Dall'Osto Antonio
Brevi dal mondo
2015/6, p. 36

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Testimoni
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SUDAFRICA
Assassinata una suora missionaria
Lo scorso mese di aprile, in Sudafrica, è stata assassinata sr. Stefani Tiefenbacher, probabilmente a scopo di rapina. Apparteneva alla congregazione delle Suore del preziosissimo Sangue. Era originaria dell’Austria e viveva in missione da una sessantina d’anni. Il suo corpo senza vita è stato trovato dalle altre suore la mattina della domenica 25 aprile. È stata soffocata con un nastro da macchina da scrivere. Teneva al polso la corona del rosario. La comunità dove si trovava, nella piccola città di Ixopo, era stata aperta nel lontano 1923. Viveva assieme ad alcune suore dedite all’insegnamento e al volontariato nel vicino ospedale. La comunità è anche casa di noviziato della congregazione. Una sua consorella, Gerald Frye, ha raccontato che sr. Stefani aveva dedicato tutta la sua vita al servizio dei poveri. Era particolarmente impegnata nell’aiuto dei bambini poveri e per 40 anni, fino al 1992, si era occupata anche dell’insegnamento nella scuola. Era di cuore molto buono e sempre disposta ad aiutare chiunque avesse bisogno. Per una dozzina d’anni ha fatto parte anche di un Education Outreach Programme (Programma di assistenza) per la cura di bambini e adolescenti delle comunità svantaggiate. Una sua stretta amica, Betty Firmstone, ormai ottantacinquenne, ha raccontato al giornale Daily News: «L’avevo incontrata nel 1952, quando avevo cominciato a insegnare nella scuola annessa alla missione. Lavoravamo insieme molto strettamente. A lei piaceva il lavoro con i bambini». «Ciò che è avvenuto – ha aggiunto – è stato un atto di ferocia contro una persona buona e di animo servizievole». Gli autori di questo misfatto hanno anche saccheggiato la dispensa, portando via frutta, alcolici e altri generi alimentari e si sono inoltre impossessati di 2.177 dollari. Sr. Stefani è la seconda suora assassinata di recente in Sudafrica. Il 16 giugno 2014 era stata rapita e uccisa sr. Mary Paule Tackle, 56 anni, americana, a Mthatha sulla costa orientale del paese.
CARMELITANI SCALZI
P. Saverio Cannistrà rieletto Preposito Generale
P. Saverio Cannistrà, 56 anni di età, è stato rieletto Preposito generale dell'Ordine dei carmelitani scalzi, nel corso del 91° Capitolo generale che si è tenuto ad Ávila, lo scorso mese di maggio. È stato eletto con i due terzi dei voti necessari per la rielezione. Inizia così il suo secondo mandato sessennale, essendo stato eletto per la prima volta Generale nell'aprile 2009 nel Capitolo che aveva avuto luogo a Fatima.
P. Saverio (Antonio Gennaro) Cannistrà del Sacro Cuore è nato in Calabria, a Catanzaro, il 3 ottobre 1958. Ha compiuto gli studi di filologia presso la Scuola Normale di Pisa e, in seguito, ha lavorato presso la casa editrice Einaudi.
Nel 1985 è entrato nel noviziato della provincia italiana di Toscana dell'Ordine dei carmelitani scalzi; ha emesso la Professione temporanea il 17 settembre 1986 e quella perpetua nel 1990. È stato ordinato sacerdote il 24 ottobre 1992.
Dottore in teologia dogmatica presso l'Università Gregoriana di Roma, è membro dell'Associazione Teologica Italiana (area settentrionale) e ha partecipato anche a numerosi congressi dell'Ordine. Conoscitore di varie lingue, ha insegnato nella Facoltà di Teologia del Teresianum di Roma e, ultimamente, era professore di cristologia e antropologia teologica nella Facoltà di Teologia dell'Italia centrale, con sede a Firenze. Nel 2008 era stato eletto superiore provinciale della Toscana. Le sfide che l’Ordine affidato alla sua guida dovrà affrontare sono “l’espansione in nuove regioni e culture e la crisi vocazionale”.
NEPAL
L’aiuto dei religiosi/e ai terremotati
Subito dopo il disastroso terremoto che ha sconvolto il Nepal, tra coloro che hanno cercato subito di venire in aiuto, oltre alle organizzazioni cattoliche, in particolare la Caritas, troviamo anche diversi religiosi e religiose. Nel paese sono presenti una quindicina di istituti religiosi femminili, più alcuni maschili. I cattolici rappresentano una piccola minoranza di 10 mila unità, su una popolazione di 30 milioni circa di abitanti, in gran parte induisti (80%), buddisti (10%) e un 4% circa musulmani. Le suore appartengono a comunità che hanno nella maggioranza dei casi la loro sede in India, ma che sono impegnate in numerosi servizi in Nepal. Nel paese svolgono la loro attività anche i salesiani e i gesuiti. Questi ultimi gestiscono il St. Xavier’s College, una scuola superiore che ospita circa 3.000 studenti, provenienti da ogni parte del paese. Tra le suore che si sono subito attivate per assistere i terremotati, singolare è il caso di sr. Lucy George, delle suore del Buon Pastore, che gestisce una clinica medica mobile nella zona duramente colpita di Gorkha, a ovest di Kathmandu. Si prende cura soprattutto delle donne e dei bambini – che rappresentano il gruppo più vulnerabile – offrendo un servizio di sostegno psicologico e sociale. Da segnalare anche l’opera di volontariato dei 3000 studenti del St. Xavier’s College, situato a Goldhunga, nei sobborghi di Kathmandu. Anch’essi, due giorni dopo il cataclisma, si sono organizzati per aiutare a rimuovere le macerie e i detriti e nel distribuire tende e cibo alle famiglie dei vari distretti. Oltre a loro troviamo anche gruppi di cattolici che hanno risposto generosamente adoperandosi a distribuire delle tende e del cibo. Si servono anche di due bus che ogni mattina partono verso le diverse zone della valle di Kathmandu per rimuovere le macerie e i detriti e distribuire generi e mezzi di prima necessità e insegnare agli abitanti dei villaggi le norme igieniche per evitare contagi e malattie, soprattutto il colera. Le suore del Buon Pastore, da parte loro, stanno cercando di coordinare gli interventi, assieme ai salesiani e alle salesiane, alla Caritas, alle suore della Congregazione di Gesù e alla Nepal Jesuit Society, e altri, per unire le forze e offrire una risposta unitaria al terremoto. In mezzo a tanta sofferenza c’è anche un episodio di speranza. Lo racconta padre Agostino Thomas, preside del St. Xavier’s College. La mattina del terremoto, nel villaggio di Okhaldunga, nel distretto di Dhadling, ha avuto luogo l’ordinazione del primo sacerdote gesuita nepalese (un convertito al cattolicesimo). C’era, soprattutto tra i sacerdoti celebranti, il timore che gli abitanti del villaggio, nessuno dei quali è cattolico, per loro mentalità ancestrale, accusassero i cattolici della catastrofe, ritenendo il terremoto un segno di sdegno del cielo per questa conversione e ordinazione. Invece è stata la loro fortuna e anche la loro salvezza. Infatti al momento del terremoto, alle 11,56, si trovavano fuori casa, proprio per essere accorsi ad assistere alla celebrazione. E subito dopo si erano ritrovati nel campo del centro del villaggio per una festa conviviale e culturale. In questo modo non hanno subito danni alle loro persone. Di fronte a questa catastrofe, una suora della congregazione del Buon Pastore, sr. Taskila Nicholas – abituata, si può dire, ad altre tragedie per aver lavorato in mezzo ad esse, come in occasione dello tsunami del 2004 e il terremoto nel Gujarat, in India, nel 2001 – ha lanciato un appello alle suore di ogni parte del mondo invitandole a promuovere un piano di emergenza per far fronte alle eventuali catastrofi. «Le congregazioni internazionali, ha affermato, dovrebbero costituire un comitato ben organizzato per fronteggiare le catastrofi e venire in aiuto alle comunità che si trovano nel bisogno». Potrebbe essere, ha precisato, un network di congregazioni, di religiosi e religiose. Ma bisognerà anche creare un elenco di contatto, composto da esperti in grado di venire in aiuto nel tempo più breve possibile».
CITTà DEL VATICANO
Crescono i cattolici nel mondo(Ansa)
Secondo i dati resi noti dall’Annuarium Statisticum Ecclesiae 2013 e l’Annuario pontificio 2015, nel mondo si registra un aumento dei cattolici. Nel periodo che va dal 2005 al 2013, i battezzati sono passati, infatti, da quasi un miliardo e 115 milioni a un miliardo e 254 milioni, con un aumento assoluto di 139 milioni di fedeli. Il numero cresce, in particolare, in Africa, e proporzionalmente all’aumento demografico in America e Asia, mentre rimane stazionario in Europa.
In percentuale, nel periodo che va dal 2005 al 2013, i cattolici battezzati nel mondo hanno registrato una rapida crescita, con un incremento di oltre il 12%. . Poiché nello stesso periodo la popolazione mondiale è passata da 6.463 a 7.094 milioni, l’incidenza dei cattolici a livello planetario è aumentata dal 17,3 al 17,7 per cento.
Questi valori, però, esprimono la sintesi di situazioni molto diverse tra i vari continenti. Per l’Europa si registra una evidente stazionarietà. Più dinamica risulta la realtà africana, dove i cattolici sono aumentati del 34%: nel 2005 erano 153 milioni e nel 2013 sono saliti a 206 milioni. Situazioni intermedie tra le due sopra descritte sono quelle registrate in America e in Asia dove la crescita dei fedeli battezzati è stata importante (rispettivamente +10,5 e +17,4 per cento), ma del tutto spiegabile con lo sviluppo demografico registrato nello stesso periodo. In termini relativi, infatti, i cattolici americani rappresentavano stabilmente il 63% della popolazione, mentre in Asia l’incidenza dei cattolici è passata dal 2,9 nel 2005 al 3,2 per cento nel 2013. Rimane stabile l’incidenza dei cattolici battezzati su cento abitanti in Oceania, anche se su valori assoluti nettamente inferiori.
Il numero complessivo dei sacerdoti – secolari e religiosi – alla fine del 2013 era pari a 415.348. Rispetto all’anno precedente, quando il loro numero risultava di 414.313, vi è stato un aumento dello 0,3 per cento. L’incremento si è verificato in tutte le ripartizioni territoriali, ad eccezione del Nord America e dell’Europa in cui la consistenza dei sacerdoti si è ridotta nel giro di un anno rispettivamente dell’ 1,4 e dell’1,2 per cento.
Il 44,3% dei sacerdoti è presente nel 2013 in Europa dove vivono poco meno del 23% di tutti i cattolici del mondo, il 29,6% è presente in America con il 49% dei cattolici, il 14,8% in Asia con il 10,9% dei cattolici, il 10,1% in Africa con il 16,4% e infine l’1,2% è presente in Oceania, dove vivono invece appena lo 0,8% dei cattolici.
I diaconi permanenti, diocesani e religiosi, sono in forte espansione sia a livello mondiale sia nei singoli continenti, passando complessivamente da 33.391 unità nel 2005 a oltre 43mila nel 2013, con una variazione positiva pari al 29%. Il gruppo dei religiosi professi non sacerdoti si è accresciuto dell’ 1% tra il 2005 e il 2013. Nel 2013 Africa e Asia rappresentavano complessivamente una quota di oltre il 36% del totale (dal 31% nel 2005).
Le religiose professe sono diminuite tra il 2012 e il 2013 dell’1,3%. Nell’intero periodo sono passate da 760.529 nel 2005 a 693.575 unità nel 2013, con una variazione di meno 8,8%. Il declino, anche in questo caso, ha riguardato tre continenti (Europa, America e Oceania), con una variazione negativa anche di rilievo (–18,3% in Europa, –15,5% in America e –17,1% in Oceania). In Africa e in Asia, invece, l’incremento è stato decisamente sostenuto, superiore al 18% per l'Africa e al 10% per l'Asia.