Vince chi dà la vita
2015/3, p. 37
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Testimoni
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VOCE DELLO SPIRITO
vINCE CHI Dà LA VITA
Un tempo spesso si cantava: Christus vincit, Christus regnat!, Cristo vince, Cristo regna! Ma qual è il trionfo di Dio? Certamente è tanto diverso da come noi lo immaginiamo. Per capire qual è la strada del trionfo di Dio, meditiamo il senso degli ultimi avvenimenti della vita di Gesù.
Guardiamo innanzi tutto come si comporta la folla.
La folla! Essa grida, canta, prega, ma la folla è sempre ambigua. Oggi acclama, domani bestemmia. Oggi esalta e domani bastona.
E noi?E la nostra fede? E la nostra risposta a Cristo? Non basta una preghiera, non basta una Messa, non basta un'opera di carità per essere cristiani. Il vero cristiano è colui che cammina dietro a Cristo ogni giorno con fedeltà e perseveranza!
Ma qual è la strada di Cristo? Guardiamo il comportamento di Gesù. Gesù respinge Satana quando Satana gli propone la strada del potere: perché Dio non vince così! Gesù fugge quando gli uomini, dopo il miracolo dei pani, lo vogliono proclamare re: fugge, perché Dio non vince così! Gesù rimprovera Pietro, quando egli tenta di distoglierlo dalla strada di Gerusalemme; e va decisamente verso Gerusalemme, verso la croce: perché questa è la strada di Dio, la strada del suo trionfo!
Guardiamo Gesù che entra a Gerusalemme: ormai è vicina la sua ora, l'ora tanto attesa!
Egli si presenta mite, buono, pacifico, apparentemente debole. Così Gesù ci ha insegnato che la grande forza del mondo è la bontà: il vero forte è l'uomo buono; il vero forte è colui che ha vinto la violenza dentro di sé; il vincitore è chi dà la vita per gli altri e non chi la toglie agli altri. Noi abbiamo accolto la sua lezione? Noi camminiamo nella sua strada? Ci riconosciamo nelle scelte di Cristo?
Nella Passione non c'è soltanto Gesù; ci sono anche altri personaggi che prendono risalto in rapporto a Gesù. C'è Pilato: un indeciso, perché vuoto. Chi è vuoto di ideali, facilmente può condannare... anche Cristo: ieri e oggi!
C'è Pietro: un indeciso, perché debole. La debolezza è pericolosa: è terreno di tradimento. E oggi, più che in altri tempi, la debolezza soccombe: nel nostro tempo la fedeltà a Dio si paga con l'eroismo.
C'è Giuda: un deciso al male, perché orgoglioso. E l'orgoglio è il cancro dell'anima, l'orgoglio è la radice di ogni violenza. L'orgoglio è un male tanto diffuso; l'orgoglio è l'inizio dell'inferno.
Ci sono i sommi sacerdoti: gente che conosceva la lettera della Bibbia, ma non conosceva lo spirito; gente che usava la Bibbia per piegarla alle proprie vedute, mentre invece dovevano loro piegarsi e convertirsi alla Parola di Dio.
Infine c'è Maria: una decisa nel bene fino alla croce, perché Maria è umile di cuore. Nello scenario della Passione di Cristo, Maria rivela tutta la sua grandezza. Vengono in mente le parole profetiche di Elisabetta: «E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (Lc 1,45). Maria è la credente: è la creatura che si è fidata ciecamente di Dio.
La Passione di Gesù continua: chi siamo noi oggi nella Passione del Signore?
Forse ci ritroviamo talvolta nel comportamento di Pilato, talvolta in quello di Pietro, talvolta in quello di Giuda o in quello dei sommi sacerdoti.
Allora ecco un proposito e un impegno per tutti: seguiamo il comportamento di Maria; facciamoci umili e con Lei seguiamo il Signore nella strada della croce, la strada della vittoria di Dio e della nostra vittoria.
Card. Angelo Comastri
da Una buona notizia per te!
ELLEDICI, Torino 2014