Dall'Osto Antonio
"Ama e fa' ciò che vuoi"
2016/2, p. 20
“Una volta per tutte ti è stato dato questo precetto: Ama e fa’ ciò che vuoi. Sia che tu taccia, taci per amore. Sia che tu parli, parla per amore. Sia che tu corregga, correggi per amore. Sia che tu perdoni, perdona per amore. Sia in te la radice dell’amore, poiché da questa radice non può derivare se non il bene (S. Agostino).
Regola di vita delle comunità monastiche sull’amore
“AMA E FA’CIÒ CHE VUOI”
“Una volta per tutte ti è stato dato questo precetto: Ama e fa’ ciò che vuoi. Sia che tu taccia, taci per amore. Sia che tu parli, parla per amore. Sia che tu corregga, correggi per amore. Sia che tu perdoni, perdona per amore. Sia in te la radice dell’amore, poiché da questa radice non può derivare se non il bene (S. Agostino).
La rivista Testimonio (sett.– ott. 2015) bimestrale di vita religiosa della Conferenza dei religiosi/e del Cile, in un numero dedicato al tema dell’ “amore e del servizio” pubblica un documento sulla Regola di vita delle comunità monastiche sull’amore, ricavato dal libro Un camino monástico en la ciudad, delle Fraternità di Gerusalemme. Lo riproponiamo anche ai nostri lettori per la ricchezza di stimoli che contiene e come strumento di meditazione per l’imminente quaresima. Sono undici paragrafi suddivisi in quattro titoli.
Ama
1.Accogli con tutto il tuo essere l’amore che Dio ti dà fin dal principio. Rimani sempre ancorato a questa certezza, l’unica capace di dare significato, forza e gioia alla tua vita: il suo amore non si allontanerà mai da te. Egli mai romperà la sua alleanza di pace con te. I doni di Dio e la sua chiamata sono irrevocabili. Egli ha inciso il tuo nome sulla palma della sua mano.
Fa in modo che la tua anima sia piena, giorno e notte, della presenza del Signore che ti ama, e così avrai vita. Forte della gioia di questa presenza divina in te e della potenza di questo amore, non ti sentirai mai debole.
Se custodisci fedelmente, come Maria, questo ricordo nel tuo cuore, Dio – poco alla volta – ti invaderà, ti edificherà, ti unificherà. L’accoglienza costante del suo amore è il tuo primo dovere di consacrato.
2.Sicuro di questo amore gratuito, ama a tua volta il Signore, che ti ha creato a sua immagine e somiglianza, amalo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze, con tutto il tuo essere. In una parola, con la tua persona e la vita intera. In questo amore intero, indiviso consiste tutta la tua vocazione monastica.
Con la certezza che egli ti ha amato donandoti tutta la sua vita, tu non puoi rispondere a questo amore, se non donandogli anche tu tutta la tua. Egli ti ha tanto amato da donarti il suo unico Figlio, al quale tu hai scelto di rispondere liberamente consegnandogli l’intera tua vita. Perciò questa offerta di tutto il tuo essere all’Amore per amore ti spinge ad accettare di perdere tutto per guadagnare Cristo. Giungerai così a capire che tutto è niente e che niente è tutto. (S. Teresa di Gesù). E se tutto è tuo, tu sei di Cristo e Cristo di Dio.
Sarai monaco o monaca se “il tuo sguardo è solamente per Dio, se il tuo desiderio è solamente desiderio di Dio, la tua dedizione è solamente a Dio, non volendo servire se non Dio solo, in pace con Dio giungerai ad essere motivo di pace per gli altri” (S. Simone Studita, Catechesi minori).
3.Se fai di tutta la tua vita un’accettazione libera e gioiosa del suo amore e una ricerca laboriosa e paziente del suo volto, “da solo a solo”, sarai allora come un vero figlio alla sua presenza e, nel tuo cuore, lo Spirito del suo unico Figlio griderà: Abba! Padre!
Ora che tu stesso hai conosciuto Dio, o meglio, che Lui ti ha conosciuto, se lo ami, custodisci la sua parola e il Padre ti amerà. E Dio Trinità verrà a te e vivrà con te.
Potrai allora dire che non sei più tu che vivi ma Dio che vive in te e sarai come un tabernacolo vivente in cui egli è presente: sarai veramente consacrato. Poiché un tempio è sacro, tu sei questo tempio.
Tutto ciò che ha a che fare con la vita monastica sarà per giungere lì. Dio, che è un fuoco che divora, vuole consumarti totalmente nel suo amore. Che queste parole che il Signore ti detta oggi rimangano nel tuo cuore. Fa’ questo e avrai la vita.
Ama i tuoi fratelli
4.Segui la via dell’amore secondo l’esempio di Cristo. Tu non puoi pretendere, in effetti, di amare Dio, che non vedi, se non ami il fratello o la sorella che vive accanto a te.
Poiché la carità è la pienezza della legge, l’esigenza dell’amore fraterno costituisce la pienezza di tutta la tua vita monastica, come la carità è la pienezza della legge e dei profeti. In ogni istante interrogati sul tuo amore al fratello, poiché sarai giudicato su questo amore (S. Giovanni della Croce).
Siccome solo in cielo ci ameremo eternamente, pienamente, e siccome il monaco vuole anticipare il Regno; siccome Dio è amore come Gesù ci ha dimostrato e siccome il monaco cerca di imitare Cristo; siccome il primo comandamento è amare e siccome il monaco obbedisce a Dio facendo sempre ciò che lui desidera; per tutto questo, ama senza interruzione, senza sconti, senza parole. Che il Signore ti faccia crescere e abbondare nell’amore verso tutti.
Una volta per tutte ti è stato dato questo precetto: Ama e fa’ ciò che vuoi . Sia che tu taccia, taci per amore. Sia che tu parli, parla per amore. Sia che tu corregga, correggi per amore. Sia che tu perdoni, perdona per amore. Sia in te la radice dell’amore, poiché da questa radice non può derivare se non il bene (Sant’Agostino, Sulla prima lettera di Giovanni).
5.Accetta, tuttavia, di riconoscere che la tua spontaneità è cattiva. Con lucidità renditi conto che il fondo del tuo essere è egocentrico, egoista, invidioso, aggressivo, possessivo, e scopri che il diavolo è lì presente, come accusatore dei tuoi fratelli, cercando sempre chi divorare, seminando zizzania durante la notte.
Per aprirti all’amore dovrai dunque liberarti dal disamore. Senza questo passo previo di umiltà e di conversione non saprai mai amare. Amerai tanto meglio i tuoi fratelli quanto più saprai amare te stesso.
Se sei unificato, sarai unificante; se sei in pace con te stesso, sarai strumento di pace. Ámati umilmente e vivi contento dell’amore con cui Dio ti sta amando e, a partire da questa esperienza, ama il tuo prossimo come te stesso. Questo è il secondo passo per amare il prossimo.
Ámati fino a dimenticare te stesso
C’è un amore che riceve, un amore che condivide, un amore che dona e un amore che si dà a se stessi; c’è infine un amore che si immola. Monaco o monaca, Dio ti aspetta in quest’ultimo. Se un giorno potrai giungere a dire che non cerchi più te stesso, avrai la vita più felice che si possa conoscere (Santa Teresa del Bambin Gesù) e l’amore di Dio sarà visibile attraverso di te. È il terzo passo dell’amore verso gli altri.
6.Chiedi a Dio ogni giorno che effonda nel tuo cuore l’amore per i tuoi fratelli e che ponga nei loro cuori l’amore per te. Dio non può negare nulla a una comunità che prega così, perché questa è precisamente la sua volontà, che ci amiamo gli uni gli altri come lui ci ha amato.
Dove non c’è amore, metti amore e raccoglierai amore (San Giovanni della Croce). La suscettibilità è il peggior amico della carità, l’umiltà il suo miglior compagno. Nei contrasti, sii sufficientemente intelligente e santo per cedere per primo e non perdere mai l’unione profonda con i tuoi fratelli per discussioni su dei dettagli. Puoi esercitare il diritto di andare in collera, ma hai il dovere di non lasciare che il tramonto del sole ti sorprenda nella tua collera. Imponiti ogni giorno il fermo proposito di pregare per i tuoi fratelli. Prega per amare e ama pregando e la grazia del suo amore potrà crescere in te.
Accogli la chiamata all’amore fraterno come l’introduzione a un grande mistero, e proprio attraverso l’amore penetrerai nello stesso essere di Dio. Così, quindi, con i tuoi fratelli, tu dai corpo a Dio, traduci la sua presenza, sei segno del suo operare. Possa la tua comunità intera giungere ad essere una comunità del genere per la teofania del suo amore.
7.Per tradurre in concreto e con verità questo amore, vivrai la condivisione. Condividi il tempo, la mensa, il tetto, il salario e i beni. Non tenere nulla solo per te e sarai un giorno ricco, come Cristo, di tutto quello che hai dato. Possa anche tu dire ad ogni membro della comunità: tutto ciò che è mio è tuo.
Il tuo camminare verso Cristo non è una avventura solitaria ma comunitaria. Questo impegno comune ti invita perciò anche a un ascolto vicendevole, allo stimolo reciproco, alla conversione fraterna, nella solidarietà del medesimo dono ricevuto.
Portate gli uni i pesi degli altri e così adempirete la legge di Cristo. Con tutta umiltà, dolcezza e pazienza sopportatevi gli uni gli altri nell’amore.
Dal più piccolo dettaglio fino all’impegno più fondamentale, entri in una comunità per condividere tutto e formare così con i tuoi fratelli il corpo vivo del Figlio Unico di Dio. “Così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri” (Rm 12,5). Se cerchi e vivi questo, la gioia di una condivisione siffatta farà scomparire del tutto in te il ricordo di tutti i sacrifici.
8.Con i tuoi fratelli e le tue sorelle, ciascuno con i doni diversi che sono stati loro concessi, cerca di costruire l’unità nel rispetto della diversità. Però non dimenticare mai che la salita verso l’unità è laboriosa, e che è facile la discesa verso la diversità. Solo a partire da un’unità forte, giungerai a trovare vere diversità.
Affinché l’unità non sia un amalgama senza forma o una conformità obbligatoria, e la diversità non sia un individualismo egoista o una strana fantasia, chiedi al Dio Trinità che ti riveli il segreto della sua unità nella pluralità.
L’unità della tua fraternità sia espressione di un amore che condivide.
La personalità affermata di ciascuno dei tuoi fratelli esprima che si è assunta la libertà. Se preghi, studi o lavori, rallegrati che l’altro lavori, studi o preghi per te (Pseudo Macario, La vita cenobitica, 3a omelia). “Ma tutte queste cose le opera l'unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole” (1Cor 12,11).
Per giungere ad amare, sii trasparente
9.Lasciati conoscere e cerca di conoscere. La conoscenza predispone necessariamente all’amore. Mediante l’apertura del tuo cuore, dei tuoi atti e dei tuoi pensieri imparerai a coincidere meglio con i tuoi fratelli e a mandare all’aria le trappole del Maligno. Non lasciarti ingannare da Satana. Non ignorare i suoi inganni. Colui che agisce secondo la verità, si avvicina alla luce.
Sii sufficientemente umile per lasciarti guardare nella tua realtà e sufficientemente misericordioso per vedere senza condannare. Come ricompensa di questo duplice sforzo, giungerai a scoprire quanto è buono e soave che i fratelli vivano insieme.
Escludi per sempre dalla tua bocca e dal tuo cuore la maldicenza, la mormorazione e l’invidia. “Fuggi le piccole controversie tra fratelli; niente divide quanto le continue discussioni per tutto e per niente. Impara a tagliarle in tempo. Non permetterti di ascoltare insinuazioni sul tale o talaltro dei tuoi fratelli. Sii fermento di unità” (Regola di Taizé). “Chi calunnia in segreto il suo prossimo io lo ridurrò al silenzio... Non abiterà dentro la mia casa chi dice menzogne” (Sal 100, 5.7).
Non parlare né ascoltare nulla di un fratello assente se non lo hai già detto a lui, e se non sei disposto a dirglielo con tutta chiarezza.
E prega affinché la tua fraternità monastica nella sua totalità sia luminosa, davanti al Verbo, come un focolare di luce, e prega perché sia un’icona vivente della Trinità.
10. Non stancarti mai di perdonare, per non dare occasione al diavolo. Dal profondo del tuo cuore, spontaneamente, sii misericordioso e compassionevole. Il Signore ti ha perdonato nel corso della giornata; nel silenzio della tua anima, fai anche tu lo stesso, instancabilmente, con tutto il cuore. Se hai in concreto qualche lamentela conto l’uno o l’altro, va quanto prima a riconciliarti con lui mediante un perdono reciproco, a tu per tu, se questo non basta, confidalo al priore il quale vedrà con te come fare per riconciliarti con questo fratello. Se questo non è sufficiente, parla con lui alla presenza di alcuni fratelli; dopo lo dirai alla comunità; tutti insieme allora si affidino alla misericordia di Dio e al giudizio dello Spirito Santo.
Se uno non vuole amare e perdonare così profondamente, costui non entri e non rimanga nella vita monastica.
Con libertà di coscienza ricevi, davanti al tuo confessore, e d’accordo con il priore, la grazia del sacramento della penitenza. Non puoi andare avanti da solo nel cammino della perfezione senza l’aiuto di un padre spirituale.
Vivi ogni settimana con i tuoi fratelli, davanti a Dio, la grazia del perdono vicendevole, conforme alla parola dell’apostolo che ci invita a confessare i nostri peccati gli uni agli altri. Questa assoluzione comunitaria rinsalderà la fraternità e farà crescere ciascuno nella luce e nella verità.
Ogni volta che avrai occasione, accetta di vivere con i tuoi fratelli la correzione fraterna, che sarà per te grazia di incoraggiamento e chiamata alla conversione.
11.Non accontentarti di chiamarti fratello di tutti: sii anche amico di ciascuno. A questo ci invita Cristo quando non ci chiama più servi, ma amici. La vera amicizia espande, libera, irrobustisce, ci fa crescere. Al contrario, l’amicizia troppo naturale o particolare ci rimpicciolisce, ci divide, ci ostacola. Coltiva quella e guardati tenacemente da questa.
Al di sopra di tutto vivi la comunione. Questa è la fonte di cui viviamo, in essa siamo stati scelti da Dio prima della creazione del mondo, e ad essa ci convoca la sua chiamata che ci ha riuniti in un solo corpo. In seno a questo mondo lacerato, l’unità dei carismi costruisca l’armonia di un tempio santo e la diversità dei membri formi la coesione di un unico corpo. Rivestito della carità, in cui consiste la perfezione, sarai allora con i tuoi fratelli, in mezzo alle città, il segno gioioso della comunione fraterna, e perciò stesso, un puro riflesso di Dio. Questa è la gloria che Egli ti ha dato di condividere.
Che questo mondo, in cui stiamo e del quale non siamo, ci riconosca come suoi discepoli in questo segno: nell’amore che abbiamo gli uni per gli altri.