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14 mesi dedicati alla vita consacrata. Il cambiamento di
maggiore importanza è relativo all’immagine complessiva
sulla vita consacrata nella Chiesa. È come ci fossero una
luce nuova e colori nuovi. È nuovo lo sguardo su una
realtà uscita dal cono d’ombra. I punti problematici e le
sfide che rimangono.
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Quand’ero bambino, mi si parlava sovente dell’Angelo custode, quell’essere
celeste, invisibile e alato, che stava alla mia destra, che si rattristava quando
facevo qualche cosa di brutto, che si rallegrava quando facevo qualche cosa
di bello, che mi proteggeva dai pericoli.
La sera, prima di coricarmi, la mamma mi chiedeva se avevo fatto piangere
il mio angelo custode.
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Il 1 febbraio scorso, nell’aula Paolo VI, ha avuto luogo
l’incontro del papa Francesco con i partecipanti al
Giubileo della vita consacrata, a conclusione dell’Anno
ad essa dedicato.
All’inizio dell’incontro, mons. José Rodríguez Carballo
ofm ha letto al Papa a nome di tutti i consacrati, la seguente
lettera dedicata al tema: Sul confine dell’Anno
della Vita consacrata guardando il mondo con occhi di
misericordia.
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L’abbraccio fraterno tra il papa Francesco e il patriarca di
Mosca Kirill il 12 febbraio scorso, a Cuba, ha sorpreso
l’opinione pubblica, ma non troppo. Non era mai avvenuto,
dal 1054, dopo la rottura fra la cristianità occidentale e
orientale. È un gesto che inaugura una nuova epoca
nell’ecumenismo.
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Su invito del Patriarca ecumenico, Bartolomeo di Costantinopoli,
si è riunita, dal 21 al 28 gennaio 2016
presso il Centro ortodosso del Patriarcato ecumenico a
Chambésy (Ginevra) la Sinassi dei Primati delle Chiese
autocefale ortodosse allo scopo di definire i temi del
Concilio panortodosso che si terrà a Creta dal 16 al 27
giugno prossimo.
Hanno preso parte alla riunione i seguenti Primati:
– il Patriarca ecumenico Bartolomeo
– il Patriarca Teodoro di Alessandria
– il Patriarca Teofilo di Gerusalemme
– il Patriarca Kirill di Mosca
– il Patriarca Ireneo della Serbia
– il Patriarca Daniele della Romania
– il Patriarca Neophyte della Bulgaria
– il Patriarca Ilia della Georgia
– l’Arcivescovo Chrisostomos di Cipro
– l’Arcivescovo Anastasios dell’Albania
– l’Arcivescovo Ratislav della Cechia e Slovacchia
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Vi hanno preso parte: Ordo Virginum, Eremiti e Ordini
monastici, canonicali e mendicanti, Comunità di vita
contemplativa, Istituti religiosi di vita apostolica, Società di
vita apostolica, Istituti secolari, Nuovi Istituti e “Nuove
forme”. Il Messaggio finale, leggermente abbreviato.
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La discussione indotta dal progetto di legge sulle unioni
civili interpella la VC che, per la sua struttura, è in grado
di capire le diverse pratiche familiari. La famiglia cristiana
è bella e sempre aperta al futuro. Il senso di un dibattito
civile che interessa i fondamentali dell’umano.
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La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani non è
molto sentita in Cina. Sono tanti i fattori che lo spiegano,
non ultimi quelli storici. Tuttavia si riscontra un
ecumenismo pratico dovuto anche al fatto che i cristiani
condividono la stessa sorte sotto il giogo comunista.
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Sul miliardo e 300 milioni di abitanti la comunità cattolica
è assai piccola. Si parla di 12-15 milioni: 3.500 i preti
con una metà media di 45 anni; 1.500 i seminaristi (di
cui 350 clandestini); 7.000 le religiose (60 novizie); un
centinaio i vescovi (45 legali e altrettanti clandestini; una
dozzina quelli non riconosciuti da Roma).
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La Cinquantina pasquale rimane il tempo della mistagogia,
il tempo cioè nel quale ogni anno cercare di comprendere
sempre più in profondità quell’esistenza cristiana nella
quale già viviamo e che battesimo, unzione ed eucaristia
delineano, custodiscono e alimentano.
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I domenicani irlandesi – in un articolo pubblicato su
Religious Life Review1 – riflettono sul carisma delle origini
rapportato a una società nella quale il significato del
denaro e, specularmente, della povertà è profondamente
cambiato.
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A conclusione dell’Anno della VC la LEV pubblica un
libro-inchiesta del giornalista Riccardo Benotti con il titolo
Viaggio nella vita religiosa. Interviste e incontri (pp. 227,
€ 15,00). Il volume racchiude conversazioni con i superiori
generali di quattordici istituti religiosi ed è utile per
intraprendere un cammino tra i carismi ecclesiali alla
scoperta di un mondo molto variegato.1
2016/3, p. 27
Eredi spirituali di san Francesco, consacrati nell’Ordine
dei Cappuccini, hanno servito la Chiesa in umiltà e
obbedienza facendosi preghiera vivente e sorgente
inesauribile di misericordia.
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Il 9 febbraio scorso, il Papa, celebrando la messa all’altare
della Cattedra con i Cappuccini di tutto il
mondo, giunti in occasione della traslazione in San Pietro
delle spoglie dei due Santi dell’Ordine francescano:
Padre Pio e Padre Leopoldo Mandic´, nell’omelia ha
raccomandato loro di non stancarsi mai di perdonare,
di avere un cuore grande e ha ricordato che “il confessionale
è per perdonare”.
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Evento che segna regolarmente la vita degli istituti, il
Capitolo si rivela luogo in cui si incarna la fede e
l’autenticità delle proprie convinzioni legate alla vocazione,
al carisma, alla vita comunitaria e alla missione.
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Il problema oggi per la VC non è la mancanza di
vocazioni, come si è soliti dire, ma la sua vita opaca, il suo
respiro che non ha più molta familiarità con ciò che è
evangelico, perché attanagliata da una anemia spirituale
che l’ha portata a installarsi nella mediocrità.
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La Chiesa e le strutture sanitarie. India ancora violenze anticristiane. Stati Uniti, le vocazioni entrate nel 2015. Città del Vaticano, la lebbra nel mondo.
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La Croce di Gesù è la Parola con cui Dio ha risposto
al male del mondo. A volte ci sembra che Dio non risponda
al male, che rimanga in silenzio. In realtà Dio
ha parlato, ha risposto e la sua risposta è la Croce di
Cristo: una Parola che è
amore, misericordia, perdono.
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Un evento pensato più per mostrare la presenza importante dei
religiosi/e nella Chiesa e dare loro le grandi linee di azione che per
affrontare problematiche specifiche e concrete. I tre pilastri indicati dal
Papa: profezia, prossimità, speranza.
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La professione cristiana della fede,
il «Credo», è riconoscimento e
narrazione della storia della salvezza,
svelando il volto divino e umano di
Dio. Chi professa il Credo dice qualcosa
di sé, la sua verità più profonda, trasforma
l’esperienza umana in contenuto
vivente della fede. Così nel «Credo»
non c’è solo tutto quello che è relativo
a Dio, allo Spirito, a Cristo e alla Chiesa,
ma anche il contenuto umano e relazionale
di chi ha fatto di queste
realtà motivo di incontro, di impegno,
di testimonianza.
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