Gellini Anna Maria
Diversità e pluralismo
2015/9, p. 46

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NOVITA’ LIBRARIA
dIVERSITà E PLURALISMO
Paolo Naso, docente di Scienza politica e coordinatore del master in Religioni e mediazione culturale a "La Sapienza" di Roma, e Brunetto Salvarani, docente di Missiologia e Teologia del dialogo alla Facoltà teologica dell'Emilia Romagna, hanno curato un'ampia indagine nel mondo complesso delle esperienze religiose in Italia, e coordinato un lavoro "interdisciplinare" di numerosi sociologi e studiosi della situazione socio-religiosa contemporanea. «Nuove sensibilità e nuovi comportamenti si vanno stratificando su quelli passati ma senza annullarli, in una sommatoria disordinata e complessa, capace di delineare uno scenario del tutto inedito».
Nuovi panorami
«Chiese poco frequentate, vocazioni in netto declino, pratiche un tempo assidue - ora limitate a ben modeste percentuali - permangono e tendono addirittura al rialzo. Si tratta di un cambiamento, confuso e a tratti contraddittorio», che inaugura nuovi panorami, caratterizzati da una pluralità e una vitalità di esperienze religiose, frastagliate, instabili, apparentemente più libere, incerte nella loro direzione spirituale. «Le grandi istituzioni religiose risultano più vulnerabili, e l'assolutezza del messaggio religioso è messo in discussione dalla pluralità delle scelte possibili che ci troviamo davanti. Questa religiosità pluralizzata e confusa ha suggerito agli autori la metafora biblica di Babele (Gen 11,19). Il racconto delle origini, secondo l'analisi di Gianfranco Ravasi, contiene due spunti esegetici: il primo interpreta la torre come «simbolo di un'unità obbligata e artificiosa, una globalizzazione forzata», espressione «dell'imperialismo di Babilonia» teso a «imporre una sola lingua, una sola cultura, una sola concezione della vita, precettata a tutti». Il secondo spunto interpretativo riguarda il risultato paradossale e antitetico di questa pretesa universalizzazione autoritaria ed è «la confusione, come reazione all'uniformità imposta».
Pluralismo in aumento
L’approfondimento del prof. Naso parte dai dati relativi alle minoranze storicamente presenti in Italia: 40.000 ebrei, 60.000 protestanti (Chiese storiche come valdesi, metodisti, battisti, luterani, anglicani), 300.000 evangelicali (in massima parte pentecostali delle Assemblee di Dio o della Federazione delle Chiese pentecostali, ma anche Chiesa dei fratelli, Chiese libere), 400.000 testimoni di Geova, 25.000 mormoni, 15.000 induisti, circa 40.000 buddhisti. Complessivamente circa un milione di persone a cui però vanno aggiunti circa 1,4 milioni di ortodossi in massima parte romeni, 1,5 milioni di musulmani, 300.000 evangelici di vario orientamento, oltre 100.000 induisti, altrettanti buddhisti.
«Curiosità e diffidenza, risorsa e minaccia: la cultura del pluralismo religioso in Italia sembra essere un pendolo che risente del clima politico e dell'azione di partiti e forze sociali, che lo attraggono una volta verso l'uno o l'altro degli estremi, a seconda delle circostanze e dei rapporti di forza. Questa continua oscillazione espone il tema della libertà religiosa a speculazioni e strumentalizzazioni che ne banalizzano il senso democratico e costituzionale, talora dando adito a surreali cortocircuiti ideologici che intrecciano e confondono libertà religiosa, immigrazione, lotta al terrorismo, identità nazionale, secolarizzazione, crisi dei valori».
Religione e stili di vita
Secondo lo studio del sociologo Luigi Berzano, dell’università di Torino, le complesse dinamiche di cambiamento hanno originato «nuovi movimenti religiosi, spiritualità, grandi happening, interessi religiosi anche nel variegato mondo digitale. La secolarizzazione - tuttora crescente - ha prodotto non solo i segni dell'oblio del sacro, ma anche quelli generativi di nuove esperienze ai margini delle religioni storiche. Gli studi sulla secolarizzazione non solo come processo dissolutivo, ma anche come fenomeno innovativo, documentano la nuova disponibilità alla ricerca, all'ascolto, all'esperienza religiosa. La sociologa Annalisa Frisina, dell’università di Padova, ha constatato il profondo cambiamento del panorama religioso italiano attraverso le ricerche sulla multireligiosità nel mondo giovanile: in prospettiva europea, è emersa una tendenza a «credere in libertà», cioè in forme prevalentemente de-istituzionalizzate. Rispetto al cattolicesimo italiano, la crisi della Chiesa documentata dal prof. Marzano, si è riverberata nelle esperienze dei giovani, che sono critici verso di essa e ne prendono le distanze.
Il processo di individualizzazione della fede ha fatto sì che, oltre alla diffidenza verso le istituzioni religiose, si sia prodotta una sorta di personale «bricolage» di diverse tradizioni religiose. È necessario individuare piste di impegno comune per generare «ponti di comunicazione e luoghi di incontro che favoriscano l’integrazione e la coesione sociale in un tempo attraversato da radicalismi e fondamentalismi», per favorire nuovi processi orientati alla «riconciliazione delle diversità».
Anna Maria Gellini