Cabra Piergiordano
Un amico ritrovato
2016/3, p. 4
Quand’ero bambino, mi si parlava sovente dell’Angelo custode, quell’essere celeste, invisibile e alato, che stava alla mia destra, che si rattristava quando facevo qualche cosa di brutto, che si rallegrava quando facevo qualche cosa di bello, che mi proteggeva dai pericoli. La sera, prima di coricarmi, la mamma mi chiedeva se avevo fatto piangere il mio angelo custode.
UN AMICO RITROVATO
Quand’ero bambino, mi si parlava sovente dell’Angelo custode, quell’essere celeste, invisibile e alato, che stava alla mia destra, che si rattristava quando facevo qualche cosa di brutto, che si rallegrava quando facevo qualche cosa di bello, che mi proteggeva dai pericoli.
La sera, prima di coricarmi, la mamma mi chiedeva se avevo fatto piangere il mio angelo custode.
Col passare degli anni, crebbe in me la presuntuosa sensazione che se non stavo attento io ai pericoli, l’Angelo custode non poteva farci nulla. Così, poco alla volta, la presenza dell’Angelo alla mia destra si attenuava, mentre sentivo più insidiosa la presenza inquietante del suo concorrente alla mia sinistra.
Poi giunse la demitizzazione, in nome della quale gli studiosi invitavano ad archiviare come mitologia il mondo degli angeli e dei demoni, spiegati come un prestito dalle culture pre-bibliche.
Con la conseguenza che, con una rapidità sorprendente, la dimenticanza degli angeli e dei demoni, sembrò rafforzare l’azione di questi ultimi, permettendo loro di dispiegare il loro potere di seduzione capace di indurre un numero crescente di uomini e donne a sottrarsi dalla tutela della tradizione cristiana per diventare norma a se stessi.
E così, trovandomi di fronte allo sgretolamento del costume personale, familiare e sociale, mi sono sorpreso sempre più frequentemente a tendere l’orecchio per avvertire almeno il “brusio degli angeli”, sperando di scoprire i segni della loro presenza.
Come non auspicare un più efficace dispiegamento dell’esercito celeste, al fine di custodire almeno l’innocenza dei nostri bambini, sostenere i passi incerti dei nostri ragazzi, rafforzare il coraggio di chi combatte la buona battaglia della fedeltà e della fraternità?
Ma oggi, mentre pensavo proprio agli angeli, ecco finalmente un fruscio di ali amiche: “Sono il tuo amico, il tuo angelo custode. Mi faccio vivo per dirti che, sebbene tu ci abbia sovente dimenticati, noi angeli non siamo scomparsi dal mondo. Vengo a ricordarti che noi agiamo in silenzio per condurre a buon esito quello che rumorosamente i nostri concorrenti vogliono demolire.
Non essere pessimista, e non seminare pessimismo. Sono l’angelo della luce per illuminare ciò che è oscuro, per ricordare che la luce del giorno matura nella notte. Non hai mai pensato alla luce che ti ho aiutato a trarre dal buio dei tuoi errori?
Non guardare solo a ciò che vi è di oscuro nel mondo, ma convinciti di dover vedere e di coltivare “quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è amabile e merita lode” (Fil 4,8)
Aiuta a far emergere la luce seminata in ogni cuore, a partire dal tuo, mantenendolo nella pace, benedicendo il Signore in ogni tempo, nella certezza che nulla sfugge alla sua mano.
La tua pace sarà la mia gioia, perché noi angeli siamo inviati per annunciare la pace.
Non ricordi quello che sta scritto nei Salmi. “Il Signore ha inviato il suo angelo, per custodire il tuo cammino?”
Che giornata splendida, l’averti ritrovato, fedele e luminoso amico!
Piergiordano Cabra