Dall'Osto Antonio
Riunione dei Primati ortodossi in preparazione al Concilio
2016/3, p. 8
Su invito del Patriarca ecumenico, Bartolomeo di Costantinopoli, si è riunita, dal 21 al 28 gennaio 2016 presso il Centro ortodosso del Patriarcato ecumenico a Chambésy (Ginevra) la Sinassi dei Primati delle Chiese autocefale ortodosse allo scopo di definire i temi del Concilio panortodosso che si terrà a Creta dal 16 al 27 giugno prossimo. Hanno preso parte alla riunione i seguenti Primati: – il Patriarca ecumenico Bartolomeo – il Patriarca Teodoro di Alessandria – il Patriarca Teofilo di Gerusalemme – il Patriarca Kirill di Mosca – il Patriarca Ireneo della Serbia – il Patriarca Daniele della Romania – il Patriarca Neophyte della Bulgaria – il Patriarca Ilia della Georgia – l’Arcivescovo Chrisostomos di Cipro – l’Arcivescovo Anastasios dell’Albania – l’Arcivescovo Ratislav della Cechia e Slovacchia

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Riunione dei Primati ortodossi in preparazione al Concilio
Su invito del Patriarca ecumenico, Bartolomeo di Costantinopoli, si è riunita, dal 21 al 28 gennaio 2016 presso il Centro ortodosso del Patriarcato ecumenico a Chambésy (Ginevra) la Sinassi dei Primati delle Chiese autocefale ortodosse allo scopo di definire i temi del Concilio panortodosso che si terrà a Creta dal 16 al 27 giugno prossimo.
Hanno preso parte alla riunione i seguenti Primati:
– il Patriarca ecumenico Bartolomeo
– il Patriarca Teodoro di Alessandria
– il Patriarca Teofilo di Gerusalemme
– il Patriarca Kirill di Mosca
– il Patriarca Ireneo della Serbia
– il Patriarca Daniele della Romania
– il Patriarca Neophyte della Bulgaria
– il Patriarca Ilia della Georgia
– l’Arcivescovo Chrisostomos di Cipro
– l’Arcivescovo Anastasios dell’Albania
– l’Arcivescovo Ratislav della Cechia e Slovacchia
Non hanno invece partecipato il Patriarca Giovanni X di Antiochia, e il metropolita Sawa di Varsavia e di tutta la Polonia per ragioni di salute e l’arcivescovo Jeronymos di Atene per motivi personali. Tutti e tre, tuttavia, erano rappresentati ufficialmente da delegati inviati dalle loro rispettive Chiese.
Nel corso della Sinassi, svoltasi alla luce della parola apostolica “agire secondo verità nella carità” (Ef 4,15), i Primati, in uno spirito di concordia e di comprensione, hanno affermato la loro decisione di convocare il “Santo e Grande Concilio”. A questo scopo, hanno invocato umilmente la grazia e la benedizione della Santa Trinità e chiesto ferventi preghiere a tutta la Chiesa, clero e laici, durante il periodo che precede la celebrazione del Concilio e la durata delle sessioni.
I temi approvati sono i seguenti: La missione della Chiesa ortodossa nel mondo contemporaneo, La Diaspora ortodossa, L’autonomia e il modo di proclamarla, Il sacramento del matrimonio e i suoi impedimenti, L’importanza del digiuno e la sua osservanza oggi, Le relazioni delle Chiese ortodosse con l’insieme del mondo cristiano.
I Primati hanno anche discusso e approvato la creazione di un segretariato panortodosso, il regolamento e il funzionamento dei lavori, la partecipazione di osservatori non ortodossi alle sessioni di apertura e chiusura e l’aspetto finanziario riguardante i costi del Concilio.
Inoltre i Primati hanno espresso il loro sostegno ai cristiani perseguitati in Medio Oriente e la loro costante preoccupazione per il rapimento dei due metropoliti, Paul Yazigi del Patriarcato di Antiochia e Gregorios Yohanna Ibrahim della Chiesa siro-giacobita.
Nel contesto della Sinassi ha avuto luogo, la domenica 24 gennaio, una concelebrazione presieduta dal Patriarca ecumenico Bartolomeo a cui hanno preso parte i Primati e i capi delegazione delle Chiese ortodosse, ad eccezione della delegazione della Chiesa di Antiochia.
Nell’omelia ricca di ispirazione, Bartolomeo ha messo anzitutto in evidenza il significato di trovarsi insieme come Chiesa ortodossa. Questa Sinassi, come un solo corpo – ha detto – costituisce un’ulteriore proclamazione della sua unità e un’affermazione di ciò che scrive Paolo, apostolo delle nazioni: “Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti”. (Ef 4,4-6). Inoltre, – ha sottolineato – «la nostra presenza esprime l’attenzione di tutti sulla conciliarità quale dimensione essenziale della vita della Chiesa, come una funzione centrale del corpo ecclesiale e un principio di unità della Chiesa. In questo modo, noi promoviamo il principio fondamentale che vitalizza la comunione delle nostre Chiese rispettando insieme la loro identità. Questo vincolo di amore, che rivitalizza la Chiesa nel tempo e nello spazio è l’espressione della sua cattolicità. Cattolicità e conciliarità sono interdipendenti nella Chiesa. Fin dall’inizio, i concili hanno funzionato come espressione e garanzia di cattolicità della Chiesa di Cristo».
Bartolomeo ha quindi proseguito: «Tutti noi siamo ben coscienti del peso e della responsabilità di servire come leader nelle santissime Chiese locali, specialmente in tempi mutevoli ed esigenti quando la testimonianza della Chiesa ortodossa in quanto voce di unità e di martirio è resa necessaria e obbligatoria non solo per i fedeli ortodossi o cristiani, ma per il mondo intero. La nostra santa Chiesa ha la responsabilità di promuovere e di testimoniare “l’intera verità” per la salvezza del gregge che ci è affidato e per l’edificazione di tutti gli uomini di buona volontà presenti nel mondo».
Venendo in particolare alla preparazione del Concilio, ha affermato: «Abbiamo lavorato per definire in modo più preciso il posto e la vocazione dell’Ortodossia nel mondo, riconoscendo l’evoluzione del nostro paesaggio ecclesiale e le trasformazioni sociali». Si è trattato, ha sottolineato, «di un periodo di preparazione lungo, e tuttavia necessario per favorire lo sviluppo di una coscienza sinodale e cattolica nel quadro dei fermenti pan ortodossi. Questo lavoro serve già di luce per la vita della nostra Chiesa e costituisce una sorgente di arricchimento spirituale». Ora, ha proseguito, «ci troviamo ad un bivio della storia. Le grandi difficoltà che i nostri contemporanei incontrano richiedono una responsabilità che supera le nostre istituzioni ecclesiali. Cristo è al centro della storia. È al cuore della nostra vita. Egli cammina all’interno del tempo. Passa da noi come fece a Gerico con il cieco... siamo capaci di sentirlo nella folla? Siamo capaci di vederlo, persi come siamo nella nostra povertà e mendicità?».
«Il Concilio – ha quindi affermato – non è solamente un evento, ma deve essere inteso come un processo globale che abbraccia il passato e il futuro. Noi siamo decisi a proclamare il messaggio dell’Ortodossia. Riconosciamo che il solo modo di uscire dalle tentazioni confessionali isolazionistiche passa attraverso il dialogo in un costante scambio con l’ “altro”, sia questi il nostro prossimo, cristiano o no, sia la società in generale, siano le altre religioni o l’intera creazione, in modo da rendere vano l’irreversibile scontro di civiltà che tenta i nostri correligionari più preoccupati. L’Ortodossia è una cultura di dialogo attraverso cui Dio parla al mondo... Tuttavia, per dare consistenza alla vita e al ministero della nostra Chiesa, dobbiamo promuovere un dialogo aperto e onesto, senza alcun compromesso con quello che noi siamo e con la speranza che abita in noi , ma anche senza alcun compromesso per quanto riguarda la compassione e l’amore che dobbiamo al mondo...».
«Oggi, ha proseguito Bartolomeo, noi poniamo una storica pietra miliare. E affidiamo alla preghiera di un gran numero di persone l’avvento del Santo e Grande Concilio. Noi aderiamo alla continuità teologica della nostra fede in Gesù Cristo espressa nell’insegnamento della Chiesa Apostolica e nella Chiesa dei Padri. Se la nostra Tradizione è così ricca e viva, deve trovare le parole adatte per parlare alle sfide del nostro tempo. Questa è stata l’intuizione profetica del nostro predecessore, lo scomparso Patriarca ecumenico Athenagoras il quale confidò a Olivier Clément: “Il grande Concilio che stiamo preparando consentirà ai fedeli della nostra Chiesa di vivere la loro fede in una maniera migliore. Esso non solo cercherà di adattare la nostra Tradizione al mondo contemporaneo, ma la ricolmerà con la forza dell’ispirazione e del rinnovamento. Sarà così un evento ecumenico. Il rinnovamento non può essere separato dalla condivisione e dall’unità”».
«In questo spirito di comune condivisione e attesa – ha concluso il Patriarca Bartolomeo – in un dialogo di amore e di libertà, noi già intensamente sentiamo che l’onnipotente grazia dello Spirito Santo riempie i cuori di tutti noi, e sostiene il lavoro che faremo per il nostro fecondo ministero a beneficio della Chiesa ortodossa e per la gloria del santissimo nome del nostro Dio, adorato nella Trinità».
a cura di Antonio Dall’Osto