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L’esercizio dell’autorità è un modo di amare, che si
configura come sapienza capace di custodire il gusto della
fede e del carisma. L’amore adulto è capace di distinguere
per tenere unito l’istituto, la comunità, la missione.
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Una prima e provvisoria sintesi del magistero e del governo di Francesco. Le sollecitazioni alla vita consacrata, i dati maggiori di questo primo biennio, la novità del giubileo della misericordia. Il rinnovato dinamismo della missione si alimenta dalla dimensione teologica della misericordia.
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Il 12 marzo scorso, papa Francesco, rivolgendosi ai partecipanti al corso promosso dal Tribunale della Penitenzieria Apostolica che aveva come fine di aiutare i novelli sacerdoti e i candidati all’Ordine sacro ad amministrare rettamente il Sacramento della riconciliazione, ha detto loro:
«Tra i Sacramenti certamente quello della Riconciliazione rende presente con speciale efficacia il volto misericordioso di Dio: lo concretizza e lo manifesta continuamente, senza sosta. Non dimentichiamolo mai, sia come penitenti che come confessori: non esiste alcun peccato che Dio non possa perdonare! Nessuno!
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Il titolo “Madre della misericordia” dato a Maria è una delle invocazioni tra le più care al popolo cristiano. Allieta e rasserena gli animi dei devoti infondendo loro una ardita confidenza: pur consapevoli della propria miseria, si rifugiano fiduciosi sotto il manto della Vergine.
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Interrogativi che riguardano l’atteggiamento di fondo da tenere nel diffuso e auspicato “desiderio di cambiamento” nella Chiesa come nella vita consacrata: «un vero e proprio “spirito di riforma”. Le opportunità dell’Anno della vita consacrata.
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L’UCESM, l'Unione delle conferenze dei superiori maggiori, organismo che raggruppa a livello europeo 38 conferenze nazionali a cui appartengono congregazioni religiose maschili e femminili, cioè circa 250mila persone, ha tenuto quest’anno la sua assemblea, a Tirana in Albania. I lavori, conclusi il 28 marzo scorso, avevano come tema: "Religiosi e religiose in Europa: testimoni e artigiani di comunione".
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Gli uomini non cercano, nel loro agire, come prima cosa la felicità ma un motivo per essere felici. Per i religiosi/e il motivo della felicità è la fedeltà all’amore verso Dio che si traduce nel servizio ai fratelli. È in lui che essi riscoprono il vero benessere, perché la loro vocazione diventi gioia per gli altri.
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Contributo dei religiosi tedeschi al sinodo dei vescovi sulla famiglia del prossimo ottobre, su invito della Conferenza episcopale. Risposte raccolte anche con la collaborazione di teologi e teologhe oltre che dalla loro stessa esperienza.
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Qualcuno sui media ha scritto di “un ramoscello d’ulivo” al termine del Tempo pasquale, ma di certo sono in molti ad aver tratto un respiro di sollievo: all’indomani della bolla d’indizione del Giubileo della Misericordia, quasi inaspettatamente, è giunta a conclusione la vicenda che vedeva contrapposte le suore americane aderenti alla LCWR – l’organizzazione delle superiore maggiori che guidano 57 mila religiose degli Stati Uniti, pari ad oltre l’80% - e il Vaticano, o per essere precisi la Congregazione per la Dottrina presieduta dal card. Müller.
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Il card. Angelo Sodano, oltre che un devoto della Vergine di Fatima, è anche uno dei grandi conoscitori delle apparizioni per i numerosi viaggi compiuti sia nell’accompagnare Giovanni Paolo II, sia per gli incarichi ufficiali avuti, tra cui anche quello di Legato Pontificio, e in altre circostanze.
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Vi sarà futuro per la VC non se avremo comunque vocazioni, ma solo se sapremo curare la reale crescita umana e spirituale di quei tanti o pochi che avremo, se faremo bene, con rigore di verità, il discernimento in ogni fase del cammino, se sapremo riconoscere e orientare diversamente i giovani d’oggi.
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In un’epoca che tende a ridurre ovunque la fatica e ritiene che ogni cosa si può fare senza fatica, noi inganneremmo le persone in formazione se dessimo loro a credere che diventare uomini sia in definitiva facile e che basti seguire la natura.
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La gestione delle aree urbane è diventata una delle più importanti sfide dello sviluppo del 21° secolo. È anche uno dei grandi “segni dei tempi” che la Chiesa deve saper leggere correttamente. Papa Francesco indica proprio nella pastorale urbana la sfida cruciale per la nuova evangelizzazione della Chiesa.
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Non basta rinnovare. Bisogna creare cose nuove, ossia innovare, e non lasciarsi paralizzare dalla paura. La paura è sempre una cattiva consigliera. Dalla capacità di intraprendere nuovi cammini dipenderà il futuro della vita consacrata.
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