Gellini Anna Maria
La vita nelle nostre mani
2016/4, p. 47
«Padre Faggioni, nel rigoroso rispetto della metodologia, ha il merito di proporre un testo di notevole precisione ed equilibrio su tematiche molto complesse e cruciali come sono le questioni riguardanti l’inizio e la fine della vita umana. Il linguaggio, chiaro e sereno, avvicina alla bioetica dalla prospettiva della fede, non come una posizione di parte, ma come un impegno comune a credenti e non credenti teso a ricuperare il senso della dignità dell’uomo e della preziosità della vita umana».
NOVITA’ LIBRARIA
LA VITA
NELLE NOSTRE MANI
«Padre Faggioni, nel rigoroso rispetto della metodologia, ha il merito di proporre un testo di notevole precisione ed equilibrio su tematiche molto complesse e cruciali come sono le questioni riguardanti l'inizio e la fine della vita umana. Il linguaggio, chiaro e sereno, avvicina alla bioetica dalla prospettiva della fede, non come una posizione di parte, ma come un impegno comune a credenti e non credenti teso a ricuperare il senso della dignità dell'uomo e della preziosità della vita umana». (Ignacio Carrasco De Paula presidente della Pontificia Accademia per la vita)
Un corso di bioetica teologica
Nel rispetto della tradizione teologica e del magistero, alla luce della visione dell'uomo e del mondo contenuta nelle fonti della rivelazione, il volume propone una «lettura unitaria di fenomeni vecchi e nuovi, attenta al dialogo con le voci spesso discordi del dibattito contemporaneo e ben radicata nell'antropologia e nell'ethos cristiani». In un mondo che sembra aver smarrito il senso della dignità dell'uomo, la bioetica cattolica si fa portavoce di un annuncio profetico e impegnativo a difesa della vita umana, in tutti i suoi passaggi, in ogni condizione. Consapevoli che la vita è stata posta dal Creatore nelle nostre mani, affidata alla nostra responsabilità, alla nostra saggezza e al nostro amore, i cristiani condividono con ogni uomo e donna di buona volontà il sogno di un mondo più vivibile e più giusto, nel quale sia stabilito il primato dell'essere sull'avere e della persona sulle cose, e nel quale dominio, indifferenza e rifiuto dell'altro si trasformino in servizio, accoglienza, responsabilità condivisa. Faggioni, frate minore, medico chirurgo, specialista in endocrinologia e docente di Teologia morale, sviluppa «alcune tematiche morali correlate con la tutela dell'integrità psicofisica della persona, alcune problematiche connesse con le scienze biomediche moderne e i principali problemi emergenti all'inizio e alla fine della vita». Offre un ventaglio ampiamente rappresentativo dei problemi in gioco e presenta questioni usualmente trattate nell'ambito della morale della vita fisica (ad es. suicidio, legittima difesa, pena di morte) e questioni che solo di recente si sono imposte alla discussione (ad es. interventi sulla vita prenatale, procreazione assistita, medicina dei trapianti e medicina rigenerativa, accanimento terapeutico, biotecnologie). La trattazione si sviluppa su 385 pagine e si articola in cinque parti suddivise in capitoli e unità di lavoro, con numerosi riferimenti bibliografici e un accurato e completo indice analitico.
A servizio della vita
La società, sin dall’antichità, ha cercato di tutelare la vita e l'integrità fisica delle persone con diversi sistemi di leggi, consuetudini e norme comportamentali. In Mesopotamia e in Egitto si sono trovate sicure testimonianze di leggi orientate a punire gli attentati aggressivi alla vita e all'integrità fisica delle persone e a regolare lo svolgimento della primitiva pratica medica. Il contributo essenziale per la nascita di un'etica medica vera e propria venne dal greco Ippocrate (460-370 a.C.) e dalla sua scuola. Ippocrate, considerato l'iniziatore della scienza medica, tratteggiò i lineamenti del buon medico nel famoso Giuramento, che per secoli, sino a tempi recenti, tutti i medici professavano prima di iniziare la loro attività professionale. Oggi una delle più rilevanti questioni di fondazione della bioetica è costituita dallo studio dei modelli antropologici di riferimento, perché da essi derivano la concezione del significato e del valore della vita umana, il valore del corpo e lo stile di cura della salute, i limiti degli interventi sulla corporeità umana. «In prospettiva teologica la radice ultima del valore e dell’inviolabilità di ciascuna vita umana sta nel suo essere in relazione personale con Dio».
Per una nuova cultura della vita
Gli enormi progressi in campo scientifico e tecnologico permettono oggi di intervenire con efficacia a sostegno della vita umana e prospettano orizzonti d'azione sempre più ampi. Allo stesso tempo, «idee un tempo rifiutate come aberranti si sono fatte strada nell'opinione pubblica, hanno trovato il sostegno di intellettuali e scienziati, hanno guidato le scelte politiche e si sono tradotte in leggi che legalizzano l'illecito e giustificano l'ingiusto: dall'eutanasia all'aborto, dall'uccisione dei neonati handicappati all'abbandono dei malati terminali, dalla sterilizzazione coatta allo sterminio programmato degli embrioni congelati». La scelta della vita costituisce il mandato primario dei cristiani, soprattutto là dove la vita è più fragile e più indifesa. L’antropologia e l’etica cristiana chiedono scelte responsabili e concrete - a livello personale, familiare, sociale e internazionale – secondo una giusta scala di valori per proteggere e far fiorire la vita in ogni piega dell'esistenza. Ci sono ancora molteplici segni di speranza nella testimonianza umile e silenziosa di singoli e di gruppi, di volontari, di operatori sanitari, di insegnanti, di sacerdoti, di missionari, di uomini e di donne che nella comunità cristiana e nella società civile, anche a prezzo di sacrifici, si pongono concretamente a servizio della vita.
Anna Maria Gellini