"La grazia di lavorare"
2016/1, p. 17
Il Ministro generale indicendo un CPO sulla “grazia di
lavorare” ha voluto proporre ai frati cappuccini una
riflessione sul lavoro come fonte del nostro
sostentamento che deve tenere presente due valori
centrali della nostra vita: la fraternità e la minorità.
VIII Consiglio Plenario dei Cappuccini
“LA GRAZIA
DI LAVORARE”
Il Ministro generale indicendo un CPO sulla “grazia di lavorare” ha voluto proporre ai frati cappuccini una riflessione sul lavoro come fonte del nostro sostentamento che deve tenere presente due valori centrali della nostra vita: la fraternità e la minorità.
Dal 26 ottobre al 19 novembre l’Ordine dei Frati Minori Cappuccini ha celebrato l’ottavo Consiglio Plenario dell’Ordine (CPO) con a tema “La Grazia di lavorare”. L’incontro si è celebrato a Roma presso il Collegio Internazionale San Lorenzo da Brindisi e ha visto la partecipazione del Ministro generale fr. Mauro Jöhri, dei Consiglieri generali e di 34 delegati rappresentanti dei circa 10.200 frati sparsi in 109 nazioni.
Le Costituzioni dei Cappuccini definiscono la natura e gli scopi del CPO: «Il Consiglio Plenario dell’Ordine ha lo scopo di esprimere il rapporto vitale fra l’intera Fraternità e il suo governo centrale, di promuovere la coscienza di tutti i frati alla corresponsabilità e alla collaborazione, di favorire l’unità e la comunione dell’Ordine nella pluriformità. Il Consiglio plenario, che è organo di riflessione e di consultazione, esamina tematiche di particolare importanza offrendo la propria collaborazione al governo dell’Ordine per la formazione dei frati e la loro missione apostolica, per l’incremento dell’Ordine e il suo adeguato rinnovamento». (Cost. n.143,2).
Il tema del CPO è stato originato dalla Regola di san Francesco d’Assisi: «Quei frati ai quali il Signore ha concesso la grazia di lavorare, lavorino con fedeltà e con devozione così che, allontanato l’ozio, nemico dell’anima, non spengano lo spirito della santa orazione e devozione, al quale devono servire tutte le altre cose temporali. Come ricompensa del lavoro ricevano le cose necessarie al corpo, per sé e per i loro fratelli, eccetto denari o pecunia, e questo umilmente, come conviene a servi di Dio e a seguaci della santissima povertà». (Regola bullata V).
Il Ministro generale indicendo un CPO sulla “grazia di lavorare” ha voluto proporre ai frati cappuccini una riflessione sul lavoro come fonte del nostro sostentamento che deve tenere presente due valori centrali della nostra vita: la fraternità e la minorità. Questi aspetti sono stati approfonditi e sviluppati durante la preparazione e la celebrazione dell'evento.
Coinvolto
tutto l’Ordine
Dopo l’indizione del CPO è stato costituito un gruppo di lavoro che s’impegnasse nella preparazione dell’evento. Obbiettivo principale di questa prima fase è stato il coinvolgimento di tutti i frati dell’Ordine. Si è voluto dare ad essi voce, partendo dal loro sentire e dalla loro esperienze, attraverso un questionario che è stato oggetto dei Capitoli locali delle fraternità sparse in tutto il mondo. Le risposte pervenute alla Commissione preparatoria hanno dato origine ad un “Instrumentum Laboris”. Dalla sintesi delle risposte al questionario, si possono trarre alcune significative indicazioni che aprono piste di discussione e di riflessione. Le risposte hanno evidenziato un denominatore comune: il lavoro non è mai fine a se stesso, ma occasione per raccontare quello che si è, consapevoli di appartenere ad una fraternità che si ritrova nella sua diversità a testimoniare il Regno di Dio e a collaborare all’opera della creazione. Il sentire dei frati è apparso orientato a cogliere e valorizzare ogni possibilità di lavoro, da quello più umile a quello che ha più visibilità, da quello che si svolge tra le mura domestiche di un convento a quello che si manifesta nei diversi campi della pastorale.
Ascolto, confronto
e proposte
I primi 10 giorni del CPO sono stati dedicati all’ascolto di una serie di relazioni e di testimonianze pensate per poter introdurre e sostenere la riflessione sulla “Grazia del lavoro” tenendo presenti i vari campi inerenti al tema in oggetto. Rapidamente racconto il cammino percorso. Fr Mauro Jöhri ha svolto una relazione introduttiva sulla questione del lavoro nel nostro Ordine. Abbiamo poi ascoltato il sociologo Mauro Magatti che ha riferito sul tema: L’attività umana nell’era dell’antropocene. Dall’alienazione alla generazione. Appunti per una riflessione sul lavoro. La dott.ssa Mary Hess docente del seminario Luterano di Boston e fr. Joaquim Hangalo, frate cappuccino, ci hanno parlato dei mass media in relazione al lavoro trattando in modo particolare delle opportunità e dei disagi provocati dalla rete. L’aspetto biblico pastorale è stato affrontato da fr. Ferdinando Ventura e fr. Luis Carlos Suzin, entrambi frati cappuccini. Il primo ci ha parlato del lavoro nella Bibbia, mentre fra Carlos ha svolto una relazione sul lavoro nel magistero della Chiesa. Mons. Rino Fisichella, Presidente del Consiglio per la Nuova evangelizzazione, ha ribadito la centralità dell’incontro con Cristo come l’evento che determina la presenza del cristiano nel mondo, rendendola continuamente una novità. Gli ultimi tre interventi di questa serie di comunicazioni hanno sottolineato l’aspetto francescano-cappuccino del lavoro. Don Felice Acrocca, docente all’università Gregoriana, ha trattato del lavoro nelle Fonti Francescane. Fr. Giuseppe Buffon, frate minore, docente alla Pontificia Università Antonianum, ha proposto un excursus circa il lavoro nelle fonti cappuccine. Infine fr. Pio Murat, frate cappuccino, ha presentato il nostro modo di lavorare alla luce di alcuni documenti dell’Ordine dal 1968 ai nostri giorni. Nei pomeriggi di questa prima fase dei lavori abbiamo ascoltato le testimonianze di frati cappuccini e religiosi di altri ordini che vivono il lavoro in situazioni particolari: tra i poveri, i carcerati e nei grossi agglomerati urbani. Un confratello ci ha presentato la sua esperienza di “frate operaio” in Francia.
Le relazioni e le testimonianze ci hanno sollecitato a riflettere in modo particolare su due aspetti: 1. La possibilità di lavori molto diversificati all’interno del nostro carisma francescano-cappuccino. 2. L’importanza vitale della condivisione del lavoro con la propria fraternità.
Dall’ascolto
al confronto
In questa prima fase del CPO abbiamo avuto la gradita presenza dei rappresentanti dei Frati Minori e dei Frati Minori Conventuali. Abbiamo colto la partecipazione di questi fratelli della grande Famiglia Francescana come segno di comunione e di continuazione di una collaborazione in atto già da molto tempo.
Il giorno 4 novembre, abbiamo vissuto una giornata di ritiro spirituale animata da fr. Eric Bidot, frate cappuccino e Ministro provinciale della Francia. Il silenzio e la preghiera hanno caratterizzato questo momento che ha segnato il passaggio dalla fase di ascolto a quella del confronto e delle proposte. I partecipanti al CPO si sono suddivisi in quattro gruppi di lavoro e in forma molto libera hanno cominciato a creare una serie di propositiones. I singoli gruppi hanno consegnato il frutto del loro lavoro a due commissioni redazionali, che con molto impegno di tempo e di energie, hanno vagliato le proposte, unificando, sintetizzando e accorpando quanto i gruppi avevano prodotto. Il lavoro della Commissione veniva riconsegnato ai gruppi, i cui membri vagliavano la rielaborazione delle proposte ed esprimevano un voto di approvazione, di disapprovazione o di emendamento.
Le proposte sono state poi presentate all’assemblea plenaria del CPO e i delegati hanno votato ogni singola proposta con la modalità sopra descritta per i gruppi. Le proposte emendate tornavano poi alle commissioni redazionali che rielaboravano il testo comprensivo degli emendamenti presentati. L’atto finale è stata la ripresentazione delle proposte all’assemblea plenaria per il placet o non placet.
Alcune
piste guida
Il lavoro è stato intenso, fraterno, pieno di suggestioni e valutazioni che hanno messo in luce sensibilità ed esperienze diverse ma anche complementari. Pur nel rispetto della creatività di ciascuno, sono state individuate alcune piste guida, successivamente convertite in domande, scaturite dalle relazioni e dalle testimonianze ascoltate durante la prima fase dell’evento. Di seguito riassumo le più significative.
Il nostro lavoro testimonia l’incontro con Gesù Cristo e il suo vangelo?
Quali sono gli aspetti critici del nostro lavoro nelle diverse aree del nostro Ordine per i quali è necessario dare nuovi orientamenti?
Da quale visione antropologica del lavoro partiamo? In quale cultura del lavoro sono situate le nostre fraternità?
Qual è la nostra visione cristiana (biblica, teologico - magisteriale e pastorale) del lavoro?
Viviamo il lavoro come partecipazione responsabile della creazione e alla costruzione del nostro mondo umano, come ci invita la Laudato si’ di papa Francesco?
Quali prassi mettiamo in atto per far si che il nostro lavoro sia scelto e condiviso dalla fraternità, sia assunto in conformità con lo spirito di minorità e di essenzialità e diventi così per noi “grazia” per cui lodare il Signore?
Nelle nostre fraternità il lavoro è vissuto come vocazione? Come questo aspetto è trasmesso nella formazione iniziale?
Come reimpostare il nostro sostentamento vitale finora affidato in gran parte alla questua? A quali altre risorse possiamo eventualmente ricorrere?
Come superare la tensione fra lavoro pastorale, lavoro domestico e lavoro professionale? E fra lavoro intellettuale e manuale?
A quali criteri ispirarci per l’assunzione di lavoratori dipendenti? Il bisogno è realmente giustificato?
Prendiamo seriamente in considerazione il rapporto fra le nostre fraternità e il territorio in modo da poter comunicare con esso?
Come inserirci nella nuova cultura digitale con il nostro lavoro senza perdere l’autenticità della relazione interpersonale?
Queste e altre domande hanno generato diverse propositiones, di queste dopo i vari accorpamenti, ne sono state approvate 75.
Un notevole contributo alla riflessione è stato anche offerto dal volume curato da fr. Paolo Martinelli, vescovo ausiliare di Milano e suor Mary Melone, rettore della Pontificia Università Antonianum, “La grazia di lavorare”. Lavoro, vita consacrata, francescanesimo, EDB. In questo volume sono stati raccolti una serie di contributi dei docenti dell’Antonianum e di altri esperti nel campo formativo.
Diffusione,
verifica e concretezza
Ora inizia la fase di diffusione e animazione di quanto è stato generato dal lavoro dei delegati. Il contenuto e lo spirito delle propositiones dovrà diventare oggetto di riflessione e di verifica dei frati e delle fraternità di tutto l’Ordine.
Termino questo articolo-cronaca, con ciò che il Ministro generale scriveva nella lettera d’indizione dell’ottavo CPO, il 1° novembre 2013: «Cari fratelli porto nel cuore la lieta certezza che lo Spirito del Signore, ci sta già aiutando a compiere scelte essenziali, semplici e incisive e desidero che questa bellezza venga raccontata e diffusa tra noi. Sosteniamoci insieme e ricordiamoci gli uni gli altri che la grazia del Signore sostiene ed accompagna la nostra vita e il nostro lavoro. Ognuno di noi, con lo sguardo rivolto a Cristo e a Francesco, faccia la propria parte».
Raffaele Della Torre
frate minore cappuccino