Volti di Chiesa
2015/6, p. 46
Il volume si apre con alcuni brani della Lumen gentium, (dal n. 6 al n.9) che in modo particolare delineano la fisionomia della Chiesa come Corpo mistico di Cristo, come realtà visibile e spirituale, come nuova alleanza per un popolo nuovo. Seguono due parti: la prima approfondisce i vari volti della Chiesa per ritrovare in essi il fondamento vitale, in aderenza al vangelo e in ascolto della storia. La seconda parte sottolinea gli atteggiamenti che «fanno essere e vivere la comunità cristiana», ed evidenzia quanto dalla conversione degli atteggiamenti può rinascere la Chiesa come comunità, casa di tutti, dalle porte sempre aperte.
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Testimoni
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NOVITA’ LIBRARIA
volti DI chiesa
Nell’Evangelii gaudium e in numerosi suoi interventi, papa Francesco propone un nuovo volto di Chiesa: Chiesa in uscita, dalle porte aperte, madre che sappia accogliere l’umanità del nostro tempo, capace di misericordia e di compassione. Marcello Brunini, parroco a Viareggio, propone nel suo libro di riscoprire il nostro essere popolo di Dio, invitando a rileggere la parola di Dio, i testi del Concilio Vaticano II e tutti gli approfondimenti e gli interventi del Papa. Il volume si apre con alcuni brani della Lumen gentium, (dal n. 6 al n.9) che in modo particolare delineano la fisionomia della Chiesa come Corpo mistico di Cristo, come realtà visibile e spirituale, come nuova alleanza per un popolo nuovo. Seguono due parti: la prima approfondisce i vari volti della Chiesa per ritrovare in essi il fondamento vitale, in aderenza al vangelo e in ascolto della storia. La seconda parte sottolinea gli atteggiamenti che «fanno essere e vivere la comunità cristiana», ed evidenzia quanto dalla conversione degli atteggiamenti può rinascere la Chiesa come comunità, casa di tutti, dalle porte sempre aperte.
Chiesa
popolo di Dio
Tra i numerosissimi spunti di riflessione e verifica che l’autore propone, è stimolante rileggersi come parti di un popolo: popolo messianico, popolo di discepoli missionari, popolo di poveri a servizio dei poveri, popolo di testimoni e martiri, popolo pellegrino, «carovana di Dio», popolo di Dio, «il Dio di tutti, che non discrimina, che salva, che infrange barriere e muri di divisione». In definitiva, «è un popolo dai mille volti, incarnato nei diversi popoli della terra. Diversità che non minaccia l'unità della Chiesa, perché ne è garante lo Spirito. È lui l'armonia del popolo di Dio». È lui la forza perché la Chiesa sia un popolo «fondato sulla fede, sulla parola di Dio, sui sacramenti, sulla guida autorevole». È lui l’energia che fa crescere il popolo di Dio «tanto nella fede e nel sacramento quanto nei lavori svolti insieme, nei conflitti, nei compiti comuni, nell'impegno e nel servizio al mondo».
Conversione
del cuore
Ogni volto è espressione di un cuore. Al fondo di ogni atteggiamento sta il cuore, il centro stesso della persona, il luogo della libera adesione alla vita oppure del suo rifiuto. L’A. attinge al Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 2563): «cuore è la dimora dove sto, dove abito. È i il luogo della decisione, che sta nel più profondo delle nostre facoltà psichiche. È il luogo della verità, là dove scegliamo la vita o la morte. È il luogo dell'incontro, poiché, a immagine di Dio, viviamo in relazione: è il luogo dell'alleanza». La natura, la situazione del cuore personale e comunitario segnano la fisionomia, il volto della comunità e della Chiesa. Il cuore umano per battere in armonia col cuore di Dio ha bisogno sempre di conversione. E una conversione del cuore «che non si traduca contemporaneamente in impegno per una riforma delle strutture non è né completa né autentica, ma rischia di cadere nell'illusione e nell'alienazione. D'altronde una riforma strutturale sarà inutile e votata al fallimento se non andrà di pari passo con una profonda conversione del cuore». Solo cuori purificati e riconciliati potranno fare della Chiesa una madre dal cuore aperto che «genera, allatta, fa crescere, corregge, alimenta, conduce per mano... Serve, allora, una Chiesa capace di riscoprire le viscere materne della misericordia. Senza misericordia c'è poco da fare oggi per inserirsi in un mondo di “feriti”, che hanno bisogno di comprensione, di perdono, di amore».
Volti della
corresponsabilità
Tutti, nella Chiesa, sono chiamati a costruire la comunità. Ogni crescita nella grazia, ogni sofferenza, ogni lavoro, ogni preghiera è un costruire. Ogni impegno di santità personale, visto anch'esso in rapporto alla Chiesa intera, è un costruire. Ogni influsso positivo nel proprio ambiente è un costruire la comunità. «La corresponsabilità si costruisce portando il peso del fratello». Questo apre il grande capitolo della Chiesa popolo di poveri al servizio dei poveri. «Ogni cristiano e ogni comunità sono chiamati a essere strumenti di Dio per la liberazione e la promozione dei poveri, in modo che essi possano integrarsi pienamente nella società; questo suppone che siamo docili e attenti ad ascoltare il grido del povero e a soccorrerlo». Una Chiesa povera non si chiude in se stessa, ma si mette in cammino con i più poveri, lotta per la loro inclusione nella società, si prende cura delle loro necessità, cerca di far crescere, in ogni ambito, la solidarietà. La Chiesa, popolo di Dio, è allora necessario che si trasformi in un «cuore che vede», capace di uno sguardo aperto, carico di misericordia, pronto a non discriminare né a relativizzare, ma a condividere, pronto a intercedere. Intercedere significa, alla lettera, «fare un passo in mezzo». Intercedere significa «tenere - insieme a Cristo e allo Spirito che secondo sant'Ireneo sono le due mani del Padre - una mano sulla spalla di Dio Padre e una mano sulla spalla del fratello», per il quale «il cuore dell'intercessore diviene il luogo dell'incontro, la tenda dell'ospitalità», il volto di una Chiesa che sa diventare “carezza di Dio”, luogo della sua cura.
Anna Maria Gellini