Pontara Pederiva Maria Teresa
Concluso positivamente il confronto tra la LCWR e il Vaticano
2015/5, p. 23
Qualcuno sui media ha scritto di “un ramoscello d’ulivo” al termine del Tempo pasquale, ma di certo sono in molti ad aver tratto un respiro di sollievo: all’indomani della bolla d’indizione del Giubileo della Misericordia, quasi inaspettatamente, è giunta a conclusione la vicenda che vedeva contrapposte le suore americane aderenti alla LCWR – l’organizzazione delle superiore maggiori che guidano 57 mila religiose degli Stati Uniti, pari ad oltre l’80% - e il Vaticano, o per essere precisi la Congregazione per la Dottrina presieduta dal card. Müller.

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Concluso positivamente il confronto tra la LCWR e il Vaticano
Qualcuno sui media ha scritto di “un ramoscello d’ulivo” al termine del tempo pasquale, ma di certo sono in molti ad aver tratto un respiro di sollievo: all’indomani della bolla d’indizione del Giubileo della Misericordia, quasi inaspettatamente, è giunta a conclusione la vicenda che vedeva contrapposte le suore americane aderenti alla LCWR – l’organizzazione delle superiore maggiori che guidano 57 mila religiose degli Stati Uniti, pari ad oltre l’80% - e il Vaticano, o per essere precisi la Congregazione per la Dottrina presieduta dal card. Müller.
La fine di un “braccio di ferro”, che ha diviso, e non poco, i cattolici oltreoceano, era attesa da tempo, ma nessuno aveva previsto tempi così rapidi, anche se, dopo l’elezione di papa Francesco – e ancor più l’estate scorsa quando l’assemblea di Nashville aveva votato come guida della LCWR sr. Sharon Holland, esperta di diritto canonico al lavoro per 21 anni in Vaticano – le speranze per un dialogo costruttivo si erano moltiplicate.
“Abbiamo scoperto che è molto più quello che ci unisce di ciò che ci divide” ha dichiarato sr. Holland alla pubblicazione del Rapporto finale firmato dalla Commissione di 5 vescovi americani nominata da Roma allo scopo di dirimere la questione e alla cui guida era stato insediato l’arcivescovo di Seattle, James Peter Sartain.
"Chi non sa dialogare non obbedisce a Dio e vuole far tacere quanti predicano la novità di Dio", aveva affermato papa Bergoglio all’omelia del 17 aprile in Santa Marta esortando i fedeli presenti a non chiudersi in se stessi, poiché “ogni qual volta che nelle relazioni umane venga a mancare il dialogo è fortemente sbagliato”.
E la conclusione positiva della vicenda è certamente frutto del dialogo tra le delegate LCWR, tutti gli Istituti di vita consacrata femminile da esse rappresentati e i vescovi incaricati della valutazione da parte del Vaticano, ma sono soprattutto i gesuiti americani che attribuiscono gran parte del risultato proprio al pontefice della misericordia. Le reazioni della stampa cattolica americana e non solo, sono quasi unanimi e ci si chiede se davvero non fosse stato possibile evitare lo scontro avviato 3 anni fa.
Nel Joint Final Report (Rapporto congiunto) reso noto il 16 aprile – subito pubblicato sul sito della LCWR – si sottolinea “il modo in cui è stata compiuta l’implementazione del mandato” del 2012, firmato in occasione dell’incontro tra le due parti alla presenza del card. Müller per i vescovi delegati, da Leonard P. Blair, vescovo di Hartford, Thomas J. Paprocki, vescovo di Springfield e, per la LCWR, da sr.Marcia Allen, sr. Carol Zinn e sr. Joan Marie Steadman, ricevute nella stessa data in udienza privata da papa Francesco (e la foto dell’incontro è rimbalzata su tutti i media).
“Il nostro lavoro comune in risposta al mandato ha portato molti frutti, per i quali ringraziamo Dio Padre e lo Spirito Santo”, si legge nel finale. “Il fatto stesso di aver avviato questo dialogo efficace tra i vescovi e le religiose è stato una benedizione da apprezzare e incoraggiare ulteriormente. L’impegno della leadership della LCWR nel suo ruolo cruciale nel servizio alla missione della Chiesa e all’appartenenza alla Conferenza continuerà a guidare e rafforzare la testimonianza dell’organizzazione nel cammino verso il rafforzamento dell’impegnativa vocazione alla vita religiosa, al suo sicuro fondamento in Gesù Cristo e alla comunione ecclesiale”.
Nel Rapporto vengono elencate alcune questioni che solo 3 anni fa sembravano irrisolvibili, ma che ora sembrano del tutto risolte.
Gli Statuti della LCWR, già approvati nel 1962, poi rivisti una prima volta nel 1989, e nuovamente rivisitati e approvati a stragrande maggioranza dall’Assemblea dell’agosto 2014, hanno passato il vaglio della CDF il 6 febbraio scorso.
Le pubblicazioni della LCWR e i programmi: l’organismo delle religiose è al servizio dei suoi membri e collabora alla missione della Chiesa. “Le pubblicazioni garantiranno rigore accademico e una solida base dottrinale per aiutare la crescita delle suore e proteggere la credibilità della LCWR”. Anche la scelta dei programmi di lavoro e dei relatori nei momenti di riflessione – come pure i criteri per l’attribuzione del Premio annuale, l’Outstanding Leadership Award, sarà effettuata con spirito di discernimento.
Altre questioni rilevate sono l’importanza della preghiera comune, il rapporto con le altre organizzazioni a partire da quelle dei religiosi e religiose e la comprensione della LCWR come strumento di comunione ecclesiale.
Maria Teresa Pontara Pederiva