Gellini Anna Maria
L'amore e non il sacrificio
2016/3, p. 47
Matteo Ferrari L’amore e non il sacrificio EDB
Nel Vangelo di Matteo il tema dell'amore/misericordia riveste una grande importanza per la vita dei discepoli di Gesù. In molte circostanze l'evangelista lo ricorda nel suo racconto. In particolare il tema viene ripreso attraverso una citazione del libro del profeta Osea, ripetuta per due volte nel corso del racconto matteano (Mt 9,13; 12,7). L'evangelista fa dire a Gesù l'espressione di Os 6,6: «voglio l'amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti». Il libro di p. Matteo Ferrari, monaco di Camaldoli, propone una rilettura dell’evangelista Matteo alla luce della misericordia. Nell'ultimo discorso di Gesù nel vangelo di Matteo, il discorso escatologico del cap. 25, il richiamo a un comportamento misericordioso, a immagine di quello di Dio, è il decisivo richiamo a convertirsi alla logica del Regno. Nella vocazione di Matteo emerge molto bene come il primo elemento della narrazione sia lo sguardo di Gesù che si posa su un uomo. Gesù passa e guarda, come accade anche alla chiamata dei primi discepoli sulle rive del lago di Galilea. È un tratto fondamentale dei racconti di vocazione: lo sguardo di Gesù precede tutto e si posa su chi è chiamato, ancor prima che egli se ne possa accorgere. È uno sguardo di elezione che tocca nel profondo e che afferma che l'iniziativa è di Gesù, non del discepolo. Il credente non è principalmente colui che conosce Dio, ma che si scopre conosciuto da lui.
Nel testo si afferma che lo sguardo di Gesù si posa su un uomo. Gesù vede un uomo. Ancor prima di precisare chi sia, quale mestiere faccia, quale sia la sua vita, egli sa vedere semplicemente un uomo, andando al di là di tutte le precomprensioni e i pregiudizi. Lo sguardo di Gesù non si ferma alle apparenze, non giudica a partire dalle etichette imposte dalla società, ma vede l'uomo e la donna nella loro dimensione fondamentale di persone amate da Dio e chiamate alla pienezza della vita.
Chi vive la misericordia nei confronti del fratello, diventa imitatore dell’azione di Dio nei suoi confronti.