Dall'Osto Antonio
Brevi dal mondo
2016/5, p. 37
Città del Vaticano, Oceania e Australia, Repubblica democratica del Congo, Yemen
CITTà DEL VATICANO
Madre Teresa proclamata santa
Madre Teresa di Calcutta sarà proclamata santa il 4 settembre prossimo, vigilia dell’anniversario della sua morte, avvenuta il 5 settembre 1997. La notizia è stata annunciata dal Papa, in occasione del Concistoro tenuto in Vaticano il 15 marzo scorso, dopo che la Congregazione per la causa dei Santi aveva approvato un nuovo miracolo attribuito alla sua intercessione, e ratificato da papa Francesco. Nella medesima circostanza il Papa ha annunciato anche la canonizzazione di altri quattro nuovi santi: il 5 giugno prossimo, Maria Elisabetta Hesselblad (1870-1957), religiosa svedese luterana convertita al cattolicesimo, fondatrice delle Brigidine e, nella stessa data, Stanislao di Gesù e Maria (1631-1701), sacerdote polacco fondatore della Congregazione dei Chierici mariani. Inoltre, il 16 ottobre, saranno canonizzati José Sánchez del Rio (1913-1929), messicano, ucciso all’età di 14 anni, durante la rivolta dei “cristeros”, per non aver voluto rinnegare la sua fede cattolica, e José Gabriel del Rosario Brochero (1840-1914) sacerdote argentino, amatissimo dal suo popolo; era conosciuto come il “prete gaucho” perché – come i mandriani del suo Paese – percorreva su una mula distanze enormi per farsi vicino a tutti. Nel 2013, in occasione della sua beatificazione, papa Francesco lo definì “un pastore con l’odore delle pecore”, un sacerdote “che si fece povero tra i poveri” e divenne come “una carezza di Dio per il suo popolo”.
La canonizzazione di Madre Teresa avrà luogo non a Calcutta, dove ha speso gran parte della sua vita, ma a Roma. «Sarebbe stato difficile – ha dichiarato mons. D’Souza – organizzare la canonizzazione a Calcutta in settembre perché è il periodo dei monsoni». Inoltre, ha aggiunto, «è logico che la Mother (Madre), – come la chiamano gli indiani – che ha percorso il mondo intero alla ricerca dei più poveri dei poveri, e ha ricevuto il premio Nobel per la pace nel 1979, sia canonizzata al centro della Chiesa».
Il processo di beatificazione di Madre Teresa era stato aperto nel 1999, senza attendere il quinto anniversario della sua morte, come richiesto dal Diritto canonico. La cerimonia di beatificazione ebbe luogo nella Basilica di San Pietro ad opera di Giovanni Paolo II il 19 ottobre 2003. Ora a distanza di soli 19 anni dalla morte avviene la sua canonizzazione, un evento che assume un significato del tutto particolare perché si colloca all’interno dell’Anno santo e Madre Teresa diviene così l’icona più eloquente del Giubileo della misericordia.
OCEANIA e AUSTRALIA
Onore alla donne missionarie
In occasione della Giornata internazionale della donna, Catholic Mission celebra le donne missionarie che continuano ad avere un profondo impatto sulla vita di milioni di persone, in Australia e all’estero. In un comunicato inviato all’Agenzia Fides, il direttore nazionale dell’organizzazione, padre Brian Lucas, ha definito le donne come “eroi non celebrati della Chiesa”, e ha messo in evidenza il loro incredibile lavoro nelle ultime campagne. “Negli ultimi 5 anni – ha detto p. Lucas – Catholic Mission ha messo in luce la dedizione delle donne missionarie impegnate in tutto il mondo. Anche nelle circostanze più difficili il loro coraggio è indiscutibile e la loro fede incrollabile.” Quest’anno per l’8 marzo Catholic Mission ha rivolto un appello a tutti i sostenitori invitandoli a ricordare il grande contributo delle donne all’interno della Chiesa e nella vita ordinaria. “Le donne – ha proseguito p. Lucas – sono parte integrante dell’opera della Chiesa in tutto il mondo, compresa Catholic Mission. La nostra organizzazione è stata fondata da una missionaria laica, Pauline Jaricot, e invita tutti ad unirsi in preghiera per le suore e le laiche missionarie impegnate in tutto il mondo a promuovere la fede, la giustizia e il benessere delle comunità”. (Fonte Agenzia Fides, 8/3/2016)
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO
Un sacerdote ucciso e un altro ferito
Un altro sacerdote ucciso nella Repubblica democratica del Congo. Dopo l’assassinio di don Jean-Paul Kakule Kyalembera avvenuto il 25 febbraio del 2015, ora è stata la volta del padre assunzionista Vincent Machozi, ucciso nella notte di domenica 20 marzo scorso, nel villaggio di Vitungwe-Isale, a 25 km da Butembo, nel territorio di Beni (Provincia del Nord Kivu), nell’est del Paese.
Secondo quanto ha riferito al quotidiano La Croix p. Emmanuel Kahindo, Vicario generale della Congregazione degli assunzionisti (Agostiniani dell’Assunzione) «alcuni militari sono arrivati su dei veicoli verso la mezzanotte, hanno abbattuto le porte e l’hanno ucciso sul posto». Sembra che i responsabili dell’assassinio siano da ricercare tra le forze armate congolesi (Fardc).
Altre notizie riferite dal sito Benilubero affermano «che una decina di soldati in uniforme delle Forze armate della Repubblica democratica del Congo, pesantemente armati, che viaggiavano in jeep, hanno fatto irruzione nel perimetro sociale Mon Beau Village, dove si erano riuniti i capi tradizionali Nande – gruppo etnico bantu in gran parte cattolico – per partecipare a una riflessione sulla pace, convocata da Mwami Abdul Kalemire III, capo della comunità di Basho, in missione nella zona e ospite dello stesso convento.
I soldati hanno subito detto che volevano colpire il capo Kalemire e p. Vincent, il quale in quel momento si trovava all’aperto, nel cortile, dove stava lavorando al suo computer portatile. Si è sentita una raffica di arma automatica e p. Vincent che gridava: «Perché mi uccidete?». Kalemire III invece si è salvato perché aveva appena lasciato p. Vincent per andare a riposare.
Fonti della sicurezza hanno riferito che dopo l’omicidio gli assassini sono fuggiti a bordo del veicolo di Kalemire, abbandonandolo poi in un altro villaggio.
P. Vincent era già stato altre volte minacciato di morte, al punto che nel 2003 era stato costretto all’esilio negli Stati Uniti, cosa che non gli aveva impedito di diventare capo redattore di Benilubero. Dopo il suo ritorno in Africa era sfuggito già a sette attentati.
Il suo assassinio si spiega col fatto che più volte egli aveva alzato la voce per denunciare le sofferenze della popolazione Nande per la presenza nel Territorio di Beni di diversi gruppi armati dediti allo sfruttamento illegale del coltan, un minerale dall'importanza economica e strategica enorme. Serve a ottimizzare il consumo della corrente elettrica nei chip di nuovissima generazione: nei telefonini, per esempio, nelle telecamere o nei computer portatili dove il problema più difficile da risolvere è quello della durata delle batterie.
P. Vincent era nato nel 1965. A 17 anni era entrato nella congregazione degli Assunzionisti. Dopo aver completato gli studi in Francia fu ordinato sacerdote ad Angers nel 1994. Ha insegnato nel seminario di Kinshasa e conseguito un dottorato presso l’Università di Boston sulla risoluzione dei conflitti.
La stessa domenica in cui fu ucciso p. Vincent, un sacerdote dei Chierici Regolari Minori (Padri Caracciolini), p. Jonas, era stato ferito gravemente in un agguato stradale a Katwiguru, sempre nel Nord Kivu. Il padre si stava recando a celebrare la Messa quando, alle 7.00 del mattino, la sua automobile fu attaccata da uomini armati, si presume guerriglieri delle Forze democratiche di liberazione del Rwanda (Fdlr).
Il Nord Kivu è una provincia molto pericolosa dove operano diversi gruppi armati e bande di delinquenti e dove ogni mese vengono uccise decine di persone.
Yemen
L’ultima lettera delle quattro suore uccise
Le suore di Madre Teresa massacrate il 4 marzo scorso ad Aden, in Yemen, da un commando di terroristi, nel giugno 2015 quando la guerra già imperversava (cf Testimoni, n. 4 p. 14-15), avevano scritto una lettera, l’ultima, alle consorelle di Roma, in cui descrivevano la gioia del loro servizio, i pericoli che continuamente correvano sotto i bombardamenti, e la loro serena fiducia e il loro abbandono nella mani di Dio e della sua Provvidenza. La lettera, che qui riprendiamo, è stata resa nota da suor Serena, in un'intervista di Pina Cataldo per il Tg2000, il telegiornale di Tv2000.
«Aden è la città che più ha sofferto, con cinque bellissime grandi chiese. Le due parti in combattimento vogliono avere Aden poiché essi hanno sufficienti risorse naturali per essere indipendenti, con un porto e aeroporto internazionali. Giorno e notte gli aeroplani da guerra volavano lasciando cadere bombe mentre i soldati a terra attaccano con grande violenza. Noi ci inginocchiamo davanti al Santissimo esposto implorando Gesù misericordioso di proteggere e difendere i nostri poveri e di concedere pace a questa nazione. Non ci stanchiamo di bussare al cuore di Dio, confidando che ci sarà una fine a tutto questo. Mentre la guerra continua ci troviamo a calcolare quanto cibo abbiamo e ci chiediamo: «Sarà sufficiente per oggi?». Sister (Sally?) chiede al Signore: «I bombardamenti continuano, colpi di fuoco ovunque e abbiamo farina soltanto per oggi. Come sfameremo domani i nostri poveri?». Con fiducia amorevole e abbandono totale noi cinque corriamo verso la nostra casa di accoglienza, anche quando il bombardamento è pesante. Ci rifugiamo a volte sotto gli alberi, pensando che questa è la mano di Dio che ci protegge e poi corriamo di nuovo velocemente per raggiungere i nostri poveri, che ci attendono sereni. Sono molto anziani, alcuni non vedenti, altri con handicap mentali o fisici. Immediatamente iniziamo il nostro lavoro, puliamo, laviamo, cuciniamo utilizzando gli ultimi sacchi di farina e le ultime bottiglie di olio, proprio come nella storia del profeta Elia e della vedova. Qualcuno suona al nostro cancello: è un uomo che noi non conosciamo; ha portato del pane fresco, nonostante le sparatorie e i bombardamenti. Ha lasciato il pane e se ne è andato. Possiamo soltanto dire, con le lacrime agli occhi: grazie Gesù! Le nostre scorte di cibo diminuiscono giorno dopo giorno e noi affidiamo ogni nostra necessità al Signore, ma umani come siamo ci preoccupiamo. E poi arriva un altro giorno. Qualcuno bussa alla porta. Un uomo con una scatola di banane, sufficienti per tutti. Ringraziamo il Signore. Un altro giorno ci siamo accorte all’improvviso che le medicine erano terminate... E ancora, qualcuno suona al cancello, è un uomo con una scatola di medicine, proprio quelle di cui abbiamo bisogno. Ringraziamo il Signore. Questi sono pochi esempi dell’amorevole Provvidenza Divina. Dio non può mai essere da meno in generosità, fino a quando rimaniamo con Lui e i suoi poveri. Quando i bombardamenti sono pesanti ci nascondiamo sotto le scale, tutte e cinque, sempre unite. Insieme viviamo, insieme moriamo, con Gesù, Maria e la nostra Madre (Teresa)».
a cura di Antonio Dall’Osto