> <p/>
“SERVI DI CRISTO
E DEI POVERI”
Sono sette le linee di azione maturate nel corso dei lavori per il sessennio 2016-2022: l’umanità del religioso, il religioso vive di Dio, il religioso identificato nel carisma, la relazione vitale con la comunità, il religioso in missione, l’apostolato, verso le periferie esistenziali del mondo.
Ho partecipato al XIV Capitolo generale dei Figli della Divina Provvidenza, al termine dei 12 anni di mandato come superiore generale, con l’atteggiamento di discernimento e anche di curiosità per il cammino che la Congregazione continuerà nel futuro con la solidità della sua storia santa e con la fragilità di fronte ai nuovi problemi, sfide e appelli provenienti dal contesto storico attuale.
Il Capitolo generale, come scrivono le nostre Costituzioni, ha il compito di “trattare i problemi di maggiore importanza riguardanti la vita della Piccola Opera, perché si mantenga fedele al Vangelo, allo spirito del Fondatore e perché, docile allo Spirito Santo, risponda ai bisogni dei tempi e dei luoghi” (art. 138). Del nostro Capitolo generale offro solo alcuni elementi che possano essere di qualche utilità per i lettori: la metodologia seguita, alcuni contenuti centrali, il discorso di Papa Francesco ai capitolari.
Il XIV Capitolo
generale
Premetto che la Piccola Opera della Divina Provvidenza è una “famiglia carismatica” per ispirazione e per sviluppo storico. Essa comprende i Figli della Divina Provvidenza (sacerdoti, fratelli, eremiti), le Piccole Suore Missionarie della Carità (di vita attiva e contemplativa), l’Istituto Secolare Orionino e il Movimento Laicale Orionino con le sue varie componenti associative. La partecipazione della “famiglia carismatica” al Capitolo è già una tradizione strutturata e regolamentata.
Il XIV Capitolo generale dei Figli della Divina Provvidenza si è svolto dal 16 maggio al 5 giugno 2016 a Montebello, presso Tortona, nei luoghi orionini delle origini del Fondatore e della Congregazione. La concelebrazione eucaristica di inizio Capitolo si è tenuta proprio nella festa liturgica di San Luigi Orione e nella basilica-santuario della Madonna della Guardia di Tortona che ne custodisce il Corpo.
Il titolo e tema del Capitolo «Servi di Cristo e dei poveri», preso da una definizione data da Don Orione stesso ai suoi discepoli, indica la prospettiva soprattutto “vocazionale” del CG14 riguardante l’identità umana, spirituale e apostolica della persona del religioso orionino e la sua vivencia nel contesto culturale e ecclesiale attuale.
La prospettiva storica del Capitolo è stata precisata nel sottotitolo “Fedeltà e profezia in dialogo con le periferie della povertà e dell’evangelizzazione” indica quali sono i due dinamismi del nostro cammino di “fedeltà e profezia”, da discernere e promuovere entro il contesto delle “periferie della povertà e dell’evangelizzazione”.
Tutti in Capitolo
Il CG14 è cominciato con la lettera di convocazione e di annuncio del tema da parte del Superiore generale (26 aprile 2015) che ha messo in moto tutto un articolato cammino di lettura di situazione, di valutazione, di dialogo e di progetto che ha coinvolto tutti i religiosi e quanti fanno parte della loro vita quotidiana, le comunità, le province e, infine, l’assemblea capitolare.
Penso utile condividere l’esperienza di metodologia e di organizzazione pratica del CG14 che ha avuto il suo culmine nelle tre settimane di riunione dei Padri capitolari con un cammino organico e abbastanza globale prima e dopo il Capitolo.
Si è cercato di tenere bene distinte le competenze, e dunque i compiti, a livello locale, provinciale e generale.
Nella fase di preparazione del Capitolo
> Le Comunità (singoli religiosi e comunità) hanno letto la situazione di vita e fatto delle proposte di rinnovamento. In questo compito sono state aiutate da un “Quaderno di riflessione” sulle tematiche del Capitolo focalizzate in 7 aspetti sui quali incentrare la riflessione. In questa fase della preparazione, ha avuto grande rilievo anche l’“Inchiesta personale” cui hanno partecipato tutti i religiosi (70% effettivi) sulla base di un questionario formulato e valutato da esperti dell’Istituto di Sociologia della Pontificia Università Salesiana di Roma. L’inchiesta è risultata di grande utilità per far emergere alcuni sentimenti, pensieri, attitudini e orientamenti comuni che sono andati a integrare il risultato del dialogo comunitario.
> Le Province, nel Capitolo provinciale, hanno assunto quanto è pervenuto dai religiosi e dalle comunità, valutando, discernendo e decidendo le proposte di rinnovamento da portare in Capitolo generale. È risultato utile il servizio di un confratello “referente metodologico”, precedentemente preparato in una riunione specifica assieme a quelli delle altre Province e al Consiglio generale.
> Il Capitolo generale ha svolto il proprio compito sulla base di quanto pervenuto dai Capitoli provinciali e ordinato in un “Istrumentum laboris” da una commissione pre-capitolare. Il Capitolo generale ha studiato, riflettuto e deciso le linee del progetto del sessennio 2016-2022.
Nella fase di attuazione del Capitolo
> Il Consiglio generale, sulla base di quanto stabilito dal Capitolo generale, ha elaborato il Progetto del sessennio per tutta la Congregazione, accompagnandolo con opportune iniziative di programmazione generale. Il Progetto del sessennio, costituirà il documento guida per il prossimo futuro.
> Le Province, cioè il consiglio provinciale e l’assemblea di programmazione, prevista entro 6 mesi dal termine del Capitolo generale, pianificano le strategie di attuazione del Progetto del sessennio, definendo percorsi, linee di azione, programmazione provinciale, ecc.
> Le Comunità assumono il Progetto del sessennio della Congregazione specificato dalla pianificazione provinciale e decidono le scelte di attuazione nella vita e nell’apostolato della comunità.
Le priorità: formazione,
comunità e carisma
La prima fase del CG14 ha avuto per scopo di individuare, sulla base del Capitolo di Comunità, delle Province e dell’Inchiesta personale le tre urgenze/orientamenti comuni per il cammino della Congregazione per il prossimo sessennio. In questa lettura è stato utile il contributo di don Vito Orlando (prospettiva sociologica), p. Amedeo Cencini (prospettiva formativa) e mons. José Carballo Rodriguez (prospettiva ecclesiale).
Dopo il paziente lavoro di ascolto e di valutazione i Padri capitolari hanno formulato i tre orientamenti fondamentali del sessennio nei seguenti termini.
1) Formare le persone, i religiosi, alla cura di sé e contemporaneamente alla cura dei rapporti comunitari, fornendo sempre nuovi stimoli per ravvivare il dono ricevuto (2Tm 1,6), che spesso arde sotto la cenere, anche in quei confratelli che sembrano in crisi profonda. Nonostante le Costituzioni offrano molti mezzi per la formazione, si constata che non sortiscono gli effetti dovuti perché manca la sensibilità/appetito a una formazione che ci porti ad avere i medesimi sentimenti di Cristo (Fil 2,5). Pertanto, si darà continuità a un modello di formazione che generi trasformazione, ovvero una formazione più esperienziale, da verificare con modalità semplici sulla base di indicatori concreti personali, comunitari e apostolici.
2) Mettere al centro la vita comunitaria e la valorizzazione dei confratelli, rivedendo i modelli di comunità attuati nel corso degli anni. Nella vita comunitaria è urgente passare dalla “richiesta” al “dono”, sforzandoci di essere più costruttori che consumatori della comunità. Infatti, si constata la difficoltà di trovare l’equilibrio tra dimensione individuale e dimensione comunitaria della vita, mentre la cultura dell’autorealizzazione, che genera l’identificazione nel ruolo, riduce la disponibilità alla missione. Ogni comunità sarà coinvolta in un serio discernimento per riuscire a creare un ambiente dove si viva insieme in semplicità, fraternità e condivisione.
3) Attualizzare il carisma inteso come vita nello Spirito, che si traduce nella carità. Fedeltà e profezia chiedono di entrare in dialogo con le periferie dove portare non solo la solidarietà ma anche l'annuncio di salvezza. È necessario superare la semplice attività filantropica, trovando forme per dare/testimoniare Gesù insieme al servizio; occorre toccare la carne di Cristo. Ciò richiederà un discernimento profondo delle opere, perché siano espressione fedele e creativa del carisma, privilegiando le opere a più diretta espressione di carità, e favorendo forme di attuazione del carisma con esperienze nelle quali ci sia meno burocrazia e più relazioni semplici e fraterne di servizio. Per rinnovare lo slancio evangelizzante, pur con gradualità, occorrerà chiudere alcune opere, innovarne altre, aprirne di nuove.
Le sette linee
di azione
A partire dalle prospettive unificanti di rinnovamento sopra richiamate, il CG14 ha scelto ed elaborato 7 linee di azione sulle quali si articolerà il progetto del sessennio 2016-2022. Mi limito a ricordare i soli titoli: 1) l’umanità del religioso, 2) il religioso vive di Dio, 3) il religioso identificato nel carisma, 4) la relazione vitale con la comunità, 5) il religioso in missione: testimonianza e servizio, 6) l’apostolato congregazionale dono alla Chiesa, 7) verso le periferie esistenziali del mondo.
Ogni linea di azione è stata sviluppata indicando: 1) un obiettivo da raggiungere, preciso e vitale; 2) un’azione prolungata nel tempo, descritta come percorso da attuare; 3) iniziative per favorire la capacitazione (=rendere capaci) dei religiosi a raggiungere l’obiettivo; 4) ciascuna linea di azione è stata introdotta da un richiamo alla situazione che la esige e ai valori/criteri religiosi che la motivano (Magistero, Don Orione, Costituzioni…).
Il lavoro in Capitolo è risultato interessante e coinvolgente. Ora si prolunga in quello della progettazione nelle assemblee provinciali di programmazione e nella recezione e attuazione nelle comunità.
Il discorso al Capitolo
di Papa Francesco
Sia per la sua collocazione a metà Capitolo e sia per i contenuti e la modalità, l’udienza, il discorso di Papa Francesco, il 27 maggio 2016, ha costituito un effettivo contributo ai lavori del nostro Capitolo. Come ha detto nell’indirizzo di saluto don Tarcisio Vieira, nuovo superiore generale, eletto con il suo consiglio il giorno precedente, “siamo venuti a chiedere la sua parola e la sua benedizione per il Capitolo ancora in corso”. E il Santo Padre ci ha consegnato una parola sicura e stimolante, qui riportata quasi integralmente.
(…) Siamo tutti incamminati nella sequela di Gesù. La Chiesa intera è chiamata a camminare con Gesù sulle strade del mondo, per incontrare l’umanità di oggi che ha bisogno – come scriveva Don Orione – del «pane del corpo e del divino balsamo della fede» (Lettere II, 463). Per incarnare nell’oggi della storia queste parole del vostro Fondatore e vivere l’essenzialità del suo insegnamento, voi avete messo al centro delle riflessioni del Capitolo Generale la vostra identità, riassunta da Don Orione in quella qualifica di «servi di Cristo e dei poveri». La strada maestra è tenere sempre unite queste due dimensioni della vostra vita personale e apostolica. Siete stati chiamati e consacrati da Dio per rimanere con Gesù (cfr Mc 3,14) e per servirlo nei poveri e negli esclusi dalla società. In essi, voi toccate e servite la carne di Cristo e crescete nell’unione con Lui, vigilando sempre perché la fede non diventi ideologia e la carità non si riduca a filantropia, e la Chiesa non finisca per essere una “ONG”.
L’essere servi di Cristo qualifica tutto ciò che siete e che fate, garantisce la vostra efficacia apostolica, rende fecondo il vostro servizio. Don Orione vi raccomandava di «cercare e medicare le piaghe del popolo, curarne le infermità, andargli incontro nel morale e nel materiale: in questo modo la vostra azione sarà non solamente efficace, ma profondamente cristiana e salvatrice» (Scritti 61,114). Vi incoraggio a seguire queste indicazioni; esse sono quanto mai vere! Infatti, così facendo, voi non solo imiterete Gesù buon Samaritano, ma offrirete alla gente la gioia di incontrare Gesù e la salvezza che Egli porta a tutti. Infatti, «coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia» (Evangelii gaudium, 1).
L’annuncio del Vangelo, specialmente ai nostri giorni, richiede tanto amore al Signore, unito ad una particolare intraprendenza. Ho saputo che, ancora vivente il Fondatore, in certi luoghi vi chiamavano “i preti che corrono”, perché vi vedevano sempre in movimento, in mezzo alla gente, con il passo rapido di chi ha premura. “Amor est in via”, ricordava san Bernardo, l’amore è sempre sulla strada, l’amore è sempre in cammino. Con Don Orione, anch’io vi esorto a non rimanere chiusi nei vostri ambienti, ma ad andare “fuori”. C’è tanto bisogno di sacerdoti e religiosi che non si fermino solo nelle istituzioni di carità – pur necessarie – ma che sappiano andare oltre i confini di esse, per portare in ogni ambiente, anche il più lontano, il profumo della carità di Cristo. Non perdete mai di vista né la Chiesa né la vostra comunità religiosa, anzi, il cuore deve essere là nel vostro “cenacolo”, ma poi bisogna uscire per portare la misericordia di Dio a tutti, indistintamente.
Il vostro servizio alla Chiesa sarà tanto più efficace, quanto più vi sforzerete di curare la vostra adesione personale a Cristo e la vostra formazione spirituale. Testimoniando la bellezza della consacrazione, la vita buona di religiosi “servi di Cristo e dei poveri”, sarete di esempio per i giovani. La vita genera vita, il religioso santo e contento suscita nuove vocazioni. (…)
Il discorso, riletto a distanza di tempo e alla luce di quanto poi deciso nel Capitolo, risulta essere una buona sintesi dei contenuti e degli atteggiamenti non solo dei lavori capitolari ma, soprattutto, del cammino futuro della Piccola Opera della Divina Provvidenza.
don Flavio Peloso