Perdonare le offese. Le donnole del Rabbi. Ed è subito sera.
2016/10, p. 47
Papa Francesco Perdonare le offese EDB € 8,00
Il perdono è un seme, è una carezza di Dio. «Il perdono è l'espressione più alta del dono» - riconosce papa Francesco. Il perdono è un sovrappiù d'amore. Dopo aver fatto l'esperienza del perdono divino come di un'aggiunta alla spontaneità con cui egli ama, non possiamo tenerci per noi questo «sovrappiù d'amore» ma dobbiamo, a nostra volta, trasmetterlo, «spenderlo» nel mondo, trasformandoci in artefici del perdono. Papa Francesco usa un'espressione simile, ma molto più pregnante e sicuramente più efficace: egli parla infatti di diventare «artigiani del perdono», di rendersi operatori di misericordia e di riconciliazione nel mondo nel quale quotidianamente si vive. Il verbo «perdonare» non può avere un significato astratto, ma solo reale e concreto; perciò con il prossimo, nell'ambiente familiare, lavorativo e sociale, l'invito costante del Papa è quello a «perdonarsi gli uni gli altri», ripristinando così una reciprocità e una simmetria tra l'agire di Dio e l'agire dell'uomo.
Piero Stefani Le donnole del Rabbi EDB € 7,50
«Opere di misericordia»: usiamo l'espressione perché consapevoli del fatto che se fosse racchiusa solo nella sfera del pensiero o del puro sentimento, la misericordia sarebbe vana. A mutare l'orizzonte è infatti proprio l'atto d'andare concretamente incontro all'altro. È con l'agire, e non già con il sentire, che si diviene prossimo a colui che prima ci era estraneo. Non a caso, agli antipodi della misericordia si colloca non tanto l'atto violento o aggressivo, quanto l'omissione. L'antitesi al comportamento del buon samaritano, ci indica il vangelo, è il passare oltre del sacerdote e del levita e non già la brutale e certamente ingiustificabile violenza esercitata dai briganti. La riflessione sulla misericordia si sviluppa attorno al racconto del grande Rabbi Yehudah che soffrì per tredici anni per non aver avuto compassione di un vitello condotto al macello. Ma poi fu risanato perché, citando un salmo sulla misericordia, salvò delle piccole donnole.
Aimone Gelardi Ed è subito sera EDB € 9,00
P. Gelardi, docente di teologia morale ed etica filosofica, propone in modo gradevole e stimolante una riflessione sulla vecchiaia. Da stagione normale dell'esistenza, la vecchiaia è divenuta problema da spiegare, risolvere e giustificare nelle sue molteplici sfaccettature. Un'età della vita che la “dittatura della giovinezza” e la mitologia dell'autosufficienza e del benessere confinano tra i pesi per la società, le famiglie e le istituzioni.
La vecchiaia è una stagione spesso attraversata dalla debolezza, dall'infermità, dalla solitudine, accompagnata da un sentimento di crescente inutilità e insignificanza. Eppure è anche «un'arte» da apprendere e da scoprire, un tempo della vita che ha ancora molto da dire a tutti, giovani compresi.