Gellini Anna Maria
Consegnate a Dio per il mondo
2015/4, p. 32
Hanno guardato il mondo con gli occhi di Gesù, hanno fondato nuove comunità per continuare la sua opera, hanno unito la vita contemplativa a una straordinaria carità.

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Proclamate sante il 17 maggio
CONSEGNATE A DIO
PER IL MONDO
Hanno guardato il mondo con gli occhi di Gesù, hanno fondato
nuove comunità per continuare la sua opera, hanno unito
la vita contemplativa a una straordinaria carità.
Il prossimo 17 maggio a Roma, papa Francesco proclamerà sante sr. Maria Alfonsina Danil Ghattas, fondatrice della Congregazione delle Suore del Rosario di Gerusalemme; sr. Maria di Gesù Crocifisso, fondatrice del Carmelo di Betlemme; sr. Maria Cristina dell’Immacolata Concezione, fondatrice della Congregazione delle Suore Vittime espiatrici di Gesù Sacramentato; sr. Giovanna Emilia de Villeneuve, fondatrice della Congregazione delle Suore dell’Immacolata Concezione di Castres.
La piccola araba
di Galilea
Primavera del 1845: Giorgio Baouardy e Mariam Chahyn, arabi cattolici di rito greco-melchita, molto poveri e provati dalla morte dei loro dodici figli, partono a piedi dal loro paese di Abellin in Galilea, diretti a Betlemme per chiedere il dono di una figlia, promettendo di chiamarla Mariam in onore della Madonna. Il loro desiderio viene esaudito: il 5 gennaio 1846 nasce Mariam, battezzata e cresimata nello stesso giorno, secondo il rito orientale. A tre anni rimane orfana; affidata a uno zio, è portata ad Alessandria d'Egitto, dove, appena tredicenne, nonostante persecuzioni e maltrattamenti, si separa dal giovane che i parenti le avevano scelto per il matrimonio. Decisa a consacrarsi a Dio, rinuncia anche alla richiesta di convertirsi all’Islam: per questo è ferita gravemente con un colpo di spada alla gola. Creduta morta e abbandonata in un luogo solitario fuori della città, Mariam si risveglia in una grotta: accanto a lei sta una giovane donna che, per quattro settimane, la cura, la nutre e la istruisce. Guarita, la giovane sconosciuta la conduce in una chiesa e da quel momento non la rivedrà più: Mariam attribuisce questa esperienza alla presenza miracolosa della Madonna. Non volendo più tornare in famiglia, comincia a spostarsi di città in città (Alessandria, Gerusalemme, Beirut, Marsiglia…) come domestica, dando la preferenza nelle sue scelte alle famiglie povere. A 19 anni è accolta a Marsiglia dalle suore di S. Giuseppe dell'Apparizione, ma dopo tre anni viene dimessa a causa dei fatti straordinari della sua vita spirituale. Umile e analfabeta, sa dare consigli e spiegazioni teologiche, prevede fatti che poi accadranno, manifesta una devozione particolare allo Spirito santo e un grande amore per la Chiesa e per il papa. Nel 1867 entra come conversa nel Carmelo di Pau (Bassi Pirenei), presentata dalla sua vecchia maestra di noviziato, che garantisce che «quella piccola araba è obbediente fino al miracolo». Mariam prende il nome di sr. Maria di Gesù Crocifisso e dopo tre anni è destinata al convento di Mangalore in India. Di là ben presto riparte per la Palestina, sentendosi chiamata a fondare un Carmelo a Betlemme e poi a Nazareth. Insieme a un piccolo gruppo di sorelle apre il primo Carmelo di Terra santa il 21 novembre 1876.
Purtroppo una cancrena, conseguente a una caduta durante i lavori di costruzione del monastero, la porta alla morte il 26 agosto 1878, appena trentaduenne: già tutti, cristiani e musulmani, la chiamano “Kedise”, la “santa”. Sarà beatificata da Giovanni Paolo II nel 1983.
Fondatrice
nella terra di Gesù
Nata a Gerusalemme nel 1843, Maryam Sūltanah, figlia di Danil Ghattas, decide di consacrarsi a Dio a 14 anni. Nel 1858 entra a far parte delle Suore di San Giuseppe dell’Apparizione sul monte Calvario, con il nome di sr. Maria Alfonsina. La particolare devozione alla Madonna, la sua grande fiducia nella Provvidenza, l’amore speciale per la sua terra, il desiderio di migliorare le condizioni della donna, liberandola da varie forme di schiavitù e dall’analfabetismo, maturano in Maria Alfonsina la decisione di fondare una nuova congregazione: le Suore del Rosario di Gerusalemme, prima congregazione femminile nata in Terrasanta. È il 1880: alla congregazione sono ammesse non solo donne di rito latino, ma anche giovani provenienti dai riti melchita e maronita. Nablus, Zababdeh, Bir Zeit e Giaffa di Galilea vedono le prime otto suore in missione a due a due: è l'inizio della diffusione della congregazione che si estenderà in molte parti del Medio Oriente, con apertura di scuole, parrocchie e istituzioni educative che poi diventeranno “il braccio destro” del Patriarcato latino nei paesi arabi. Silenziosa e umile, sr. Maria Alfonsina dona tutta la sua vita in queste opere; il rosario è la sua preghiera continua, la sua ancora di salvezza, la sua fonte di grazie. Muore ad Ain Karem il 25 marzo 1927. Sarà beatificata da Benedetto XVI nel 2009.
Attualmente la Congregazione, di diritto pontificio, è la più importante del Mashrek arabo. Le attuali 250 suore operano in scuole, orfanotrofi, cliniche, con particolare attenzione ai più poveri, senza distinzione di religione. Sono presenti in Egitto, Giordania, Italia, Kuwait, Libano, Palestina, Siria; la sede generalizia è a Gerusalemme.
Decisa
a farsi santa
Adelaide Brando nasce a Napoli il 1° maggio 1856 da genitori benestanti, Giovanni Giuseppe e Maria Concetta Marrazzo. L’educazione religiosa ricevuta in famiglia fa maturare già nell’infanzia il desiderio di farsi santa. Lo ripete spesso e a dodici anni, davanti a una statua di Gesù Bambino, vuole consacrare per sempre la sua vita a Dio. Desidera entrare tra le Sacramentine di Napoli, ma il padre glielo impedisce. Ottiene invece il consenso per essere accolta dalle Clarisse del Monastero delle Fiorentine. Ma la salute della giovane è molto precaria per cui è costretta a fare ritorno in famiglia per curarsi. Guarita, riesce a soddisfare il desiderio originario: nel 1876 entra nel monastero delle Sacramentine, prendendo il nome di sr. Maria Cristina dell'Immacolata Concezione. Nuovamente si ammala; per cui è costretta a lasciare il monastero. Nonostante tutto, la vita di M. Cristina continua a essere illuminata da una fede semplice e forte, alimentata dalla lettura quotidiana della parola di Dio, dalla partecipazione ai sacramenti, da un’intensa preghiera. Particolarmente forte in lei la devozione all’incarnazione di Gesù, alla sua passione e morte e all’eucaristia, come pure il desiderio di far conoscere Dio, di farlo amare, anche là dove non è conosciuto o addirittura offeso o rifiutato. Si fa chiara in M.Cristina la chiamata a formare una nuova famiglia religiosa. Nel 1878 nasce la Congregazione delle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato, che avrà la sua sede definitiva a Casoria vicino a Napoli. Non poche e non lievi sono le difficoltà, ma la prima comunità fa in molti modi esperienza della Provvidenza, sostenuta dall'aiuto di molti benefattori e dalla particolare vicinanza di don Domenico Maglione, del Servo di Dio Michelangelo da Marigliano e del Beato Ludovico da Casoria. Il 20 luglio 1903 la congregazione ottiene l’approvazione dalla Santa Sede e il 2 novembre dello stesso anno la fondatrice, insieme con molte sorelle, emette la professione perpetua. Svolge il servizio di superiora generale con umiltà, saggezza e amabilità; vive con generosità e passione la sua consacrazione, dedicandosi in modo particolare all’educazione e alla cura di bambini e giovani. Muore il 20 gennaio 1906 e sarà beatificata da Giovanni Paolo II nel 2003. Oggi la Congregazione ha 23 comunità nell’Italia meridionale e quattro comunità missionarie in Brasile, Colombia, Indonesia, Filippine, con scuole materne ed elementari, animazione delle attività parrocchiali e varie attività assistenziali.
Le “suore blu”
Terza figlia del marchese Louis de Villeneuve e di Rosalie d’Avessens, Giovanna Emilia nasce a Tolosa il 9 marzo 1811. Cresce al castello d’Hauterive (Tarn) dove suo padre, grande proprietario terriero, dà lavoro a numerose persone nella sua industria della lavorazione del cuoio, le sostiene con una società di mutuo soccorso da lui fondata e promuove corsi di alfabetizzazione per i giovani. Questa esperienza rende Giovanna Emilia, fin da adolescente, attenta e generosa verso le persone più bisognose di aiuto. La serenità della famiglia è segnata nel 1825 dalla malattia e dalla morte della mamma e tre anni dopo, dalla morte di una sorella. L’esperienza della morte insegna a Giovanna Emilia che la vita non è l’unica cosa importante su questa terra, ma «si deve vedere Dio in tutte le cose e tutte le cose in Dio, ascoltarne la Parola, raccogliersi in momenti di preghiera profondi per imparare a guardare il mondo con gli occhi di Gesù». Appena adolescente, Giovanna Emilia comincia ad affidare alla Madonna le sue gioie, le sue tristezze, le sue scelte. Decide di consacrare la sua vita a Dio per dedicarsi alle giovani più povere e alle donne che, agli inizi dell’epoca industriale, vivevano spesso in condizione di privazioni e di sfruttamento. Vuole prendersi cura anche degli ammalati, dei carcerati, delle prostitute e dimostrare loro che Dio ama tutti e per tutti desidera la dignità di esseri umani.
Lascia suo padre nel 1836: «È per Dio che vi lascio, voglio servire i poveri. Dobbiamo andare là dove la voce dei poveri ci chiama!». Insieme a due giovani, vuole dare inizio a una nuova famiglia religiosa consacrandola alla Vergine Maria. È l’8 dicembre 1836: nasce la Congregazione delle suore dell’Immacolata Concezione. Le chiameranno le “suore blu”, perché blu è l’abito che vestono, un segno della protezione del manto di Maria che sr. Giovanna Emilia vuole sia anche visibile, in un’epoca in cui tutte le suore vestono di nero.
Ai tre voti di povertà, castità, obbedienza, la fondatrice aggiunge il quarto voto di «consacrarsi totalmente alla causa delle persone più bisognose». Ripeterà spesso alle sue sorelle: «Andate senza esitare là dove la voce del povero vi chiama».
La prima comunità si stabilisce in una piccola, povera casa a Castres, nel sud della Francia. In breve tempo si forma una seconda comunità impegnata nell’educazione dei bambini, nel catechismo e nelle cure ai malati.
Nel 1848 sr. Giovanna Emilia invia le prime missionarie in Senegal, poi in Gambia e in Gabon. Ammalatasi di colera, muore il 2 ottobre 1854 dopo aver offerto la sua vita perchè l’epidemia, che aveva colpito Castres, si arresti. Sarà beatificata da Benedetto XVI nel 2009.
Nel 1903, le suore dell’Immacolata Concezione sono costrette a lasciare l’Africa e si dirigono verso la Spagna e l’Italia. Nel 1904 entrano nell’America Latina e nel 1998 in Asia. La Congregazione attualmente è formata da 580 membri, suddivisi in 120 comunità, in 15 Paesi. Nel 2011 sono nate due nuove fondazioni: una ad Haiti, l’altra in Burkina Faso.
Figure, personalità, situazioni socio-culturali molto diverse tra loro, quelle che saranno motivo di festa e di gioia il prossimo 17 maggio a Roma. I santi e i beati che la Chiesa in gran numero continua a proclamare, manifestano che la santità nasce e matura quando la vita di ogni giorno ci riporta ai tratti della vita di Gesù; quando si fa rivivere nella nostra vita ciò che è stato nella sua; quando si consente all’amore di continuare in noi il mistero della vita di Gesù e della sua Pasqua.
Anna Maria Gellini