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L’Instrumentum laboris del prossimo sinodo sulla famiglia
raccoglie molte e belle conferme, qualche incertezza e una
assenza. Le conferme riguardano l’insieme, l’incertezza
verte su alcuni numeri, l’assenza è quella del mancato
rapporto fra vocazione matrimoniale e vocazione religiosa.
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Era lui il responsabile della chiesa e quindi spettava a lui renderla abitabile e
decorosa, anche a costo di superare ancestrali ritrosie.
Aveva anche provveduto a rafforzare la palizzata per tenere lontani gli animali
che, a differenza degli uomini, si ostinavano a voler entrare in chiesa.
E, ogni giorno, “alle cinque della sera”, apriva l’altoparlante posto sul campanile
e recitava il rosario, seguito da un breve, essenziale avviso.
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Papa Francesco ha illustrato il suo pensiero con esempi
vivi tratti dalla vita concreta di un pastore a contatto con
le persone. E allo stesso tempo il messaggio ecclesiale si è
intrecciato con quello politico e sociale. I suoi incontri
con le persone consacrate.
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Viaggio nel web con la guida di un acuto osservatore per
capire quello che si dice del papa e della Chiesa. Fra
domande, critiche e consensi si profilano i punti più
rilevanti del suo magistero e della sua testimonianza.
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L’annuncio del Vangelo e la ricerca di vita fraterna hanno
costituito per lui le due tensioni più forti che hanno
sorretto il suo cammino. Ma forse la lectio più bella è
stata la testimonianza edificante del suo modo di vivere la
malattia e l’avvicinamento definitivo a Colui che è stato
l’Amore di tutta la sua vita.
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Pregava la Madonna immaginando come faceva la ninna nanna a Gesù, come lavava nel secchio i pannolini sporchi e come cucinava pasti forti per il marito falegname, il buon Giuseppe. E gioiva interiormente con quelle considerazioni perché così doveva
essere pensata l’incarnazione del Figlio di Dio, nella linea di papa Francesco, non come fredda dottrina, ma come fatto concreto. Sentiva e viveva tali cose nella forma
della commozione del cuore. E piangeva spesso di gioia spirituale. Dovunque arrivava, creava sempre attorno a sé una piccola comunità.
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Il Capitolo ha impresso nuovo slancio all’Ordine,
scegliendo come motto programmatico l’invito di Teresa
d’Ávila a mettersi in cammino. Le Costituzioni saranno lo
strumento per rispondere con fedeltà creativa alle nuove
sfide. Gli interrogativi che rimangono aperti.
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Le linee che papa Francesco offre in Evangelii gaudium
tracciano una spiritualità missionaria che egli ritiene
possano dare alla Chiesa un “rinnovato impulso
missionario”, vissuto nella gioia e con un entusiasmo
contagioso e, soprattutto, con un’umile audacia.
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Di fronte alle difficoltà, ha detto l’abate generale dom
Eamon (Ocso), ho l’impressione che ci sia un’incapacità a
comprendere che la vita è andata avanti, mentre noi
rimaniamo invischiati nel passato. Non dobbiamo quindi
dare la colpa della crisi alla modernità.
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L’8 luglio la Corte di Cassazione ha depositato due
sentenze che legittimano il comune di Livorno a
far pagare la tassa dell’ICI sugli immobili a due scuole
paritarie per il periodo 2004-2009 per circa 400.000
euro. Se la disposizione venisse estesa a tutte le scuole
pubbliche non statali (13.625) e cattoliche (per il 2013-
2014 sono: 6431 scuole di infanzia con 400.000 bambini;
1106 scuole primarie con 144.774 alunni; 1226 scuole
secondarie con 114.311 ragazzi) costringerebbe molti
istituti a chiudere.
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Le nuove forme di vita consacrata, a partire in particolare
dal postconcilio, hanno aperto e stanno aprendo nella
Chiesa originali cammini di comunione, nei quali la stessa
communio è ad un tempo la realtà da realizzare e la
modalità con cui va realizzata.
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Sta passando nell’opinione pubblica l’idea che occorra
difendersi dai rifugiati piuttosto che difendere i rifugiati. I
paesi più sviluppati contribuiscono in maniera
determinante a creare le cause salvo poi adottare
politiche di respingimento verso gli stessi migranti.
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Testimoni di una vita familiare scandita dalla preghiera
e dall’affidamento a Dio in ogni situazione di gioia
e di fatica, generosi e fedeli nel dono reciproco,
nell’accoglienza e nell’educazione dei figli, laboriosi
e impegnati nella società e nella Chiesa.
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«Perdonare non
significa dimenticare; anzi, se avessi potuto dimenticare,
non sarebbe necessario perdonare. La vera virtù
consiste nel perdonare proprio ricordando, perché perdonare
significa essere liberati dall’ira interiore, dai risentimenti
e dalla ricerca di vendetta che consuma ogni
fibra del mio essere». Il perdonare fa parte di un atto
creativo e creatore che trasforma e trasfigura l’intero essere,
dando origine a una nuova umanità, più sana, libera
e pacifica.
2015/9, p. 37
È giunto il momento di compiere un deciso passaggio “dalla morte alla
vita” e proporre un modo di vivere una vita consacrata risuscitata. I
tempi sono ormai maturi. Lo Spirito ci sta indicando che oggi è possibile
un’altra forma di vita consacrata.
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Abbiamo tenuto
il Congresso nel contesto dell’Anno della VC, indetto
da papa Francesco, in occasione del 50° anniversario
del Concilio. Durante i giorni del Congresso abbiamo
ascoltato Dio dove la vita grida, abbiamo riaffermato
le nostre convinzioni e scrutato gli “orizzonti di
novità nel modo di vivere i nostri carismi oggi”. Al termine
di questo Congresso esprimiamo la nostra solidarietà
alle vittime della violenza e al processo di pace in
Colombia.
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