Dall'Osto Antonio
Brevi dal mondo
2016/12, p. 35
India, Principato di Monaco, Cesnur, Milano
INDIA
“Salvato da una santa”
Questa è una storia che ha dell’incredibile, ma è vera. È stata narrata al telegiornale TG2000 lo scorso 7 novembre. Ha come protagonista Emmanuel Leclercq, un giovane che si prepara a diventare sacerdote, in Francia. Era nato il 9 settembre 1982 in una baraccopoli di Bombay. Dieci giorni dopo la nascita, la madre l’aveva abbandonato in un secchio della spazzatura davanti alla Casa delle Suore della Carità. Qui era stato ritrovato da Madre Teresa di Calcutta: aveva il nome della mamma scritto sul braccio e anche una collanina al collo su cui era scritto il suo nome: Robin.
«Per undici mesi – ha raccontato Emmanuel – sono stato tra le braccia di Madre Teresa in una culla della casa per i bambini abbandonati, perché lei personalmente mi ha raccolto dall’immondizia per mettermi in una culla. E il calore di Madre Teresa quando mi prendeva fra le braccia, lo sento anche oggi».
«Sono stato “abbandonato” affinché venissi “donato”. E sono stato donato a una famiglia, perché dopo un anno di permanenza nella casa delle Missionarie della Carità sono stato adottato da una famiglia francese. Io devo tutto a loro: mi hanno ridato una dignità, mi hanno educato, mi hanno dato la possibilità di studiare e, grazie a loro, posso diventare sacerdote. Mi mancano tre anni per realizzare quel sogno».
«Ho conosciuto la mia storia – ha ricordato Emmanuel – perché i miei genitori adottivi me l’hanno raccontata, quando avevo 7 anni. Ma poi l’estate scorsa, quando sono tornato dopo oltre trent’anni in India per la prima volta, ho avuto la gioia di incontrare una suora che adesso ha 90 anni e che era presente quando sono stato trovato nel bidone della spazzatura. Mi ha narrato la mia storia e mi ha fatto vedere la collanina con il mio nome ‘Robin’ e il registro dove era scritto il mio nome, la data di nascita e la data dell’abbandono, che portavo scritte sul braccio, e anche la data del ritrovamento che era lo stesso giorno dell’abbandono. Quando ho visto il registro, ho ringraziato il Signore anzitutto per il primo dono, quello della vita. Poi ho ringraziato mia madre che mi ha concepito e mi ha messo al mondo, ho ringraziato Madre Teresa che mi ha trovato e salvato, infine ho ringraziato la mamma che mi ha adottato».
«Se mia mamma mi ha abbandonato in un secchio della spazzatura davanti alla Casa di Madre Teresa – ha aggiunto Emmanuel – non è stato per caso. Dio ha voluto che io fossi gettato in quel bidone! Perché? Non lo so. Un giorno forse lo saprò».
«Purtroppo – ha concluso Emmanuel – non ho incontrato mia madre perché la suora mi ha detto che non era possibile trovarla, in quanto sul mio braccio era scritto soltanto il suo nome Subadhra che è molto diffuso in India e non c’è alcun documento che possa aiutarci a trovarla. Però io non ho mai smesso di cercarla, prego sempre per lei e mi chiedo: ‘Forse è già deceduta, forse ho dei fratelli e delle sorelle, le do appuntamento lassù in cielo per cantare insieme la gloria di Dio».
PRINCIPATO DI MONACO
Nuova Presidenza della CCEE
L’arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana, card. Angelo Bagnasco, è stato eletto l’8 ottobre scorso presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali dell’Europa (CCEE), di cui era stato vicepresidente negli ultimi cinque anni. Succede all’arc. di Eszergom-Budapest, il card. Peter Erdö che ha prestato questo servizio negli ultimi dieci anni (2006-2016). Assieme al card. Bagnasco sono stati eletti due vicepresidenti, anch’essi per il quinquennio 2016-20121. Sono l’arcivescovo di Westminster e presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, card.Vincent Nichols e l’arcivescovo di Poznan e presidente della Conferenza episcopale della Polonia, Stanislaw Gadecki.
L’assemblea plenaria dell’organismo ha avuto luogo nel Principato di Monaco. Nel corso dei lavori i partecipanti hanno riflettuto sulla missione della CCEE nella Chiesa in Europa; sulla situazione dei cristiani nel mondo, specialmente in Terra Santa, e sui rapporti con le chiese ortodosse alla luce dell’incontro e della dichiarazione firmata tra il papa Francesco e il patriarca Kirill di Mosca.
All’incontro erano presenti anche alcuni rappresentanti di altri organismi ecclesiali come il SECAM (Africa), il CELAM (America Latina), la FABC (Asia) e la FBCO (Oceania).
Al termine dei lavori, il CCEE, che compie 45 anni di esistenza, ha reso pubblico un messaggio che condanna la persecuzione dei cristiani nel mondo, «un fenomeno – è detto – in aumento», alimentato spesso «dall’ingiusto riferimento a Dio nella pratica della violenza». Il messaggio esprime la propria vicinanza a coloro che sono perseguitati e promette di non tacere e soprattutto di non abbandonarli.
La CCEE è composta attualmente di 33 episcopati europei e celebrerà la prossima assemblea dal 28 settembre al 1 ottobre del 2027 in Bielorussia, a Minsk.
STATISTICA del Cesnur
Gli immigrati cristiani più dei musulmani
Il Cesnur, il Centro Studi sulle Nuove Religioni di Torino, ha rilasciato oggi le sue statistiche annuali sulla presenza di minoranze religiose in Italia, che saranno illustrate domani nel corso del convegno "Dall'Islam in Europa all'Islam europeo" promosso dalla rivista Confronti presso la Biblioteca del CNR (Piazzale Aldo Moro 7, Roma).
Come ogni anno la statistica distingue tra cittadini italiani con regolare passaporto e persone presenti sul territorio italiano, compresi gli stranieri e con una stima dei clandestini. Tra i cittadini italiani gli appartenenti a minoranze religiose sono 1.781.207, pari al 3,2% della popolazione, con una crescita dello 0,3% rispetto al 2015. Le religioni, Chiese e comunità religiose diverse dalla cattolica sono 853, anche qui in crescita rispetto alle 838 del 2015. La prima minoranza religiosa tra i cittadini è quella dei Testimoni di Geova, con oltre 424.000 fedeli. Seguono i musulmani (302.000) e gli ortodossi (212.000), due gruppi che tra i cittadini crescono non per le rare conversioni ma per l'acquisizione della cittadinanza italiana da parte di immigrati di queste fedi. Al quarto posto, primo gruppo fra i protestanti, le Assemblee di Dio, con circa 150.000 fedeli.
Al quinto posto, con 80.000 fedeli, i buddhisti della Soka Gakkai, punta di diamante di un buddhismo che, con 157.000 fedeli, è il segmento in più forte crescita per effetto di conversioni fra i cittadini italiani.
Se si considerano invece i presenti sul territorio, quindi anche gli immigrati non cittadini, il Cesnur somma ai cittadini che fanno parte di minoranze religiose 4.118.000 immigrati non cattolici, per arrivare a un dato del 9,3% di presenti sul territorio appartenenti a minoranze religiose, in lieve crescita rispetto al 9,1% del 2015.
Ma con una sorpresa: «Contrariamente alla percezione comune, tra gli immigrati i cristiani sono in netta maggioranza (53,8%) rispetto ai musulmani (32%) e la percentuale di musulmani fra gli immigrati non aumenta ma diminuisce rispetto al 32,2% del 2015, in una stima che cerca di considerare anche i clandestini. Tra le minoranze religiose tra gli immigrati, gli ortodossi dell'Europa dell'Est e del Medio Oriente (1.541.000) sono ormai a ridosso dei musulmani (1.609.000)».
MILANO
La vita consacrata in un tempo di riforma
Quale riforma per la vita consacrata? È l’interrogativo che da tempo si è posta la Chiesa di Milano e che ora ha ricevuto nuovo impulso da ciò che papa Francesco ha affermato nell’omelia di chiusura dell’anno della vita consacrata: «Guai a cristallizzare i nostri carismi in una dottrina astratta... non sono da sigillare in bottiglia, non sono pezzi da museo», «i nostri fondatori... non hanno avuto paura di sporcarsi le mani con la vita quotidiana, con i problemi della gente... hanno mantenuto nel cuore lo stupore per l’incontro con Cristo. Non hanno addomesticato la grazia del Vangelo». L’affermazione del Papa non trova impreparata la diocesi di Milano che già da qualche anno sta lavorando con gli organismi di comunione della vita consacrata (Cism-Usmi-Ciis) per vivere in modo fecondo l’attuale tempo di riforma. Come leggiamo ora in chiesadimilano.it, per l’anno pastorale 2016-2017 i Vicariati episcopali per la vita consacrata hanno pensato ad alcuni cammini formativi, elaborati insieme al Centro studi di spiritualità della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale. Lo scopo è di venire incontro innanzitutto alla necessità di una interpretazione adeguata del proprio carisma. Da qui la proposta di un seminario di ricerca che aiuti a rileggere la grazia degli inizi come fonte di ispirazione per vivere la circostanza attuale.
Inoltre, vi sarà un ciclo di incontri per approfondire le condizioni ecclesiali e sociali che sostengono la vita consacrata nel suo cammino, favorendo la condivisione del proprio carisma con tutta la Chiesa particolare e pensando a nuove forme di inserimento nella pastorale diocesana.
Sono stati fissati in particolare anche due importanti appuntamenti: il primo ha avuto luogo il 25 novembre scorso presso il Seminario arcivescovile di Venegono in cui il cardinale Angelo Scola ha incontrato i seminaristi e tutti i membri degli istituti di vita consacrata e società di vita apostolica in formazione iniziale per parlare sul tema vocazione e generatività. Un secondo momento di rilievo sarà la Giornata mondiale della vita consacrata del 2 febbraio. Alla Messa che l’Arcivescovo celebrerà in Duomo saranno invitati non solo i consacrati, ma tutta la comunità diocesana. Poiché la vita consacrata è dono fatto alla Chiesa è bello infatti che tutto il popolo santo di Dio renda grazie per questo carisma.
a cura di Antonio Dall’Osto