Psicologia e teologia
2016/1, p. 47
«L’idea di fondo
che la psicologia
non andrebbe
usata
solo a fini pastorali,
come attualizzazione
finale
del pensiero
teologico o
per risolvere
problemi patologici,
ma che
sia invece da inserire
nel momento
stesso dell’elaborazione del pensare
teologico, al fine di renderlo più
eloquente e toglierlo dal livello di sola
teoria, secondo noi, è un percorso che
gioverebbe sia alla teologia sia all’evangelizzazione
».
Alessandro Manenti Amedeo Cencini Psicologia e teologia EDB
«L’idea di fondo che la psicologia non andrebbe usata solo a fini pastorali, come attualizzazione finale del pensiero teologico o per risolvere problemi patologici, ma che sia invece da inserire nel momento stesso dell’elaborazione del pensare teologico, al fine di renderlo più eloquente e toglierlo dal livello di sola teoria, secondo noi, è un percorso che gioverebbe sia alla teologia sia all’evangelizzazione». Con questa affermazione (p. 14), gli autori – già noti per il loro volume Psicologia e formazione (EDB 1990), di cui il presente volume vuole essere ampia continuazione – spiegano l’idea guida di questo nuovo lavoro, pensato specificamente per chi affronta lo studio della psicologia all’interno di un piano di studi teologico.
Quale è il punto di incontro tra le due discipline? Gli autori lo individuano nel concetto di mistero, che costituisce «il punto di interesse tra psicologia e teologia, perché il mistero è, insieme, categoria psicologica e teologica, quindi una sorta di mediatore concettuale, che non fissa semplicemente il minimo comune denominatore tra i due interlocutori, ma consente alle due discipline di attivare un confronto a beneficio di entrambe» (p. 7).
Il volume vuole essere utile allo studente «per farsi un’idea di cosa significa inserire la psicologia nella riflessione cristiana sulla vita», e all’insegnante per avere «un quadro interdisciplinare di riferimento», allo scopo di operare un’integrazione che si riveli utile alla comprensione dell’uomo inteso non a compartimenti stagni, ma nella sua interezza, consapevoli di quanto sia delicato tale intento.
I contenuti del volume si dividono in tre parti: I) contenuti a livello di visione antropologica della persona umana; II) a livello intrapsichico; III) a livello di relazioni. Ognuna delle tre parti si conclude con una sezione intitolata Prospettive aperte, dove si fa concreto il dialogo tra psicologia e teologia, in un processo di integrazione mai completamente concluso.