Il Cuore del mondo
2016/6, p. 38
La rivelazione della misericordia di Dio è concretamente
avvenuta in Gesù Cristo. In lui Dio ci ha tutti
eletti dall’eternità. Chi vede lui, vede il Padre (Cv 14,9).
La lettera agli Ebrei dice: «per poter essere un sommo
sacerdote misericordioso davanti a Dio egli dovette essere
in tutto uguale a noi (Eb 2,17). Egli è il trono della
grazia, a cui possiamo
accostarci con
fiducia per trovare
perdono e grazia (Eb
4,16). Gesù Cristo,
Figlio incarnato di
Dio, è il trono della
misericordia».
VOCE DELLO SPIRITO
il cuore del mondo
La rivelazione della misericordia di Dio è concretamente avvenuta in Gesù Cristo. In lui Dio ci ha tutti eletti dall'eternità. Chi vede lui, vede il Padre (Cv 14,9). La lettera agli Ebrei dice: «per poter essere un sommo sacerdote misericordioso davanti a Dio egli dovette essere in tutto uguale a noi (Eb 2,17). Egli è il trono della grazia, a cui possiamo accostarci con fiducia per trovare perdono e grazia (Eb 4,16). Gesù Cristo, Figlio incarnato di Dio, è il trono della misericordia». La devozione al Sacro Cuore di Gesù fu considerata in molti secoli come espressione particolare della fede nell'amore e nella misericordia di Dio, manifestati in Gesù Cristo. Tale devozione ha radici bibliche. Possiamo vedere tali radici già nella promessa del profeta Zaccaria (Zc 12,10), ripresa dal vangelo di Giovanni: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto» (Gv 19,37). In questa predizione il cuore trafitto di Gesù rappresenta tutta l'umanità di Cristo condannata a morte per noi. Lo sguardo rivolto al cuore trafitto permette nello stesso tempo di vedere l'amore di Dio in lui incarnato e divenuto manifesto. In Bonaventura troviamo queste belle parole: «Attraverso la ferita visibile vediamo la ferita dell’amore invisibile». Nel Cuore di Gesù riconosciamo che anche Dio ha un cuore (cor) per noi, i poveri (miseri), intesi nel senso più ampio del termine, e che quindi egli è misericors, misericordioso. Nel cuore trafitto del proprio Figlio, Dio ci mostra che egli si è spinto fino all'estremo, per sopportare nella sofferenza volontaria della morte del proprio Figlio l'incommensurabile sofferenza del mondo, la nostra freddezza di cuore e la nostra mancanza di amore e per redimerle. Per mezzo dell'acqua e del sangue sgorgati dal suo cuore trafitto siamo purificati nel battesimo da tutte le impurità che si sono accumulate nel mondo e in noi, e nell'eucaristia possiamo di continuo placare la nostra sete di qualcosa che vada al di là delle banalità che ci circondano. Bernardo di Chiaravalle espresse la capacità di soffrire di Dio con una formula pregnante, allorché disse che Dio è impassibilis (incapace di soffrire), ma non incompassibilis (incapace di compatire). Agostino esplicitò il senso spirituale di quest'idea: «Questi moti della debolezza umana, così come anche la carne della debolezza umana e la morte della carne umana, il Signore Gesù li assunse non per la miseria della sua condizione, ma per la volontà della sua compassione, per trasformare in sé il suo corpo, che è la chiesa e della quale egli si degnò di essere il capo, cioè per trasformare i suoi membri nei suoi santi e credenti; in modo tale che se uno di essi fosse turbato e soffrisse in mezzo alle tentazioni umane, non dovesse per questo pensare di essere lontano dalla sua grazia… Nessuna miseria è troppo profonda, nessun peccato troppo terribile, perchè non vi si applichi misericordia. In mezzo alla profonda notte del mondo sappiamo anche, con lo sguardo rivolto al cuore trafitto di Gesù, che in esso batte il cuore di Dio per questo nostro mondo. Esso è il cuore del mondo, la sua forza più intima e la sua grande speranza. Perciò il messaggio della misericordia di Dio ha delle conseguenze per la vita di ogni cristiano, per la prassi pastorale della Chiesa e per il contributo che i cristiani devono dare a una strutturazione umanamente degna, giusta e misericordiosa dell'ordine sociale.
Walter Kasper
da Misericordia. Concetto fondamentale
del vangelo. Chiave della vita cristiana
Editrice Queriniana, Brescia 2013