Prezzi Lorenzo
Cassazione: ICI e scuole paritarie
2015/9, p. 24
L’8 luglio la Corte di Cassazione ha depositato due sentenze che legittimano il comune di Livorno a far pagare la tassa dell’ICI sugli immobili a due scuole paritarie per il periodo 2004-2009 per circa 400.000 euro. Se la disposizione venisse estesa a tutte le scuole pubbliche non statali (13.625) e cattoliche (per il 2013- 2014 sono: 6431 scuole di infanzia con 400.000 bambini; 1106 scuole primarie con 144.774 alunni; 1226 scuole secondarie con 114.311 ragazzi) costringerebbe molti istituti a chiudere.

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Testimoni
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Cassazione: ICI e scuole paritarie
L’8 luglio la Corte di Cassazione ha depositato due sentenze che legittimano il comune di Livorno a far pagare la tassa dell’ICI sugli immobili a due scuole paritarie per il periodo 2004-2009 per circa 400.000 euro. Se la disposizione venisse estesa a tutte le scuole pubbliche non statali (13.625) e cattoliche (per il 2013-2014 sono: 6431 scuole di infanzia con 400.000 bambini; 1106 scuole primarie con 144.774 alunni; 1226 scuole secondarie con 114.311 ragazzi) costringerebbe molti istituti a chiudere.
«La sentenza – ha detto Francesco Macrì, presidente nazionale della Fidae (Federazione delle scuole cattoliche primarie e secondarie d’Italia) – rimane dentro una cultura abbastanza diffusa in Italia, pregiudizialmente avversa alla scuola paritaria, nella quale convergono in maniera promiscua due “famiglie” ideologiche: una statalista, l’altra anticattolica». E mons. N. Galantino, segretario generale della CEI aggiunge: «Sono gli ideologi di turno che vogliono mettere all’angolo la libertà di scelta», lobbisti che «non vedono l’ora di umiliare la Chiesa cattolica».
La durezza delle espressioni è giustificata dalla storia travagliata del riconoscimento effettivo della libertà di educazione e dalla precarietà che le istituzioni scolastiche cattoliche vivono da anni, pur onorando tutti i criteri del riconoscimento statale e tutte le norme relative al personale. Dall’interpretazione del «senza oneri per lo stato» della Costituzione che gli stessi proponenti, Corbino-Codignola, specificarono nel senso che «nessun istituto privato potrà sorgere con il diritto (automatico) di avere aiuti da parte dello Stato» alla legge 62 del 2000 (a firma di Luigi Berlinguer) che riconosce le scuole pubbliche non statali come parte integrante e costitutiva dell’unico sistema nazionale di istruzione e formazione, fino alla determinazione del governo Monti che esentava dall’ICI gli istituti senza scopi commerciali e all’interpretazione dei Ministeri delle finanze e dell’istruzione nel 2012 che indicavano la «retta simbolica» come un importo inferiore ai circa 7.000 euro che lo stato paga per ogni studente.
La condizione di molti istituti gestiti da religiosi e religiose che devono far fronte al mantenimento delle strutture e con un personale ormai largamente non religioso, con rette risicate per venire incontro alle famiglie, corre verso l’insostenibilità. Con il paradosso di alcune scuole in cui le pensioni delle religiose integrano i mancati introiti delle rette. «Dopo decenni di lotte e dopo la legge 62/2000 è previsto un finanziamento pubblico di appena 476 milioni per un totale di circa 13.000 scuole e 1.200.000 alunni» (Macrì). Il costo medio per lo stato di un alunno di scuole statali è di circa 7.000 euro, mentre lo stesso stato paga 450 euro per gli alunni delle scuole pubbliche non statali. Un divario che ha giustificato la decisione di Lombardia e Veneto a utilizzare il cosiddetto buono-scuola e che ha suggerito l’introduzione nella riforma appena approvata dal Parlamento uno sgravio fiscale per le famiglie che mandano i figli alle paritarie.
F. Macrì insiste: «Anche la scuola paritaria ha le giuste connotazioni giuridiche e sociali per essere definita pubblica. Anche la scuola paritaria è una scuola che sta tutta “dentro” la Costituzione e pertanto “è” della Costituzione… Tra i requisiti principali che la legge 62/2000 richiede alla scuola paritaria c’è quello che il suo piano dell’offerta formativa si ispiri ai valori della Costituzione, rispetti le norme generali e i principi fondamentali, gli ordinamenti scolastici, la libertà di coscienza di ciascuno, sia aperta a tutti senza discriminazione di sesso, cultura, razza, religione. Si tratta di una scuola che veramente è espressione della società civile e finalizzata al bene comune» (cf. il caso del referendum sulle scuole d’infanzia a Bologna, Testimoni 7/2013 p. 34).
Il 4 agosto vi è stato un confronto diretto fra governo e rappresentanti delle scuole paritarie (cattoliche, laiche ed ebree) in cui si è presa la decisione di riconvocare il Tavolo entro la prima metà di settembre con l’obiettivo di arrivare a un chiarimento definitivo.
Nel 1984 alcuni studenti burloni fecero trovare nel porto di Livorno due teste scolpite, subito attribuite a Amedeo Modigliani. Trent’anni dopo non si sentiva il bisogno di altre «patacche» dal consesso comunale.
Lorenzo Prezzi