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Il sacerdote deve irradiare fervore e la sorgente del suo
stile di vita è un grande amore. È tale se fa parte di una
vera comunità ecclesiale, in una Chiesa che prende il
largo. La ragione ultima del suo donarsi è
nell’appartenenza convinta di fede e di amore.
Decisiva la formazione permanente.
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Quell’acqua che scendeva appariva di una inconsueta straordinaria bellezza,
che richiamava vertiginose discese come quella divinamente sublime del Figlio,
che era “disceso dal cielo per noi uomini e per la nostra salvezza”.
Una discesa gioiosa e umile come quella di Colui che “umiliò se stesso” per
portare la gioia della buona novella.
Una cascata fresca e gratuita come la Grazia che scende per purificare e
ringiovanire.
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L’assemblea ha sviluppato il tema “Tessere la solidarietà
globale per la vita”, a partire da diverse angolazioni, tra
cui: la cura del pianeta, i grandi problemi del mondo, la
vita religiosa, la solidarietà e il modo in cui vorremmo
viverla”. L’UISG ricordava quest’anno anche il 50° della
sua fondazione (8 dic. 1965).
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Il 9 maggio scorso il papa ha rilasciato un’intervista
durante la quale ha affrontato diversi temi di grande
attualità. La riprendiamo in forma sintetica dall’originale
francese.
Radici cristiane dell’Europa
«Bisogna parlare di radici al plurale perché ce ne sono
tante. In questo senso, quando sento parlare di radici
cristiane dell’Europa, temo a volte il tono che può essere
trionfalistico o vendicativo. Ciò diventa allora colonialismo.
Giovanni Paolo II ne parlava con un tono
tranquillo. L’Europa, sì, ha delle radici cristiane. Il cristianesimo
ha il dovere di innaffiarle, ma in uno spirito
di servizio come per la lavanda dei piedi. L’apporto
del cristianesimo a una cultura è quello di Cristo con
la lavanda dei piedi, vale a dire, con il servizio e il dono
della vita. Non deve essere un apporto colonialista».
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La situazione rimane sempre molto critica e c’è il rischio
che precipiti. C’è solo da augurarsi che non ripeta la
tragedia del passato, ma l’aria che tira è molto pesante.
Tanta gente teme lo scoppio di un’altra guerra civile come
nel 1993. Si parla di 260.000 rifugiati nei paesi vicini,
soprattutto in Tanzania e Rwanda.
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Si può immaginare che a Creta il mondo ortodosso
punterà a offrire una manifestazione pubblica della sua
unità, mostrando che le diverse Chiese autocefale
possono operare e testimoniare unitariamente nell’oggi
della storia senza venir meno alla (così amata) Tradizione.
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La rivelazione del Cuore di Gesù non è il simbolo
astratto di un amore generico di Dio per l’umanità, ma la
manifestazione di una dedizione concreta, di una
sofferenza reale, di un amore umanamente inconcepibile.
L’icona di questa dedizione è rappresentata nella
trasfissione del fianco di Gesù.
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La dimensione ecumenica della vita consacrata, non si
esprime tanto nell’osservanza dei tre classici voti, ma nel
suo radicamento battesimale che accomuna tutti i
cristiani. Il mutuo riconoscimento del battesimo è infatti il
più profondo fondamento della comunità ecumenica.
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La Società di vita apostolica, nata come frutto maturo del
Concilio, è attraversata da una profonda crisi di credibilità,
in seguito all’accertamento degli abusi dei quali si è reso
responsabile il suo fondatore, Luis Fernando Figari.
Partito il programma di profonda riforma.
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Nessuna vocazione nella Chiesa basta da sola, non tanto
dal punto di vista operativo, quanto nel suo essere parola
concreta che narra la grandezza del mistero dell’amore di
Dio. Da qui la complementarietà tra religiosi e laici.
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Un apposito gruppo di lavoro di gesuiti, di varie parti del
mondo, ha inteso rispondere agli appelli del pontefice con
un Rapporto speciale nella rivista “Promotio Iustitiae”
(1/2016 n.121), del Segretariato per la giustizia sociale e
l’ecologia della Compagnia di Gesù, intitolato Giustizia
nell’economia globale. Costruire società sostenibili e inclusive.
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Lo sviluppo della missione e di una prassi missionaria in
America latina, per molto tempo latente, ha ricevuto dalla
Conferenza di Aparecida un formidabile impulso. È nata
così una Chiesa in grado oggi di offrire col suo
dinamismo all’antica Chiesa il tesoro della sua fede e un
modello di vita cristiana che va dalla periferia al centro.
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Il messaggio di papa Francesco per la prossima Giornata
mondiale della Gioventù mette al centro la beatitudine
della misericordia. Ai giovani è rivolto l’invito a essere
messaggeri di misericordia nella società di oggi.
2016/6, p. 35
2016/6, p. 35
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La rivelazione della misericordia di Dio è concretamente
avvenuta in Gesù Cristo. In lui Dio ci ha tutti
eletti dall’eternità. Chi vede lui, vede il Padre (Cv 14,9).
La lettera agli Ebrei dice: «per poter essere un sommo
sacerdote misericordioso davanti a Dio egli dovette essere
in tutto uguale a noi (Eb 2,17). Egli è il trono della
grazia, a cui possiamo
accostarci con
fiducia per trovare
perdono e grazia (Eb
4,16). Gesù Cristo,
Figlio incarnato di
Dio, è il trono della
misericordia».
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Come dovrebbe essere la vita fraterna in comunità? Teresa di Gesù, di cui
è stato appena celebrato il quinto centenario della nascita, ce ne dà una
mirabile descrizione. Nonostante la diversità dei tempi, il suo insegnamento
è di grande attualità anche oggi. I santi infatti non invecchiano mai.
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L’autore del libro Taizé. La speranza
condivisa è il domenicano
Claudio Monge, responsabile del
Centro di documentazione interreligiosa
dei Domenicani a Istanbul e visiting
professor in Teologia delle Religioni
in diverse università europee
oltre che in Canada e in Brasile. P.
Monge, originario di Cuneo, ha trascorso
due anni nella comunità monastica
ecumenica di Taizé ed è rimasto
segnato dalla testimonianza di
quell’uomo di Dio che è stato frère
Roger, fondatore di una «esperienza
di riconciliazione», condivisa da cristiani
provenienti da diverse tradizioni
e incentrata «sull’essenziale della
fede pasquale». Nel libro si intrecciano
armonicamente testimonianze autobiografiche,
riflessioni e insegnamenti,
tratti dalle opere di fr. Roger.