Calabrese Gianfranco
L'Eucaristia sorgente della missione
2016/10, p. 5
Abbiamo colto l’eco di un Dio che nella sua misericordia incontra ogni uomo e tutto l’uomo, che dal suo esempio è spinto ad uscire per realizzare nella storia la chiamata degli uomini, nonostante il peccato, a vivere la comunione e l’alleanza divina nel coraggio della missione.
XXVI Congresso eucaristico nazionale
L’EUCARISTIA
SORGENTE DELLA MISSIONE
Abbiamo colto l’eco di un Dio che nella sua misericordia incontra ogni uomo e tutto l'uomo, che dal suo esempio è spinto ad uscire per realizzare nella storia la chiamata degli uomini, nonostante il peccato, a vivere la comunione e l'alleanza divina nel coraggio della missione.
Dal 15 al 18 settembre 2016 si è celebrato a Genova il XXVI Congresso Eucaristico Nazionale che ha avuto come tema: “L’Eucaristia sorgente della missione. Nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro”. Il tema, che era già di per sé di grande significato teologico e di fede, si è aperto anche alla bellezza dell’Anno Giubilare della Misericordia che stiamo celebrando.
Vivere questo Congresso è stato come lasciarsi afferrare dal mistero affascinante dell’Eucaristia, che è “insieme contemplativo e operoso, vissuto nel raccoglimento della celebrazione ed espresso nell’apertura verso il mondo” (Doc. Teologico preparatorio, Introduzione). In esso si è voluto far vivere a tutto il popolo di Dio l’esperienza di una “Chiesa in uscita”. Infatti la stessa misericordia, che è la sorgente e la ragione teologica della Chiesa, assemblea di coloro che sono stati perdonati e riconciliati nel mistero pasquale di Cristo, ed è la fonte del nostro radunarci come assemblea eucaristica, ci spinge ad uscire, a prendere l’iniziativa di invitare tutti al banchetto dell'Agnello.
Abbiamo vissuto, come si legge nel Doc. preparatorio, l’esperienza di un Dio che “esce da se stesso per salvare l’uomo e nell’Eucaristia fa di noi Chiesa in uscita”, che guarda in alto senza mai perdere di vista i problemi dell’oggi, anzi da questo sguardo in alto attinge forza e speranza per affrontarli e viverli. È stato un grande confluire di tutto il popolo di Dio (Vescovi, presbiteri, religiosi, diaconi e laici), che ha manifestato la propria fede e la propria comunione con Dio e con i fratelli.
La bellezza
di essere Chiesa
Dunque, il Congresso eucaristico nazionale a Genova è stato un grande ed intenso evento, durante il quale è stato possibile gustare la bellezza di essere Chiesa attraverso una molteplicità di avvenimenti, liturgici, culturali, ludici e artistici. Ma il Cardinale di Genova nella lettera di accoglienza rivolta ai delegati ha ricordato: “I giorni del Congresso non siano un programma da svolgere, ma un evento da vivere: l'incontro con Gesù Risorto, presente nel sacramento del suo Corpo e del suo Sangue. Vorremmo che fosse la testimonianza di un corale atto di fede che ci porta al cuore della vita cristiana e della Chiesa, sorgente della missione e di ogni misericordia”. È stato possibile vivere nella comunione, al di là delle diverse età e condizioni sociali, la gioia della memoria di quell’Ultima Cena, sorgente della nostra salvezza e mistero e sacramento pasquale in atto, che conduce nella fede all'incontro con il Signore della vita nello Spirito dell'Amore.
Il Congresso eucaristico è stato anche una grande celebrazione pubblica davanti alla città, davanti all’Italia intera, che ha condotto tutti ad interrogarsi sulla propria testimonianza e sul proprio coraggio di annunciare la fede in Cristo morto e risorto, non solo con le parole ma anche con le opere di carità. Ma quest'evento è stato anche un annuncio verso coloro che hanno abbandonato la pratica della fede, verso coloro che professano il proprio agnosticismo e indifferenza verso ogni forma di religione e di fede per riaffermare che i cristiani trovano nell'alleanza e nella compagnia del Signore risorto, presente per la fede nel sacramento del pane e del vino e nella carne dei fratelli, la forza per cambiare la storia, per lottare nel dialogo e nella collaborazione con tutti gli uomini di buona volontà contro il male e costruire una società fondata sul bene, sulla verità e sulla bellezza.
Genova, icona
della Chiesa in uscita
Anche per queste ragioni è stata significativa la scelta di Genova come sede del Congresso eucaristico. La sua storia, il suo porto, che la proietta sul mare e lungo le grandi rotte della navigazione nel Mediterraneo e verso i nuovi mondi, ne hanno fatto una vera e propria icona della “Chiesa in uscita”. Queste parole sono state sottolineate dal cardinale Bagnasco nella S. Messa di apertura del Congresso in Piazza Matteotti. L’Eucaristia è stata la forza generante, nella storia della Chiesa che è in Genova, per essere “città accogliente”, “cantiere operoso”, “porta aperta” proprio come l’Eucaristia, in cui Dio “ci accoglie con il suo mistero, ci ospita al suo banchetto, ci nutre con il pane di vita, ma anche ci invia con il fuoco dello Spirito a lavorare nella fucina del mondo, ci apre a nuovi cammini del Vangelo, ci spinge al largo”( Doc. Preparatorio). Abbiamo veramente colto in questi giorni l’eco di un Dio che nella sua misericordia incontra ogni uomo e tutto l'uomo, che dal suo esempio è spinto ad uscire per realizzare nella storia la chiamata degli uomini, nonostante il peccato, a vivere la comunione e l'alleanza divina nel coraggio della missione. In questa navigazione verso i mari aperti la Chiesa che è in Genova si è affidata alla Madonna della Guardia, tanto amata dai genovesi, perché da Lei tutta la Chiesa sia protetta e stimolata.
Alcune novità
rispetto al passato
Il Congresso eucaristico nazionale che si è svolto quest'anno a Genova ha presentato alcune novità rispetto ai Congressi precedenti. Anzitutto la durata. Non più una settimana ma quattro giorni, dal giovedì alla domenica, di cui i primi due sono stati vissuti contemporaneamente in tutte le altre diocesi italiane: la celebrazione dell’apertura e la giornata penitenziale sotto il segno della misericordia, sia quella nel Sacramento del perdono sia quella donata attraverso le Opere di Misericordia corporale e spirituale. I delegati delle tante diocesi italiane hanno vissuto e celebrato venerdì 16 settembre la misericordia e il perdono di Dio nella visita e nella preghiera vissuta da circa 400 delegati in luoghi dove quotidianamente si fa il bene nella diocesi di Genova il servizio silenzioso e operoso della carità.
Sabato 17 settembre è stato il giorno della riflessione sull’Eucaristia attraverso le Catechesi che si sono svolte in varie chiese della città, guidate da alcuni vescovi su alcuni temi legati ai cinque verbi che hanno caratterizzato il Convegno pastorale della Chiesa in Italia e che si svolto a Firenze a metà del decennio, come verifica del piano pastorale 2010-2020: “L’Eucaristia e la via dell’uscire” (Mons. Borghetti e Mons. Brambilla); “L’Eucaristia e la via del trasfigurare” (Mons. Tanasini e Mons. Suetta); “L’Eucaristia e la via dell’annunciare” ( Mons. Viola e Mons. Galantino); “L’Eucaristia e la via dell’abitare”(Mons. Palletti e Mons. Lupi).
Alla fede conosciuta ha fatto eco la fede contemplata e pregata nell’adorazione solenne sempre sabato 17 settembre alle ore 16.45 che si è tenuta nell’ambiente affascinante del Porto Antico con il SS. Sacramento posto su una motovedetta della Guardia Costiera che a Lampedusa ha compiuto numerosi salvataggi di migranti, salutato dalle sirene delle navi alla fonda e da giochi d’acqua. Molto solenne è stata anche la processione che si è snodata, al termine dell’adorazione, dal Porto Antico alla Cattedrale. Tutti i partecipanti alla processione nell'Anno giubilare della Misericordia hanno potuto alla fine della processione passare attraverso la Porta Santa per sottolineare la relazione stretta tra l'evento giubilare e il XXVI° Congresso eucaristico.
Infine, il momento più solenne è stata la Celebrazione Eucaristica della domenica 18 settembre mattina, presieduta dal cardinal Bagnasco, inviato speciale del Papa e Presidente della CEI nonché arcivescovo di Genova, concelebrata dai vescovi e dai sacerdoti presenti, in comunione con migliaia e migliaia di fedeli, tra cui i bambini che hanno ricevuto la Prima Comunione in questo anno. I Crocifissi delle moltissime Confraternite liguri hanno fatto da corona, davanti al mare, a questa suggestiva celebrazione eucaristica conclusiva. La raccolta è stata offerta per le necessità e i bisogni di coloro che hanno vissuto l'ultimo terremoto di agosto. Le parole dell'omelia del cardinale sono state attente a sottolineare come il mistero eucaristico parla a tutte le categorie e a tutte le persone che vivono nel tempo e, soprattutto, ai cristiani sono un'indicazione sul come stare in modo nuovo nel mondo plasmati da Cristo. Infatti l'eucaristia è per tutti.
Molti gli eventi
collaterali
Moltissimi sono stati anche gli eventi collaterali che hanno arricchito questo Congresso: ogni giornata è stata aperta dalla celebrazione dell'eucaristia e si è conclusa con l’adorazione notturna presso la storica chiesa di S. Matteo. Un concerto per le delegazioni è stato offerto dal Teatro Carlo Felice , la cui orchestra ha suonato anche durante l’adorazione eucaristica, per accompagnare i canti della Schola Cantorum con direttore il Maestro Marco Frisina. Questa orchestra ha anche accompagnato, nella celebrazione della S. Messa, i settecento cantori della diocesi di Genova e i Cantori Gregoriani di Cremona.
La Serata Giovani di sabato 17 ha animato con una grande veglia una piazza Matteotti gremitissima non solo di giovani ma di fedeli di ogni età; anche la storia e l’arte hanno avuto la loro parte attraverso l’organizzazione di “Percorsi Storico-Religiosi” offerti ai delegati accompagnati da guide turistiche e da volontari; è stata l’occasione per far gustare anche le bellezze della città e il suo grande patrimonio di fede conservato nelle chiese e nelle strade.
Una lunga
preparazione
Per organizzare tutto questo grandioso evento è stata necessaria una lunga preparazione sotto la guida di un Comitato nazionale e di un Comitato Diocesano Preparatorio, presieduto dal Vicario generale di Genova, mons. Marco Doldi. Sono state coinvolte parrocchie, vicariati, congregazioni religiose, aggregazioni laicali e fedeli laici: questa collaborazione operosa è già un grosso risultato del Congresso stesso. Sono stati preparati anche sussidi pastorali che hanno avuto grande successo perfino fuori diocesi per il loro contenuto.
500 sono stati i volontari coinvolti per lo svolgimento ordinato e puntuale di tutte le iniziative, 700 i cantori diocesani, 400 i delegati per i luoghi della misericordia, più di 900 i delegati delle diocesi italiane. Anche le istituzioni locali hanno fattivamente collaborato. Sono solo numeri, ma danno la misura della bellezza e della grandezza di quanto si è svolto. Il resto che è nei cuori non può essere misurato, ma sicuramente porterà frutti nella Chiesa italiana. Le parole finali del cardinale di Genova alla fine dell'omelia della S. Messa conclusiva riassumono in modo incisivo e sintetico l'esperienza del Congresso eucaristico nazionale: “La nostra gioia è grande e si chiama Gesù”.
don Gianfranco Calabrese