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I tre anni del servizio petrino di papa Francesco segnano
più un’epoca che una semplice stagione. Una sintesi
provvisoria del suo magistero, dei suoi gesti, delle sue
scelte pastorali. Al centro l’Evangelii gaudium e la
misericordia. Il ruolo dei poveri e dei religiosi.
2016/4, p. 5
Mi capita sempre più spesso di avere la sensazione di
stare assistendo al miracolo della moltiplicazione dei cani
e alla diminuzione degli esseri umani.
2016/4, p. 6
Dopo tre anni di pontificato, il Magistero scritto, parlato ed
itinerante di papa Francesco prende la sua forma. Come
prende forma la geopolitica del Papa, che guarda verso
Oriente e verso Occidente, intendendo con questi termini
geografici i due poli opposti se si pone il Vaticano al centro.
2016/4, p. 8
Per la vita claustrale l’Anno della vita consacrata è stato
un tempo di grazia particolare, pieno di stimoli per
approfondire il senso della nostra chiamata nella Chiesa e
viverla nelle sue dimensioni più autentiche e dinamiche.
2016/4, p. 10
«Come vorrei che, nel corso del Giubileo straordinario
della Misericordia, tutti i battezzati potessero sperimentare
la gioia di appartenere alla Chiesa! E potessero riscoprire
che la vocazione cristiana, così come le vocazioni
particolari, nascono in seno al popolo di Dio e sono
doni della divina misericordia. La Chiesa è la casa
della misericordia, ed è la “terra” dove la vocazione germoglia,
cresce e porta frutto.
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Il difficile e drammatico tema degli abusi nella Chiesa si va
aprendo con coraggio a riconoscere anche quanto è
avvenuto in alcuni anfratti del mondo della vita consacrata.
La violenza sulle religiose viene raccontata da A. Deodato
con delicatezza e profondità.
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Quattro suore Missionarie della Carità, di Madre
Teresa di Calcutta, assieme a 11 persone, sono
state trucidate da un commando di terroristi, il 4 marzo
scorso, nello Yemen, ad Aden, dove assistevano anziani
e disabili. Due erano ruandesi, una indiana e la
quarta veniva dal Kenya.
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Un centinaio di suore e frati, dal 22 al 24 febbraio, per la
prima volta si sono incontrati allo scopo di individuare
una strategia comune e affrontare insieme i tanti problemi
che caratterizzano il fenomeno mondiale della migrazione.
2016/4, p. 18
Noi dobbiamo essere «come antenne pronte a cogliere i
germi di novità suscitati dallo Spirito Santo, e aiutare la
comunità ecclesiale ad assumere questo sguardo di bene e
trovare strade nuove e coraggiose per raggiungere tutti».
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È l’occasione per guardare avanti, rimanendo fedeli alla
spinta carismatica iniziale. Occorrerà la medesima capacità
di leggere i segni dei tempi e la stessa audacia e
determinazione nell’individuare nuove vie, come la
comunità delle origini.
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Un laboratorio per capire insieme, a partire dalle
esperienze concrete, “chi” siamo e “come” ci
identifichiamo e siamo riconosciute nelle chiese locali in
cui ci sono affidati compiti di collaborazione pastorale.
Il racconto di due esperienze.
2016/4, p. 26
2016/4, p. 26
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Guardare la realtà continuando a credere nel futuro.
I Benedettini leggono la loro situazione a livello mondiale.
La speranza viene dall’Africa e dall’Asia.
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Oggi siamo in un nuovo secolo e millennio. Ciò non
significa soltanto cambiamento di date ma di schemi
esemplari, specialmente quelli che riguardano la persona, la
vita religiosa, i servizi prestati, il modo di sentire
l’istituzione, l’autorità, e i modi di rendere esplicita e
feconda la koinonia.
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Anche se non ci sono particolari forme di violenza,
esistono però molti pregiudizi che risalgono all’epoca
coloniale. Ci sono tuttavia forme di dialogo che possono
avvenire attraverso la vita quotidiana. Ma per ora il
problema non è molto sentito da ambo le parti.
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India*
Sr. Lucy, la nuova Madre Teresa
Malaysia*
Proselitismo musulmano nelle scuole missionarie
Londra*
Una realtà ormai mondiale Il fenomeno della tratta delle donne e del traffico dei
bambini
Vaticano*
La Chiesa nel mondo
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Il vangelo di Marco ci consegna un Dio straziato, deriso,
sfidato e impotente sulla croce: Dio disperatamente
abbandonato da Dio. Dio che non si schioda e non
si manifesta nella sua potenza, anche se avrebbe potuto
farlo. E il centurione, che è romano, un pagano, crede
per questo, perché ha visto morire quest’uomo fino
in fondo, in quel modo! La risurrezione non può che
cominciare da
questo punto
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Siamo chiamati ad abitare gli orizzonti, ad esplorare cammini, non
semplicemente a riciclarci, tanto per sopravvivere. In questa nuova
Europa dallo Spirito siamo chiamati a dare testimonianza evangelica,
trasparenza di Dio, attrazione verso Cristo e il Regno promesso.
Chi non anticipa il futuro, non troverà posto nel futuro.
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«Padre Faggioni, nel rigoroso rispetto
della metodologia, ha
il merito di proporre un testo di notevole
precisione ed equilibrio su tematiche
molto complesse e cruciali
come sono le questioni riguardanti
l’inizio e la fine della vita umana. Il
linguaggio, chiaro e sereno, avvicina
alla bioetica dalla prospettiva della
fede, non come una posizione di parte,
ma come un impegno comune a
credenti e non credenti teso a ricuperare
il senso della dignità dell’uomo e
della preziosità della vita umana».