Arnaiz Josè Maria
Messaggio finale
2015/9, p. 44
Abbiamo tenuto il Congresso nel contesto dell’Anno della VC, indetto da papa Francesco, in occasione del 50° anniversario del Concilio. Durante i giorni del Congresso abbiamo ascoltato Dio dove la vita grida, abbiamo riaffermato le nostre convinzioni e scrutato gli “orizzonti di novità nel modo di vivere i nostri carismi oggi”. Al termine di questo Congresso esprimiamo la nostra solidarietà alle vittime della violenza e al processo di pace in Colombia.

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Testimoni
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MESSAGGIO FINALE
“Beata sei tu che hai creduto (Lc 1,45) vita consacrata,
perché lo Spirito farà sorgere in te una nuova forma di vita”
Noi partecipanti al Congresso della VC dell’America latina e dei Caraibi rivolgiamo questo Messaggio alle persone consacrate, ai nostri Pastori e a tutto il Popolo di Dio di cui facciamo parte, con la speranza che, per mezzo di questo scritto, possano anch’essi esperimentare gli inviti che lo Spirito Santo ci ha rivolto per un maggior impegno a vivere la nostra vocazione. Abbiamo tenuto il Congresso nel contesto dell’Anno della VC, indetto da papa Francesco, in occasione del 50° anniversario del Concilio. Durante i giorni del Congresso abbiamo ascoltato Dio dove la vita grida, abbiamo riaffermato le nostre convinzioni e scrutato gli “orizzonti di novità nel modo di vivere i nostri carismi oggi”. Al termine di questo Congresso esprimiamo la nostra solidarietà alle vittime della violenza e al processo di pace in Colombia.
Fatti significativi del Congresso
Ci siamo rallegrati per la posizione presa dalle nuove generazioni della VC e per la loro partecipazione al Congresso. La loro parola, il loro lavoro, i loro interrogativi e la loro forza hanno costituito una sfida per i più anziani a guardare non al passato, ma in avanti, alla novità che Gesù ci promette. Francesco, con il suo magistero e la sua testimonianza, ci stimola a creare una cultura di tenerezza e di misericordia. È stato provvidenziale che durante il Congresso fosse pubblicata l’enciclica Laudato si’ in cui il Papa ci invita a prenderci “cura della casa comune”. Ci mette a confronto anche e ci stimola la memoria del beato Oscar Arnulfo Romero, il quale propone alla vita religiosa un modo concreto di essere profezia martiriale, fedele al Vangelo e libera da legami.
Betania
La VC dell’America Latina e dei Caraibi, contemplando l’icona della comunità di Betania – Marta, Maria e Lazzaro – si è sentita chiamata da Dio ad essere casa di incontro, comunità di amore e cuore di umanità. Coloro che hanno partecipato al Congresso hanno sentito come rivolti a noi i comandi di Gesù nel contesto della risurrezione di Lazzaro: “Togliete la pietra”,“Vieni fuori”, “Liberatelo e lasciatelo andare” (Gv 11,39.43-44). Vogliamo vivere questi comandi; solo così potremo accogliere il regno dell’Abbà, irradiare la bellezza di seguire Cristo e di esperimentare la gioia del Vangelo.
Un prima e un dopo della VC
Questo Congresso, in sintonia con il Vaticano II, ha impresso in noi un impulso di risurrezione che alzerà la VC dalla tomba di una nostalgia pessimista del passato e la spingerà verso il futuro che è la vita nuova nel Risorto. La presenza di Gesù in mezzo alla comunità genera vita, gioia, missione, impegno reciproco; crea delle persone che si afferrano a lui e al Regno e non alle opere e alle strutture; genera nella Chiesa e per la Chiesa una VC rinnovata e ri significata, non di massa, ma di prossimi che vivono la fraternità in un clima di amore, compassione e misericordia, e che sono profezia del Dio di Gesù; una VC che origina nuovi vincoli intercongregazionali e nuovi spazi che ci evangelizzano con volti diversi.
Orizzonti di novità
Tra i diversi “orizzonti di novità nel modo di vivere i nostri carismi oggi” percepiti nel Congresso, sottolineiamo i seguenti:
La Trinità è il modello della nostra fraternità; ci conduce all’unità nella diversità, ci rende capaci di dialogo e di reciprocità, fa sì che le nostre relazioni siano circolari e di uguaglianza.
La sequela di Cristo, nella mistica e profezia, ha come orizzonte il martirio, quale testimonianza eloquente, capace di toccare il cuore degli altri e di suscitare la conversione. Dobbiamo recuperare la memoria profetico-martiriale dei nostri popoli.
Una ri-significazione dei consigli evangelici alla luce del Verbo di Dio che si incarna e dona la sua vita sulla croce, e dell’ascolto della Parola, porterà la persona consacrata alla libertà, alla gratitudine-gratuità e alla compassione.
La VC è chiamata a condividere spiritualità, missione e vita con le laiche e i laici in una ecclesiologia di comunione, costituendo famiglie carismatiche.
Una VC povera e per i poveri richiede oggi di partecipare alla “rivoluzione della tenerezza” (EG 88), di “usare la medicina della misericordia” (MV 4) e aver cura della “casa comune” (LS).
La VC deve uscire dalla sua autoreferenzialità e da tutto quello che le impedisce il contatto diretto con il prossimo.
L’intercongregazionalità e le comunità intercongregazionali sono sfide che richiedono discernimento e creatività, ci offrono l’opportunità di arricchirci reciprocamente, di crescere e diventare complementari tra noi.
Le culture, l’ecologia e l’umanizzazione sono spazi in cui la vita è minacciata, spazi in cui la VC deve essere presente e agire.
Far in modo che accada
Abbiamo concluso il Congresso con il cuore ardente, perché abbiamo percepito lo Spirito che agisce in mezzo a noi. Avendo conosciuto gli inviti a impegnarci che la Ruah divina ci ha rivolto, spetta a noi ora far in modo che accada la novità della VC, o meglio, collaborare con la Ruah al sorgere di una VC nuova, di partecipazione e prismatica, non piramidale né statica. È necessario ora imprimere un impulso a questa collaborazione; essere persone propositive e coraggiose, che “facciano confusione”, cominciando ciascuno da se stesso, dalle nostre comunità locali, dalle proprie congregazioni e conferenze. Le intuizioni del Congresso sono dei semi che porteranno frutto solo se passiamo dalla teoria alla pratica.
In cammino
“Vieni fuori!”, ha detto Gesù a Lazzaro. Papa Francesco insiste sul fatto che l’uscita missionaria è il paradigma di tutta l’opera della Chiesa (EG 15), e si attende che la VC esca da se stessa “per andare alle periferie esistenziali”. Andiamo, camminiamo assieme a coloro che lottano per un mondo più giusto e inclusivo, più fraterno e gioioso. Togliamo le bende alla VC perché possa camminare; togliamo le bende e camminiamo come Maria che si reca con prontezza a servire la cugina Elisabetta. L’incontro tra queste due donne rappresentò l’inizio di qualcosa di nuovo, di una vita feconda e missionaria. Usciamo e camminiamo con Maria, e facciamo in modo che l’umanità – Giovanni – sussulti di gioia, e che la creazione – Elisabetta – sia piena di Spirito Santo (Lc 1,39-44).
Questo messaggio e questo Congresso ci hanno lasciato la motivazione per optare e vivere la nuova forma di VC; una nuova visione della VC che viene ed è già in mezzo a noi: il sogno di una nuova forma di VC; la direzione da prendere e da seguire. Bisogna giungere a delle mete concrete realizzabili; con compagni di strada, con persone entusiaste, giovani e adulti, che sono indispensabili. Il futuro della VC è un “best seller” che ancora non è stato scritto; né si scriverà facilmente perché nessuno è un indovino. Qualcosa il Congresso ha cercato di esprimere. Ma si costruirà a poco a poco se metteremo alla base l’autentica conversione evangelica. Pertanto:
Usciremo dalla difficile situazione e sceglieremo di pagare il prezzo per la stupenda opportunità di una reale trasfigurazione. “Così eviteremo il senso di sconfitta che ci trasforma in pessimisti scontenti e disincantati, dalla faccia scura. Nessuno può intraprendere una battaglia se in anticipo non confida pienamente nel trionfo” (EG 85). ”La Chiesa sarà animata dall’impegno dei religiosi e dal nuovo slancio di una VC rinnovata e fortificata” (Giovanni Paolo II).
Così la vita e le missioni dei religiosi saranno una chiara confessione: Gesù è risorto ed è vivo. Eviteranno che ai cristiani “sia rubata la speranza”.
Così si tornerà ai giorni di una autentica rifondazione. La Chiesa e i carismi nascono e rinascono dallo Spirito. Per mezzo della sua azione, molti nel Congresso sono giunti a convincersi che viviamo una nuova Pentecoste poiché c’è stato un fuoco cha ha acceso altri fuochi.
Il papa Francesco era invitato al Congresso: ci salutò e accompagnò e ci spinse a vivere in maniera pasquale la VC. Chiudiamo questa proposta evocando il mistero ispiratore della Visitazione, come il miglior coronamento del Congresso. Maria incontra la sua cugina Elisabetta: “Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo (Lc 1,39-56). L’incontro tra Maria ed Elisabetta costituisce anche l’inizio di qualcosa di nuovo, e senz’altro, è una chiara opzione per la vita. Una vita feconda che moltiplica la vita. Le due donne lo esprimono con un linguaggio nuovo: “Benedetta tu fra le donne”, sono le parole di Elisabetta, e il Magnificat sale dal cuore alle labbra di Maria; donne che sono l’Antico Testamento e l’inizio del Nuovo. Così vogliamo iniziare un’altra storia e vivere la risurrezione. Nel Magnificat sono indicate le grandi linee di questa storia e lo spirito con cui viverla. Ci sono grida, non mancano né la confessione di Maria né le grandi convinzioni e si trovano facilmente le grandi proposte di giustizia e di un vangelo vissuto e testimoniato. Attraverso di esso si innesta un processo e in lontananza appare qualcosa di inedito che i religiosi di oggi cercano come un tesoro nascosto: tornare a Gesù. Solo così si giungerà a un nuovo fascino per la fede, la vocazione, l’impegno nella nuova evangelizzazione, la realizzazione della Chiesa, serva dei poveri e l’incarnazione del Regno.